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Accesso agli atti sui box arancioni. L’associazione Altvelox giudica insufficienti le risposte del Comune di Piacenza

L'associazione annuncia oltre a una denuncia in procura anche segnalazione all'Anac e alla Corte dei conti. Al momento i box hanno solo funzione statistica ma non danno multe

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Il caso dei “box arancioni” si sposta sul terreno della trasparenza amministrativa dopo che l’amministrazione ha risposto l’istanza di accesso agli atti presentata da Altvelox sul progetto comunale “Attenta-Mente”.
L’associazione giudica infatti la risposta del Comune di Piacenza (prot. n. 136849/2025) carente in quanto sarebbero assenti documenti ritenuti fondamentali come atti di affidamento, capitolati tecnici, certificazioni di conformità, relazioni scientifiche e validazioni accademiche dei responsabili.
Per Altvelox, simili omissioni non solo impedirebbero una valutazione indipendente dell’iniziativa, ma violerebbero i principi di trasparenza e imparzialità sanciti dalla legge 241/1990 e dall’art. 97 della Costituzione.
La risposta del Comune
Dalla documentazione trasmessa secondo Altvelox emergerebbe anche un elemento inedito, messo nero su bianco dall’amministrazione comunale nella comunicazione ufficiale del 18 agosto 2025. In realtà già in un recente consiglio comunale il. Vicesindaco Bongiorni aveva già anticipato lo stesso punto che però ora è stato “cristallizzato” su carta.
“Si precisa che i VeloBox arancioni installati nelle vie della città hanno la finalità esclusiva di rilevazione statistica del numero di veicoli in transito e della loro velocità. La predetta installazione è finalizzata alla verifica del comportamento dei conducenti in presenza dello strumento avente caratteristiche identiche a quelle di un vero e proprio Velox ma senza capacità sanzionatoria. I dati sinora analizzati hanno evidenziato una riduzione delle condotte potenzialmente sanzionabili pari a circa il 70%.”
Una precisazione che conferma come non si tratti di dispositivi sanzionatori, ma di strumenti a fini statistici e deterrenti, con risultati che il Comune definisce “significativi”, citando punte dell’80% di riduzione delle violazioni su via Emilia Pavese.
Le azioni annunciate da Altvelox
Di fronte a quella che definisce una situazione di “opacità e omissioni”, l’associazione ha reso noto di voler procedere in tre direzioni:
denuncia-querela alla Procura della Repubblica, per verificare eventuali responsabilità penali legate all’omissione di atti e all’installazione di strumenti non conformi;
segnalazione all’ANAC, per possibili violazioni delle norme in materia di trasparenza amministrativa e affidamento di incarichi a soggetti privati;
trasmissione alla Corte dei Conti, per accertare eventuali utilizzi impropri di risorse pubbliche destinate a un progetto ritenuto privo di adeguata copertura documentale.
Il Comune, da parte sua, ribadisce la finalità di sicurezza stradale e prevede l’estensione degli attuali quattro box a circa quindici, con un unico autovelox reale installato a rotazione (che allo stato attuale non è dunque in funzione).

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