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Più acqua per irrigare i pomodori: siglato protocollo

I Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza e l’OI Pomodoro da industria del Nord Italia (organizzazione che raggruppa gli operatori della filiera del pomodoro con 2mila aziende agricole e 29 stabilimenti di trasformazione) collaboreranno per la realizzazione delle opere necessarie a prevenire le crisi idriche che rischiano, periodicamente, di mettere in ginocchio un settore che tra Parma e Piacenza estende le proprie coltivazioni su quasi 15mila ettari di terreni.

A stabilirlo è un Protocollo d’intesa per l’ottimizzazione dell’approvvigionamento idrico per la filiera agroalimentare, e del pomodoro da industria, sottoscritto in occasione del Tomaca Fest di Collecchio (Parma) dal presidente dell’OI Tiberio Rabboni e dai presidenti dei Consorzi di bonifica Luigi Spinazzi (Parma) e Fausto Zermani (Piacenza).

Il protocollo individua gli adeguamenti alle infrastrutture esistenti e le nuove opere necessarie ad accrescere la disponibilità irrigua per le due province, le fonti finanziarie disponibili, quelle di previsione e i tempi di esecuzione.

«Il protocollo – ha detto  Tiberio Rabboni presidente OI Pomodoro – concretizza l’impegno affidatoci dalla Regione Emilia-Romagna durante il monitoraggio sull’emergenza idrica tenutosi nel 2017. In quell’occasione fu chiesto all’OI di assumere un ruolo attivo nella raccolta delle progettualità locali riguardanti il tema idrico, proprio al fine di presentare un’unica istanza per gli interventi da andare poi a realizzare sul territorio. Ci adopereremo in tutte le sedi istituzionali, a partire da quelle regionali e nazionale, affinché gli interventi non ancora finanziati, tra quelli condivisi, siano dotati delle necessarie risorse e messi rapidamente in attuazione, con procedure veloci e semplificate. Siamo disponibili ed interessati ad estendere l’intesa con le bonifiche di Parma e Piacenza ad altri Consorzi di bonifica del Nord Italia».

Soddisfatto anche Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità bacino distrettuale del Po secondo cui «L’armonizzazione degli equilibri territoriali in relazione ai fabbisogni idrici è la sfida primaria, soprattutto alla luce dei mutamenti climatici che alterano quella che un tempo era considerata stagionalità. Oggi la visione deve necessariamente essere globale ed integrata, proprio per considerare tutti gli elementi che caratterizzano la complessità del territorio: ambiente, economia, agroindustria e biodiversità. Tema prioritario è quello della qualità delle acque per la produzione delle colture: si dovranno incrementare l’utilizzo dei depuratori ed il riuso delle acque e, parallelamente, trovare le azioni necessarie alla mitigazione degli inquinanti come nitrati, metalli pesanti e plastiche. É necessaria una duplice azione: quantitativa, per garantire acqua alle colture; e qualitativa, per migliorare requisiti e peculiarità del corpo idrico».

A giudizio di Fausto Zermani, presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza «Il protocollo è il frutto di una collaborazione iniziata nel momento in cui si è assunta la consapevolezza che la disponibilità di acqua non coinvolge solo il soggetto addetto alla distribuzione. L’OI, che favorisce il dialogo tra tutti gli attori della filiera, si incarica in maniera intelligente di questo nuovo ruolo di confronto che può portare risultati positivi. Spesso, infatti, la mancanza di acqua è legata non tanto alla presenza o meno di precipitazioni, ma ancor prima all’assenza di una strategia efficace che non consente nemmeno di sfruttare risorse disponibili. Questa sfida si vince con la strategia e facendo dialogare i soggetti giusti. Come Consorzio di bonifica di Piacenza siamo entusiasti di questo percorso e lo affrontiamo con fiducia».

 

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