Fosse successo in Francia i commercianti sarebbero scesi in piazza ed avrebbero bloccato il paese per settimane, fino a piegare il governo e convincerlo a tornare sui suoi passi.
In Italia invece l’introduzione del registratore di cassa elettronico ha suscitato qualche timida protesta e poi, come sempre succede in questo paese, gli esercenti hanno chinato la testa e continuato a “mugugnare” nel privato delle loro botteghe.
Eppure la norma che ha introdotto, dal primo gennaio 2020, le nuove casse collegate direttamente con il fisco è stato un’enorme ed inutile spreco di denaro ma è soprattutto uno scempio ecologico per due ordini di motivi. Innanzitutto si sono rottamati milioni di casse ancora perfettamente funzionanti e che avrebbero avuto davanti a sé anni di vita. Motivo già questo sufficiente perché i geniali burocrati ministeriali pensassero a soluzioni alternative per comunicate le chiusure giornaliere all’agenzia delle entrate (ad esempio con una app!).
La seconda ragione è sotto gli occhi di ciascuno di noi: basta pagare un semplice caffè per accorgersi di come gli scontrini siano diventati lunghi circa il doppio rispetto ad un mese fa.
Questo perché ora, per legge, riportano non solo la cifra pagata ma anche la quota d’iva scorporata (e la relativa aliquota) come se al consumatore (medio) potesse fregare qualcosa di sapere che su un caffè da 1 euro, 22 centesimi vanno in tasca allo Stato attraverso l’imposta al valore aggiunto. Un’informazione che anzi rischia di fargli andare la bevanda di traverso.
Chilometri inutili di carta chimica, alla faccia di casse che di elettronico hanno evidentemente solo il nome.
Se infatti è vero che la cassa registra tutto e tutto viene automaticamente inviato alla sera perché mai deve essere necessario (salvo richiesta del cliente per questioni di garanzia) emettere lo scontrino fisico e perché questo deve contenere dati come la quota Iva? Tecnologia per tecnologia lo scontrino potrebbe arrivare direttamente sul telefonino o sulla email del cliente “dematerializzato”.
Nelle segrete stanze dei palazzi ministeriali la parola App non è ancora stata tradotta in burocratese e dunque resta sconosciuta: via allora a rotoli di carta che si snodano come stelle filanti!
Per fortuna la carta termica più recente non dovrebbero più contenere il bisfenolo A (abbreviato in BPA9) una sostanza chimica sospettata di essere dannosa per l’uomo ma resta comunque non riciclabile.
Da un lato, dall’oggi al domani, con la scusa dell’ecologia si inserisce la plastic tax (che peraltro rischia di mettere in ginocchio molte aziende del comparto) e dall’altro si obbligano i commercianti a raddoppiare se non triplicare la lunghezza degli scontrini sapendo (ma lo sanno?) che non possono essere inseriti nella carta da recuperare proprio perché ricoperti da un colorante che reagisce al calore andando ad imprimere le cifre nere fondo semilucido bianco. Carta che non è carta e che non si può neppure mettere nell’umido e va gettata nell’indifferenziato.
In Italia di stima che ogni anno vengano stampati 30 miliardi di scontrini il che vuol dire circa 360/400 mila chilometri di scontrini prodotti grazie all’invenzione di qualche tecnocrate che in un negozio, ovviamente non ha mai messo piede e che di ecologia non ha mai sentito parlare: dai “Friday for future” al “Batti batti lo scontrino … che il pianeta ti inquino”.
Grazie alle nuove casse elettroniche anziché liberarci dei tagliandi potremo, ogni anno, avvolgere la Terra per quasi 10 volte o ancora meglio collegare sempre la Terra con la Luna attraverso un unico gigantesco scontrino.
Visto che poi si vuole disincentivare l’uso dei contanti a questo calcolo bisognerà aggiungere anche la “carta” dei bancomat che, anche nel caso del contactless, viene emessa per le spese sopra i 25 euro.
Nel calcolo non abbiamo peraltro considerato le cosiddette chiusure ossia quell’operazione che il commerciante fa ogni sera, quando chiude il negozio. Fino al mese scorso la cassa emetteva uno speciale scontrino ed il commerciante annotava, a mano, il totale sul registro dei corrispettivi. Con le nuove casse il totale viene automaticamente spedito all’Agenzia delle Entrate. Logica vorrebbe che non venisse stampato nulla.
Invece lo scontrino continua ad essere stampato e il papiro che esce è diventato circa tre volte più lungo di quello precedente.
Perché in Italia le parole informatizzazione ed ecologia servono solo per riempirsi la bocca!