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La lettera di un ricoverato in Ospedale: “Stavo peggiorando, ma la vita è ricominciata”

“Mi chiamo Carlo e ho contratto il covid19, come tante persone”.

Inizia così la lettera di una persona tornata a casa dopo un ricovero in ospedale per febbre altissima e polmonite interstiziale bilaterale. Potete trovarla sulla pagina Facebook dell’Azienda Usl di Piacenza.

“Arrivai al Pronto soccorso nel pomeriggio del giorno 9 marzo, in una drammatica giornata che registrò un record di accessi. Dopo essere stato visitato, venni dotato di maschera per l’ossigeno e sistemato su una barella, in attesa di ricovero. La mia situazione stava rapidamente peggiorando: era per me uno sforzo impossibile solo il rispondere alle domande che mi ponevano. Venni poi ricoverato nel reparto di Ortopedia e la terapia a cui mi sottoposero ebbe effetti quasi immediati: giorno dopo giorno sentivo un lentissimo ma graduale miglioramento. La vita, lentamente, ricominciava. Non a tutti è stata riservata questa fortuna!

Propongo questa mia testimonianza per dire che sono stato colpito dall’impegno profuso dal personale medico-infermieristico, da tutti i professionisti che mi hanno curato, a partire dal Pronto soccorso, dove ho visto una volontà di aiutare che andava al di là del dovere professionale: il direttore sempre presente e tutti pronti a dare il meglio di sé. Anche in Ortopedia, dove ho passato 10 interminabili giorni, ho constatato la stessa immensa umanità profusa oltre al dovuto. Ricordo i nomi degli addetti che entravano nella mia stanza nelle più disparate ore del giorno e della notte e il loro alacre e amorevole adoperarsi.. 

Purtroppo i dispositivi di protezione di cui erano dotati mi impediranno un giorno di riconoscere per strada tutti questi “angeli senza volto”, come li avevo mentalmente battezzati! Intendo inoltre ricordare l’aiuto solerte e costante del personale di Diabetologia (avevo finito la mia provvista di insulina), anch’esso chiamato a dare il suo silenzioso contributo alla causa e capace di offrirmi un indimenticabile supporto morale. Anche riguardo alla disponibilità dei farmaci (potevano terminare in un frangente tanto eccezionale!) nessuna spiacevole sorpresa.
Concludo volgendo un pensiero a tutte le belle persone incontrate, che spero di riuscire un giorno a ringraziare una a una. Si tratta di un’ immensa risorsa umana e di una capacità di dedizione e di sacrificio che meritano la profonda riconoscenza di tutti cittadini e, mi auguro, di tutte le Istituzioni”.

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