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Dalla segnalazione di un cittadino all’operazione “Giardino” dei Carabinieri

Come annunciato nei giorni scorsi è stato dato un colpo duro allo spaccio di stupefacenti nel piacentino grazie all’Operazione Giardini che ha portato all’arresto di 24 persone, tra italiani e stranieri, i quali grazie a un complesso sistema, erano in grado di rifornire 600 clienti in Provincia. 

Ma c’è di più. Il Comando Provinciale dei Carabinieri ha dato molti dettagli riguardo l’operazione, partita da una semplice segnalazione del dicembre 2018 di un cittadino, insospettito da alcuni movimenti strani di una macchina in un parchetto a Gossolengo: in quel caso un giovane italiano era stato colto in possesso di un cospicuo quantitativo di marijuana, verosimilmente con l’obiettivo di spacciarlo presso i locali assuntori.

Dei 24 arrestati, si contano 16 con misura custodiale e 8 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e dimora. L’attività come già accennato, incideva particolarmente sui luoghi di aggregazione della movida piacentina, in particolare in prossimità di paninoteche, hamburgerie, catene anche di grande distribuzione nei pressi della Stazione e nelle vie attigue. Qui gli spacciatori offrivano qualcosa in più oltre al semplice panino.

Nella rete di spaccio si contano 9 piacentini mentre i restanti sono nordafricani (marocchini, egiziani e gambiani) e un albanese. L’attività operativa ha portato all’arresto in flagranza di reato 17 persone, di denunciare a piede libero 7 persone, di raggiungere con misura cautelare 5 persone e di fermare 3 kg di stupefacente, in massima parte hashish, e poi marijuana, cocaina ed eroina, per altri 100 grammi, destinate in massima parte alla città di Piacenza. 

Complessivamente dunque 46 persone arrestate o sottoposte a misura alternativa.

Il comandante della compagnia di Bobbio, capitano Gianluca Muscatello precisa che i ragazzi coinvolti erano poco più che maggiorenni, “nel momento in cui si deve decidere se stare coi buoni o coi cattivi”.

Il luogotenente Guasco specifica che il primo arrestato fu infatti un minorenne marocchino senza fissa dimora, che portava mezzo chilo di hashish da Milano a Piacenza. Si trova ancora in carcere. In seguito un secondo gruppo di italiani (cui faceva capo a un piacentino) e poi uno di gambiani sono stati fermati. Questi ultimi sono stati trovati con dosi dal mezzo chilo al chilo e mezzo. Talvolta capitava che fossero i marocchini a comprare dai gambiani.

Questi, per arginare i controlli utilizzavano vedette, controlli alle fermate degli autobus e comunicavano tra loro: nelle intercettazioni appare come capitasse che scendevano alla fermata prima del treno o dell’autobus e che usassero i taxi per spostarsi, oppure persone compiacenti. I panetti venivano suddivisi in dosi da 12 grammi ciascuna.  I gambiani avevano sede in una cascina abbandonata in prossimità di Piacenza Expo, dove si trovavano le dosi, nascoste in alcuni punti strategici ma non abbastanza per le unità cinofile.  Il terzo gruppo operava nei campi in prossimità di Borgonovo.

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