Tutto resta come prima. L’incontro fra sindaco e associazioni su piazza Cittadella non cambia le carte in tavola

All’indomani del comunicato stampa diffuso dal sindaco Katia Tarasconi sull’incontro tenutosi  cone le associazioni che stanno lottando per la salvezza dei 15 alberi di piazza Cittadella le stesse Legambiente, FATe, Italia Nostra, Archistorica, Laboratorio Popolare, Attac e i cittadini firmatari del ricorso forniscono la propri visione del faccia a faccia avuto con l’amministrazione che sostanzialmente vede ciascuno dei “contendenti” fermop sulle proprie posizioni.

“Come era facilmente prevedibile l’incontro non ha cambiato minimamente le divergenti posizioni tra i soggetti a confronto ma è stata un’occasione, l’unica dall’inizio del mandato, per ribadire direttamente alla Sindaca le motivazioni che sono alla base della contrarietà sia all’abbattimento delle alberature, sia alla costruzione del parcheggio interrato. Se ci fosse stato maggiore ascolto, verso le associazioni e i cittadini, riconosciuti dalla stessa Sindaca quali “consapevoli e informati”, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto e soluzioni ben più vantaggiose per la città si sarebbero potute trovare.

Le motivazioni esposte si sono concentrate su questioni ambientali (taglio delle piante, inquinamento atmosferico, isole di calore, mobilità non sostenibile), di tutela della piazza storica, di  rischio archeologico, ecc.; il tutto gravato dalla cappa dell’eccessiva onerosità del progetto, tra l’altro, in presenza oggi di alternative possibili e a minor costo. Costi che la Sindaca ha rilevato non essere a carico dei cittadini ma dei soli fruitori delle strisce blu, come se chi usufruisce e paga le strisce blu non fossero cittadini.

La durata dell’incontro, due ore e mezza, ha dimostrato la ricchezza delle argomentazioni illustrate, che non è possibile condensare in poche righe.

Certamente abbiamo sottolineato che i lavori di scavo (una nostra stima per difetto prevede 3.000 viaggi di camion per il trasporto della terra scavata, circa 1.000 ore di lavoro di escavatore, 500 viaggi di betoniere, ecc.) determinerebbero un inquinamento insostenibile per i residenti e per gli allievi della scuola Mazzini e delle scuole limitrofe. Inquinamento, disagio per rumori e vibrazioni, che durerebbero anni, a causa delle probabili interruzioni dei lavori dovuti. Disagi e costi che non sono stati per nulla valutati per la mancata applicazione della necessaria verifica di assoggettabilità e della conseguente possibile valutazione di impatto ambientale.

Si è inoltre ribadito che il contratto del 2012 poteva in più occasioni essere rescisso, per inadempienze procedurali più volte evidenziate in Consiglio Comunale. Anche rispetto al mancato accertamento della condizione di bancabilità è stato risposto che la responsabilità compete ai tecnici che l’avrebbero verificata. Risposta piuttosto burocratica, che scarica le responsabilità, per niente rassicurante.

Come per niente rassicurante è risultata la risposta circa le preoccupazioni in merito al rischio archeologico: “la Soprintendenza ha approvato il progetto” – è stato detto – assicurando di aver condotto anche indagini tramite georadar, di cui fin qui non era mai stata data alcuna evidenza e di cui l’amministrazione stessa – a detta dell’assessora all’urbanistica –  non è in possesso di documentazione.

Vi è in sostanza un ribaltamento del concetto di interesse pubblico. Per l’Amministrazione tale interesse è di carattere squisitamente economico, sta nell’evitare le penali (eventuali) per la rescissione del contratto, che da tutti è stato definito eufemisticamente “mal concepito”, per non dire capestro. Contratto le cui condizioni non sarebbero più approvate oggi, anche secondo la pubblica ammissione di alcuni consiglieri di maggioranza. Per noi invece l’interesse pubblico prioritario è la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, soprattutto in un contesto climatico cambiato; evitare l’attrazione di ulteriore traffico nel centro storico; evitare il rischio archeologico e accedere a una riqualificazione delle due piazze con un progetto unitario e coerente ai vincoli storici presenti. Noi per primi siamo contrari al degrado e desideriamo una piazza bella e accogliente; affermare il contrario è pura mistificazione.

