Aule piene e sguardi vispi rivolti verso il proprio futuro. Così si sono approcciati gli studenti che hanno partecipato all’Open Day dell’Università Cattolica di Piacenza nella giornata di venerdì 13. Nella piazzetta di Economia dell’Ateneo sono stati predisposti desk informativi presi d’assalto dai futuri studenti, provenienti sia da Piacenza che da fuori provincia, segno anche questo di appetibilità raggiunta a livello regionale e nazionale.
Per gli imprenditori di domani c’è General Management, che offre la possibilità di comprendere tutte le dinamiche interne di un’azienda e cercare di far crescere la propria attività. La professoressa Elena Zuffada ha precisato che in un momento storico turbolento come questo, è importante avere anche questo tipo di competenze, evitando brutte sorprese per il futuro. Ma ci sono altre competenze, che il corso forma in modo particolare: le soft skills, forse considerate in passato “marginali”, ma oggi sempre più importanti nel mondo del lavoro. “Facciamo riferimento alle capacità di leadership, di networking, di trasformare le criticità in possibilità. Non garantiamo che una volta laureati le persone potranno già essere manager, ma le possibilità di avanzamento sono molte”. Costanza Mariani, studentessa di General Management, concorda su questo punto: “Conoscevo le qualità dell’insegnamento, che è ottimo, grazie anche alla possibilità di affrontare case studies, e i contatti che l’Università ha col mondo del lavoro. E’ un percorso per chi non vuole precludersi nessuna porta sul futuro lavorativo”.
Intanto al desk vari capannelli di tutor, studenti, ed ex studenti in visita si scambiano opinioni sulle peculiarità delle Facoltà, cercando di chiarire più dubbi possibili. A Scienze di Formazione ci accoglie Gessica Monticelli, ex studentessa della stessa Facoltà passata al ruolo di tutor: “La mia esperienza in Facoltà è stata meravigliosa, tanto che ho scelto un ambito lavorativo attinente all’ambito accademico. Il tutor vuole essere uno strumento in mano alle matricole per la scelta del piano di studi, ovvero quali esami scegliere rispetto ad altri, e un supporto per il metodo di studio. Quello che mi chiedono più spesso è la spendibilità delle competenze nel mondo del lavoro, che per quanto riguarda la nostra Facoltà è molto valida: già alla triennale vediamo gli studenti inseritio in un percorso lavorativo grazie ai tirocini”.
La Facoltà di Scienze della Formazione ha presentato, tra i tanti l’indirizzo di “Progettazione pedagogica nei servizi per i minori”, grazie a Pierpaolo Triani.”Una delle ultime novità previste dalla legge – esordisce -, è l’introduzione del pedagogista come figura professionalmente più avanzata rispetto a quella dell’educatore, con la possibilità anche di insegnare Scienze Umane e Filosofia nelle scuole superiori, nel caso in cui venga ben strutturato il proprio piano di studi, scegliendo determinati esami. La figura del pedagogista ha un ruolo maggiore anche dal punto di vista della gestione e dell’organizzazione“. Ad elencare le peculiarità del corso anche Roberto Diodato e Daniele Bruzzone. “Formiamo competenze che servono per comprendere i bisogni educativi dagli 0 ai 18 anni. Ampia è la gamma di problematiche che affrontiamo, dall’abbandono scolastico ai minori non accompagnati, così come altri rischi di disagio, senza trascurare aspetti giuridici legati alla figura del minore, all’economia aziendale e con un occhio alle nuove tecnologie, sempre più importanti nella società e causa di complicazioni talvolta gravi”.
La Facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari si è presentata con Marco Trevisan, Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, coadiuvato da Edoardo Fornari. “Il nostro obiettivo finale è quello di formare persone per il controllo della qualità e analisi degli alimenti, verificarne origine e l’autenticità. Gli sbocchi occupazionali sono tutti quelli relativi alla filiera alimentare, tutti, in un territorio dove il food è settore trainante, chi diventerà dottore magistrale avrà la possibilità di ricoprire anche la figura di libero professionista e consulente”. E’ molto però considerare i mutamenti del mondo del lavoro di oggi, come sottolinea anche Fornari- “La laurea triennale non basta più, la magistrale è definitiva, perciò è giusto pensare bene quale percorso di studio intraprendere, perchè ne va del futuro dei ragazzi. Giusto valutare anche quelli che sembrano dettagli. In ognuno di loro ci sono talenti che aspettano solo di essere scoperti”. I numeri, redatti dalla stessa Facoltà, sembrano incoraggianti, il 73% dei ragazzi laureati infatti dopo un anno dal conseguimento del titolo è già occupato, e le statistiche salgono col passare del periodo considerato.
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