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Confagricoltura: “occorre riportare i cinghiali nei loro areali, eradicandoli dalla pianura”

Il danno in vite umane non più essere risarcito e pone la questione della fauna selvatica inevitabilmente su un diverso piano di gravità rispetto ai comunque ingenti ammanchi economici che questi animali causano ad agricoltura ed allevamenti.

Filippo Gasparini presidente di Confagricoltura Piacenza«I danni procurati dalla fauna selvatica sono irreparabili – sottolinea Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – come ribadiamo da tempo dobbiamo uscire dalla logica del risarcimento, inadeguata anche per il danno procurato in azienda, nel momento in cui questo viene calcolato in modo puntiforme e senza tener conto dei decrementi sulla programmazione (per i mancati raccolti) e dei costi aggiuntivi (per la risemina di interi campi). Gli agricoltori, inoltre, non vogliono essere risarciti per il mancato raccolto, vogliono poter produrre. A maggior ragione – prosegue Gasparini – il cambio di marcia diviene indispensabile adesso. Quale Atc potrebbe risarcire il danno per un morto?».

La nostra Regione si è dotata di un piano faunistico che sta dando risultati e sul nostro territorio le squadre degli Atc operano con competenza e coscienza, il che non rende la situazione meno grave. E’, tuttavia, un po’ meno drammatica rispetto alla vicina Lombardia, tanto che il sindaco di San Fiorano (Lo), con riferimento all’incidente avvenuto in autostrada A1 a causa dei cinghiali a inizio anno, ha citato il nostro territorio ad esempio. «Diverse proposte avanzate da Confagricoltura Piacenza nei tavoli tecnici già quattro anni fa – ricorda Gasparini – sono state accolte ed abbiamo riscontrato la disponibilità dei funzionari preposti, in primis del dottor Enrico Merli che ringraziamo; ne è scaturita un’azione sinergica che ha posto in campo Regione ed Atc. In quei tavoli, tuttavia, come Confagricoltura Piacenza abbiamo anche chiesto azioni più incisive per riportare la densità degli ungulati sotto controllo e l’eradicamento dei cinghiali dagli areali di pianura».

Secondo Confagricoltura Piacenza «non è nell’interesse generale affidare agli Atc il compito di risarcire i danni, sarebbe invece necessario che questi si potessero concentrare sulle azioni di contenimento. Avere i cinghiali in stazione (a Piacenza), nelle vie dei centri abitati (A San Nicolò) e lungo la via Emilia non è biodiversità, è follia!» – rimarca l’associazione degli imprenditori agricoli -. Se la Lombardia guarda al “modello Piacenza” è perché sul nostro territorio abbiamo squadre che operano senza secondi fini, che intervengono con professionalità – sottolinea Gasparini – con azioni che richiedono molta esperienza, perché operano anche in zone in cui la viabilità è sviluppata il che espone le mute di cani a pericoli supplementari e impone ai cacciatori attenzioni particolari. Ora che la situazione richiede un cambio di marcia, pretendiamo che vengano riconsiderate anche le nostre proposte che erano state accantonate». Secondo Confagricoltura Piacenza le Zone Parco pongono limitazioni troppo articolate: ad esempio l’interdizione della caccia di sabato e domenica limita l’azione dei cacciatori ancora in attività lavorativa.

«E’ poi un errore grave – sottolinea Gasparini – impedire di andare a caccia di notte quando è molto più facile che i cinghiali escano allo scoperto e ci sono minori possibilità di trovare gente in giro. Torniamo a chiedere di ripristinare, riaffiancandole alle squadre degli Atc, le figure dei sele-controllori, come c’erano un tempo, e che queste possano avere ampia libertà d’azione, diurna e notturna. In passato sono stati posti numerosi, troppi, limiti per orari di caccia, zone, munizioni, tanto che sono stati letti, politicamente, come azioni di contrasto alla caccia. I danni sulla strada non riguardano l’agricoltura e la mappatura dei danni in campo serve a ben poco perché sappiamo già quale nocumento arrecano questi animali. Il vero obiettivo è riportare questi animali nel loro areale. Quello dei cinghiali era delimitato, una volta, dalla linea altimetrica di Travo. Al di là di scrivere mille articoli e delle emozioni del momento è da qui che si misurerà la volontà politica di risolvere il problema».

 

 

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