Oltre 70.000 azioni della Banca di Piacenza sono state sottoscritte in pochissimo tempo. Più della metà dei soci ha rinunciato a riscuotere il dividendo corrisposto anche quest’anno dalla Banca (come in tutti gli 82 esercizi precedenti, e anche in aumento rispetto a quello degli ultimi anni), cogliendo così l’opportunità di avere in concambio azioni della Banca stessa anziché vedersi accreditate sul proprio conto corrente le somme spettanti.
Negli ambienti di via Mazzini si respira palesemente un’atmosfera di grande soddisfazione. Molti i soci residenti fuori Piacenza (ed anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia) che hanno sottoscritto le azioni tramite altre banche e anche prima, in particolare nelle settimane precedenti l’Assemblea tenutasi lo scorso 30 marzo e nella quale i soci hanno votato all’unanimità la possibilità di sottoscrivere azioni dell’Istituto di credito anzichè di ricevere il dividendo. Solo nelle Filiali della Banca del nostro territorio sono state sottoscritte 68.248 azioni.
«E’ un’operazione che dimostra a nuovo titolo la fiducia di cui gode la nostra Banca» dichiarano i Presidenti Nenna e Sforza Fogliani in un comunicato congiunto. «Pur in un periodo non particolarmente florido per la redditualità delle banche, la nostra riesce a conseguire un risultato come quello ora realizzato. La gente sa che la Banca di Piacenza è una banca solida e, soprattutto, di cui ci si può fidare. Nei suoi 82 anni di vita lo ha dimostrato in modo chiaro e netto. Una risorsa insostituibile per il territorio, che arricchisce dando allo stesso un valore aggiunto come nessuna altra realtà economica presente a Piacenza».
Dal canto suo, il Direttore generale Crosta ringrazia, in un comunicato della Banca, «l’intera struttura per il grande risultato raggiunto»: «Soci e clienti, piacentini e non piacentini, tutti ormai sanno che banca è la nostra Banca, conoscono ad uno ad uno Amministratori, Dirigenti, Personale. Trovano con chi confrontarsi e, soprattutto, sanno con chi hanno a che fare. Un privilegio che può avere solo un territorio che ha saputo conservarsi una banca locale, di cui è giustamente orgoglioso».