In risposta a un precedente articolo del Fatto Quotidiano, il presidente del Tribunale di Piacenza, Stefano Brusati, ha chiarito che il gip ha depositato il provvedimento di archiviazione il 19 novembre 2025, ponendo così fine al procedimento che vedeva coinvolto il ministro Tommaso Foti e altri indagati, tra cui Erika Opizzi, all’epoca assessore della giunta Barbieri. Il presidente ha precisato che il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del pubblico ministero, disponendo l’archiviazione e il totale proscioglimento dalle accuse di corruzione e traffico di influenze nei confronti di Foti. Lo stesso provvedimento riguarda tutti i coindagati — Nunzio Susino, Emanuele Susino, Lino Girometta, Alessandro Pignacca, Massimo Campo, Erika Opizzi e Carlobruno Labati — per i quali il gip ha adottato identica decisione di archiviazione.
L’ordinanza, depositata il 19 novembre 2025, segna la conclusione del procedimento per tutti gli interessati, sebbene la notizia non fosse stata immediatamente nota né agli indagati né all’opinione pubblica. Solo a seguito delle precisazioni del presidente Brusati è emerso che la richiesta di archiviazione, avanzata dal pubblico ministero già nel febbraio 2024, era stata accolta, chiudendo così una vicenda giudiziaria durata oltre venti mesi.
A commento della decisione, Erika Opizzi ha sottolineato il valore personale e professionale dell’archiviazione. «Restituisce finalmente chiarezza e serenità al mio operato — ha detto — come avvocato, politico e madre», confermando la fiducia riposta nella giustizia durante l’intera vicenda. Opizzi ha definito il procedimento «una vicenda dura, un tempo d’ombra» che l’ha messa alla prova, sottolineando l’esigenza di qualche giorno per ritrovare «un passo più leggero».
Opizzi ha inoltre annunciato la sua partenza per Atreju e precisato che, al rientro, vi sarà modo di affrontare la vicenda in maniera più compiuta, anche sul piano pubblico e politico. Secondo la stessa interessata, con il provvedimento di archiviazione è arrivato il momento di guardare avanti, lasciandosi alle spalle una fase segnata dall’incertezza processuale e dalle ombre mediatiche che avevano accompagnato l’indagine.



