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A Piacenza l’apertura del Festival del Pensare Contemporaneo 2025

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Il Festival del Pensare Contemporaneo 2025 ha preso il via a Piacenza con l’iniziativa “Vite Svelate. Esporsi / Scoprirsi”, dedicata alle scuole, nel cortile di Palazzo Farnese, attorno a una pedana-lago che rifletteva cielo e volti. Gli studenti hanno potuto assistere a performance dei laboratori didattico-innovativi e alle installazioni artistiche, per poi spostarsi a piedi verso Piazza Cavalli.

L’apertura ufficiale della terza edizione è stata caratterizzata da una serata in cui musica e filosofia si sono intrecciate sul palco di Piazza Cavalli. Concerti filosofici condotti da Andrea Colamedici e Maura Gancitano hanno visto alternarsi Anna Castiglia, Emma Nolde, Giulia Mei, N.A.I.P., NAYT e Francesco Bianconi (dei Baustelle) in dialogo con Fabrizio Gargarone, raccontando il presente attraverso parole e suoni intensi.

Il primo sentimento espresso dal sindaco Katia Tarasconiè stata la gratitudine nei confronti di tutte le persone e le realtà che hanno reso possibile il Festival: il Comitato promotore, la curatela (Alessandro Fusacchia, Maura Gancitano e Andrea Colamedici), le componenti di Rete Cultura Piacenza, Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione Teatri e gli sponsor.

Ha ricordato l’importanza della città delle Università e dello staff operativo, dei volontari e degli ospiti che hanno donato le loro parole durante i quattro giorni. Pur normalmente i ringraziamenti si fanno alla fine, il sindaco ha scelto di iniziare da qui, sottolineando quanto fosse fondamentale per lei mostrare riconoscenza.

Ha evidenziato il valore di un Festival che ha permesso a Piacenza di respirare un’atmosfera unica, di riflettere sulle sfide della società contemporanea e di confrontarsi con la propria identità, fragile e autentica, di fronte a un mondo complesso e disorientante. Ha ricordato come, nei giorni precedenti, fosse percepibile l’attesa e il desiderio di prendersi lo spazio dell’ascolto, che rappresenta un regalo per ciascun partecipante.

Il sindaco ha sottolineato l’orgoglio di Piacenza, non solo come vetrina culturale, ma come esempio di coraggio e tenacia: un “giardino” coltivato con cura dalla città stessa. In un periodo difficile a livello mondiale, iniziative come il Festival sono state viste come un’occasione per non perdere la speranza, mostrando come arte, cultura e dialogo possano diventare ponti tra le persone. Infine, Tarasconi ha condiviso il desiderio di dedicare un murales a Giorgio Armani, omaggio alla creatività e all’eleganza di un grande concittadino.

La serata è proseguita, in piazza Cavalli, con M. Il figlio del secolo – Dialogo tra Andrea Colamedici e Antonio Scurati. L’incontro ha esplorato l’opera monumentale di Antonio Scurati, che racconta l’ascesa di Benito Mussolini e la nascita del fascismo non come parentesi, ma come dinamica storica, politica e psicologica che ha segnato Italia ed Europa. Il dialogo ha permesso di riflettere sul rapporto tra letteratura e memoria storica, sul fascismo come trauma non ancora risolto e sulle responsabilità intellettuali di chi narra oggi le origini della contemporaneità.

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