Si è tenuta questa mattina, 7 ottobre, presso il Park Hotel, l’Assemblea Generale Straordinaria e Ordinaria di Confagricoltura Piacenza. L’evento a porte chiuse e nel rispetto dei protocolli anti-Covid ha visto i soci, per la parte straordinaria, deliberare un cambio statutario al fine di adeguare norme e funzionamento dell’associazione territoriale a quanto stabilito a livello nazionale.
Nulla di particolarmente sostanziale se non una maggior sinergia con il quartier generale di Palazzo della Valle e una modifica della durata in carica degli organi direttivi che avranno mandato quadriennale e saranno rieleggibili consecutivamente solo per un secondo quadriennio, proprio come quelli di emanazione nazionale. L’assemblea ordinaria ha fatto immediatamente seguito a quella straordinaria.
Era stata inizialmente programmata per la scorsa primavera, ma la pandemia ha costretto a un allungamento dei termini. Fissata anche la data delle prossime elezioni: si terranno l’11 novembre, a distanza di un anno preciso dalla celebrazione del centenario. L’assiste ha suggellato la fine del primo mandato di Filippo Gasparini e della Giunta eletta ad aprile 2017 ed è stata, come nelle attese, proprio la relazione conclusiva del presidente a tracciare un bilancio di questi tre anni.
Nella sua relazione il presidente ha poi passato in rassegna la tematiche che hanno particolarmente impegnato l’associazione: acqua, fauna selvatica, normative e burocrazia. Attenzione anche per le specificità dei singoli comparti in un articolato intervento che non ha guardato solo al passato, ma anche agli obiettivi futuri.
“Dal punto di vista sindacale, non c’è un argomento che riguardi l’agricoltura sul quale abbiamo taciuto, non c’è un tavolo istituzionale al quale non ci siamo seduti. Abbiamo cercato di portare avanti la difesa degli imprenditori agricoli anche attraverso azioni dedicate alle problematiche degli specifici comparti, come la battaglia serrata affinché le quote produttive di Grana Padano venissero assegnate direttamente agli allevatori, o, quanto meno, questi potessero avere una loro rappresentanza diretta nel Consiglio del Consorzio di Tutela. È stata una stagione di proposte che non ritengo ancora esaurita, a riprova della validità della nostra istanza porto ad esempio quella analoga presentata a livello nazionale per la produzione dei prosciutti Dop. Noi ci siamo, non solo nei nostri campi, ma anche a fare da pungolo e da facilitatori a un cambiamento epocale che la pandemia ha reso improcrastinabile e che deve rimettere al centro l’uomo, il suo valore, e il suo dovere di governare il creato, proprio come abbiamo detto in occasione del nostro centenario. Pretendiamo che la centralità del nostro settore, non a caso denominato primario, sbandierata nel momento più difficile, venga riconosciuta anche dall’agenda politica ed economica, pretendiamo che si prenda coscienza delle vere priorità della società e che conseguentemente si agisca”.