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Chiappa Confcommercio: “Con la manovra non sono state esaudite diverse nostre richieste”

Ha parole di moderato apprezzamento, ma anche di preoccupazione per il contenuto della Manovra di Bilancio 2026, appena approvata con il via libera definitivo espresso ieri dalla Camera, il presidente di Confcommercio Piacenza, Raffaele Chiappa, che così commenta quelli che, a suo giudizio, risultano essere i punti più nevralgici che toccano da vicino i vari comparti del Terziario e il Commercio in modo particolare.

“Le modifiche al testo iniziale suggerite dai nostri uffici nazionali in sede di iter di approvazione, sono state solo in parte recepite, ma altre sono sostanzialmente state disattese, dalla stesura finale del DDL. a prescindere dalla non elevata entità finanziaria della Manovra complessiva che è di 18,8 miliardi di euro, con prevedibili effetti espansivi sull’economia abbastanza limitati, assistiamo ad una serie di misure che, pur partendo da intenzioni e scopi giusti e condivisibili non potranno, per una certa mancanza di coraggio da parte dell’esecutivo, portare finalmente a quell’auspicato “effetto crescita” che la Confcommercio da tempo richiede. E questo non solo nei riguardi delle imprese ma anche dei cittadini”.

Chiappa si sofferma innanzi tutto sulle novità positive dell’impianto “Giudico positivamente il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a € 50.000,00. Si poteva arrivare anche a € 60.000,00 ma è già un passo in avanti che auspicavamo da tempo, per rilanciare i consumi. Positive poi le misure sulla detassazione dei premi di produttività, sul trattamento fiscale dei buoni pasto per i dipendenti, sulla pace fiscale e sul rinvio della plastic e sugar tax. Così come positiva è anche l’aver previsto la ritenuta d’acconto dello 0,5 / 1% per le fatture tra le imprese. Ci preoccupano invece la stretta sui crediti d’imposta e la riduzione dei fondi destinati ai Caf. Per le imprese però occorrerebbe soprattutto rendere strutturale l’Ires premiale e superare finalmente l’Irap. In termini più attuali poi va innalzato il limite dei ricavi per il credito d’imposta sulle commissioni POS e prevedere l’esenzione dall’imposta del 21,25 %sulle polizze anticatastrofali: in sede di discussione nell’Iter della cd. Delega Fiscale, ci faremo sicuramente risentire su questi punti per noi fondamentali”.

Dove il Presidente di Confcommercio Piacenza manifesta perplessità e delusione è invece laddove, in materia di turismo non si è andati fino in fondo in tema di tassazione per le locazioni turistiche brevi: “Avevamo chiesto che la cedolare secca venisse fissata al 26 % già dal primo immobile e che dal secondo cominciasse la vera e propria attività d’impresa. Avere fissato questa percentuale solo a partire dal secondo immobile ed il reddito d’impresa dal terzo in poi e avere lasciato per il primo la possibilità di affitto da piattaforme, complica la convivenza con le attività ricettive alberghiere, così penalizzate dal boom degli affitti brevi troppo facili. Non va bene neppure l’intenzione di rendere stabile l’aumento di € 2,00 della Tassa di soggiorno, introdotto per l’anno giubilare e anche se Piacenza non viene coinvolta direttamente, un ulteriore aumento in occasione dei Giochi Olimpici Miano- Cortina. L’intenzione di fare cassa sul turismo non ha mai portato benefici significativi ai Comuni e tantomeno alle politiche turistiche in generale”.

Le mancate aspettative di Confcommercio Piacenza si concentrano maggiormente sul tema della detassazione degli aumenti contrattuali retroattivi di settore: “Il nostro ultimo CCNL è del marzo 2024 e avere limitato la detassazione degli aumenti stabiliti da essi per i periodi di vacanza contrattuale, ai soli anni 2025 e 2026, non premia certo le nostra Confederazione per gli sforzi quotidiani che tutta compie per ricercare e applicare soprattutto i vantaggi e gli istituti di una Contrattazione legale e di qualità”.

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