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76° anniversario della battaglia di Barriera Genova, la commemorazione dei caduti

Quanti saranno passati davanti a quella lapide dalla parte opposta rispetto al Liceo Respighi. Pochi si saranno soffermati nel comprendere cosa rappresentava. Vengono elencati li tutti i caduti nella battaglia che, nel 1943, vide militari e civili opporsi all’avanzata delle truppe tedesche in città.

Un fatto storico non da poco. Sono passati 76 anni dal 1943, ma ancora oggi vengono ricordati quei caduti. Alla presenza di Croce Rossa, Misericordia e Alpini, il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri ha voluto omaggiare chi di quei fatti fu anche “tragicamente protagonista e fatalmente vittima, il ricordo è uno straordinario momento che ci permette di rafforzare il nostro comune senso di appartenenza e di identità”.

“Dopo l’annuncio alla radio da parte del maresciallo Badoglio -ha continuato il sindaco – dell’armistizio firmato pochi giorni prima con gli americani, su un popolo devastato ed esausto da anni di Guerra, quello che poteva apparire un passaggio fondamentale verso l’imminente conclusione del lungo e tragico secondo conflitto mondiale, in realtà apriva un’ulteriore lunga stagione di profonda sofferenza.

Su una Nazione già fortemente segnata da anni di guerra, con una popolazione allo stremo delle forze, si aggiungeva, all’indomani dell’armistizio, lo smarrimento creato dal repentino mutamento di scenari e a pagare il prezzo più salato fu, ancora una volta, il popolo italiano, chiamato ad affrontare con le proprie esanimi forze la nuova realtà”.  

Il presidente della associazione Combattenti e reduci Raffaele Campus ha voluto sottolineare ulteriormente l’importanza di quel che accadde, anche alla luce del fatto che Piacenza era stata insignita medaglia d’argento al valore militare. “Ma dopo quei fatti fu trasformata in una medaglia d’oro. Noi commemoriamo i caduti, è opportuno riflettere su ciò che fu l’8 settembre. E’ nei momenti difficili in cui si vede la qualità di un popolo. Gli italiani l’8 settembre hanno dimostrato di esistere, con una reazione spontanea, con l’orgoglio e il valore militare. In 15 giorni sono morti più di 20 mila soldati italiani e 800 mila internati in campi di lavoro”.

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