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Via Cittadella trasformata in “un deserto”

Fino allo scorso anno era una delle strade più vivaci del centro cittadino, animata dal via vai di studenti e viaggiatori. Oggi via Cittadella sembra piombata in una profonda crisi da cui difficilmente riuscirà a risollevarsi. A causarla lo spostamento delle corriere  alla Lupa, decisa dalla Giunta uscente guidata da Paolo Dosi.

Basta fare un giro fra gli esercizi commerciali per raccogliere voci unanimi sull’impatto negativo che la scelta ha avuto sui bilanci aziendali.  Giampiero Cremonesi è il decano della via e, con la sua torrefazione Mercato del Caffè, lavora qui da 55 anni. “Da quando hanno spostato le corriere, via Cittadella è diventata un deserto. Non l’ho mai vista così. Prima di prendere decisioni di questa portata avrebbero dovuto parlarne con noi. Con mezzo secolo di esperienza qualche suggerimento avrei potuto darglielo”. Giampiero Cremonesi titolare Torrefazione

Fino allo scorso anno nella torrefazione lavoravano due soci e due dipendenti “ora siamo rimasti in due – ci ha detto Cremonesi – Certo la crisi economica un po’ di flessione l’aveva già portata negli ultimi anni – “ma chiudere la stazione dei bus ci ha dato il colpo di grazia. Nei 12 mesi appena trascorsi abbiamo perso il 40% del nostro fatturato. Un disastro. Piacenza non è Parigi. Dal punto di vista commerciale, non vive, se non marginalmente sul turismo. Ha sempre vissuto, invece, sulle persone che dalla provincia venivano in città, soprattutto per il mercato, il mercoledì ed il sabato.  Molti nostri clienti ora non vengono più o molto raramente. Cittadella è a due passi dal Piazza Cavalli. La nuova stazione è distante da tutto e per tanti anziani dover cambiare bus, prendere le navette, è troppo complicato. Venire in auto non se ne parla nemmeno, vista la mancanza di parcheggi ed il rischio di prendere multe”.Titolare bar via Cittadella

Di parere analogo è anche Maria la barista cinese che, da un paio di anni, gestisce insieme al marito l’attività a pochi metri dall’angolo di via Borghetto: “Prima il gazebo era sempre pieno. Nei giorni di mercato lavoravamo tantissimo. Adesso fare il pienone è un sogno. Gli studenti poi sono totalmente scomparsi. Molti miei colleghi vorrebbero vendere il bar ma – dice Maria abbozzando un sorriso – non c’è nessuno che compri, nemmeno i cinesi”.

La mostra del Guercino ha restituito un po’ di vivacità alla strada soprattutto a ridosso dei week-end, ma le ricadute sono comunque temporanee e per molti insufficienti a compensare Matteo Marenghi Enotecai mancati incassi del dopo spostamento. “Ben vengano iniziative culturali di questo tipo – ci ha risposto Matteo Marenghi, titolare dell’omonima enoteca –  “sono un efficacissimo strumento di marketing territoriale e possono contribuire a far inserire Piacenza, a pieno titolo, nei circuiti di turismo artistico del nostro paese. Un visitatore che viene per il Guercino, può apprezzare Piacenza e magari tornare una seconda volta. Detto questo, i riflessi che l’iniziativa ha avuto sugli incassi della mia enoteca sono stati pressoché nulli”.

I commercianti dell’area, ormai che la frittata è stata fatta, sperano che la futura amministrazione metta subito in campo idee efficaci per il rilancio della via magari creando nuovi spazi gratuiti per il parcheggio nell’area dell’ex caserma Pontieri mentre non convince l’idea del parcheggio sotterraneo, la cui realizzazione viene giudicata troppo lenta, inutilmente costosa e zeppa di ostacoli.

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