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HomeStudenti stranieri preponderanti in molte classi. Per Callori "è inutile negare l’evidenza"

Studenti stranieri preponderanti in molte classi. Per Callori “è inutile negare l’evidenza”

“Inutile negare l’evidenza. Il problema del numero preponderante di alunni di origine straniera in molte classi è generalizzato e concreto. Non è infatti sempre vero che gli studenti siano tutti a un buon livello di apprendimento, in particolare della lingua italiana, e non è altrettanto scontato che tutti i dirigenti scolastici siano preparati a gestire situazioni organizzative difficili e complesse come quelle che si stanno presentando”.

Lo afferma il consigliere di Fratelli d’Italia Fabio Callori che aggiunge: “Il quadro riportato dalla stampa locale sulla situazione della scuola media Alberoni è emblematico. Potremmo infatti allargarlo all’intero territorio regionale, anche se con casi di diversa entità, sul piano delle situazioni di scolarizzazione e di apprendimento che possono essere fortemente differenziati. Paradossale, a questo proposito, una notizia di qualche giorno fa proveniente da Bologna, dove un genitore italiano di origini marocchine, da trent’anni nel paese, ha ritirato il figlio dalla scuola materna per la presenza di troppi bambini stranieri, sostenendo che ‘non si fa integrazione mettendo nelle classi più di venti bambini stranieri’. Come dargli torto? Sono noti già da tempo dati che confermano un calo del rendimento quando nelle classi si va oltre la quota del 30 per cento di studenti di origine straniera. L’obiettivo dovrebbe essere quello di un bilanciamento delle classi multietniche, tenendo conto di vari parametri e potendo contare su accorgimenti come la presenza di un tutor. Sono problemi che la politica e la società dovrebbero affrontare senza il paraocchi dell’ideologia, sganciandosi dalla dittatura del politicamente corretto che impone di non parlare delle difficoltà che si incontrano nell’accoglienza/convivenza a ogni costo. Le conseguenze di questi errori di valutazione sfociano nel bullismo tra alunni perché gli insegnanti non possono vigilare come vorrebbero.”

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