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Welfare, Delrio con Quintavalla (Pd): “Nei momenti di difficoltà è importante cooperare”

“Votare centrosinistra significa dare fiducia a chi vuole una società più giusta e più uguale: la politica deve occuparsi di non autosufficienza e cooperare con le altre realtà del territorio: questo approccio cambia la società”. Graziano Delrio, senatore ed ex ministro, è intervenuto sul tema del welfare nella serata di lunedì 11 novembre all’Auditorium Sant’Ilario di Piacenza, a sostegno della candidatura di Luca Quintavalla (Pd) alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna del 17 e 18 novembre. “Bisogna avere entusiasmo e amore per l’uomo comune”, così Delrio ha definito il lavoro di chi si occupa dei servizi, dalla politica ai professionisti sociosanitari. L’incontro, moderato dall’assessora al welfare del Comune di Piacenza, Nicoletta Corvi, è stato arricchito dalle testimonianze di tre professionisti del territorio: Michela Razza, responsabile dei servizi sociali del Comune di Sarmato e posizione organizzativa di Asp Azalea, Alessandra Gatti, assessora ai centri educativi di Lugagnano, e Stefano Borotti, direttore della cooperativa sociale Unicoop.

“Uno dei problemi presenti oggi – ha detto Delrio – è che la gente non prende parola. E così vincono quelli che urlano. La politica non può sottrarsi al compito di accompagnare le persone nelle loro scelte: offrire l’asilo nido non induce automaticamente le persone a fare figli, ma permette di avere un progetto di vita”. Secondo l’ex ministro “la politica deve occuparsi di non autosufficienza e cooperare con le altre realtà del territorio: questo approccio cambia la sanità”. Introdurre, quindi, “servizi di quartiere e ospedali di comunità”. “Il Covid – ha detto l’ex ministro – ci ha insegnato che nei momenti di difficoltà bisogna cooperare: è scattato un meccanismo di corresponsabilità e abbiamo ritrovato il senso della solidarietà. Votare centrosinistra significa dare fiducia a chi vuole una società più giusta e più uguale”.

Nell’introduzione, Nicoletta Corvi ha evidenziato che “nei prossimi anni a Piacenza, grazie ai lavori resi possibili dal Pnrr, potenzialmente, si potrà aumentare di duecento posti l’offerta nido, ma non abbiamo abbastanza risorse economiche. Gli anziani, che nel 2050 saranno il 30% della popolazione italiana, non hanno nelle politiche nazionali una prospettiva seria e concreta di garanzia di servizio e sostegno. I Comuni sono in affanno per la carenza di risorse, la Regione Emilia-Romagna ha investito nel sistema di accreditamento sociosanitario ma non può far fronte da sola a una domanda crescente”.

Alessandra Gatti ha citato i servizi gratuiti che la Regione offre per i bambini nelle aree interne. Un bisogno fondamentale, secondo l’assessora di Lugagnano, è il “sostegno ai Comuni per mantenere i servizi sociali e educativi, vista la riduzione dei contributi ministeriali per disagio giovanile e povertà educative”. Michela Razza ha riflettuto sulla solitudine di adulti, anziani e bambini. “Durante il Covid – ha detto – è riemerso il senso di solidarietà, oggi i bisogni quotidiani sono tanti, come la difficoltà a pagare le bollette. La Regione ha introdotto interventi di integrazione al reddito e contributi per l’affitto: bisogna continuare a sostenere i bisogni man mano che si presentano”. Stefano Borotti si è detto orgoglioso dell’evoluzione dei servizi socioassistenziali in Emilia-Romagna nel corso dei decenni, sottolineando la forza e la solidità del welfare emiliano-romagnolo, capace di reggere l’urto del Covid ma allo stesso tempo bisognoso di aiuto al giorno d’oggi. “Il recupero è prima di tutto una risposta politica: serve riformare il sistema che dà benessere a tutte le persone della nostra comunità”.

“Da sindaco ho toccato con mano l’evoluzione dei bisogni: dopo il Covid sono esplose nuove emergenze e aumentate le fragilità – ha concluso Luca Quintavalla – è fondamentale un’adeguata risposta, anche in termini di risorse economiche. In questi anni la Regione Emilia-Romagna ha fatto tanto per anziani e bambini, sopperendo alle carenze dei governi nazionali. Non possiamo limitarci a conservare e mantenere, ma dobbiamo essere capaci di affrontare la trasformazione anche innovando i servizi e i modi di progettare: il sistema sociosanitario va riorganizzato abbattendo i muri, fisici e organizzativi, tra sanitario e sociale. È un lavoro che dovrà continuare a garantire servizi di qualità ma anche sostenibili per i gestori”. E infine la proposta. “In giunta regionale le deleghe a salute e welfare dovrebbero essere affidate allo stesso assessore”

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