Spiace aver dovuto infine costatare che la Sindaca non abbia nemmeno voluto concedere un gesto di attenzione verso i cittadini che hanno dato vita alla mobilitazione e al presidio attuale, favorendo quantomeno la sospensione dei lavori nel cantiere di Piazza Cittadella, in attesa dell’udienza in Tribunale del 28 ottobre prossimo. Un gesto che avrebbe rasserenato gli animi e che avrebbe allontanato il dubbio di malcelato risentimento nei confronti dei manifestanti. Lavori che – nel caso di mancato accoglimento del reclamo – risulterebbero peraltro inutili e un costo ingiustificato per la collettività, attesa la irrealizzabilità del progetto approvato a causa dell’impedimento di abbattere le piante. Dubitiamo che un accordo con la ditta non si sarebbe potuto trovare.

Così come non si è voluta nemmeno accettare la proposta di acquisire l’ex autosilo di via X giugno per destinarlo a parcheggio pubblico, mediante soluzioni da valutare, fra cui il finanziamento nell’ambito del bando periferie o una rinegoziazione del contratto con Piacenza Parcheggi. Si è richiesto di introdurre comunque una variante urbanistica sull’edificio da zona residenziale a parcheggio pubblico, per ragioni di pubblica utilità.

Rimane il rammarico di un’occasione persa per una vera apertura di dialogo, a cui questa l’amministrazione non è evidentemente abituata, preferendo il decisionismo, a dispetto della partecipazione. La disponibilità a concedere spazi di confronto sulle dotazioni superficiali della Piazza futura (magari qualche piantina in più in contenitori di cemento), ci sembra una proposta tardiva e inadeguata. Nessuna possibile compensazione ci ripagherà dell’abbattimento dei 15 alberi monumentali e della ex-autostazione degli autobus, e del traffico di auto in centro storico per sempre. Per quanto la si decori, una torta con panna rancida è comunque immangiabile.




Il sindaco Tarasconi incontra le associazioni di piazza Cittadella (senza la stampa)

Alcuni rappresentanti di Italia Nostra (sezione di Piacenza), FATe, Archistorica, Laboratorio Popolare per la Cultura e per l’Arte, Legambiente Piacenza, Attac Piacenza e dei cittadini firmatari del ricorso per impedire l’abbattimento delle piante di piazza Cittadella, si sono incontrati questa mattina con il sindaco Katia Tarasconi e con gli assessori Bongiorni, Fantini, Groppelli per confrontarsi sul destino di questa parte di città su cui si affaccia palazzo Farnese.

Ci sarebbe piaciuto raccontarvi in maniera puntuale di cosa si è parlato ma purtroppo non solo l’incontro non è stato proposto in streaming (come avevano richiesto le associazioni) ma è stato anche deciso di non ammettere la stampa. Nonostante il sindaco nel suo comunicato parli di “dovere inderogabile di trasparenza e correttezza nella gestione amministrativa” lasciando fuori i giornalisti dall’aula si è persa un’occasione per mettere in pratica tale proclamata trasparenza su una delle vicende più discusse della vita politica cittadina degli ultimi trent’anni.

Per sapere, almeno in parte, ciò che è stato discusso vi lasciamo dunque alla lettura del comunicato stampa che, mai come in questa occasione, si può davvero definire una “velina di Palazzo”.

“Ogni occasione di dialogo è preziosa e ha una valenza positiva, indipendentemente dal fatto che le parti a confronto trovino un punto di vista univoco o mantengano ciascuna la propria posizione”. Il sindaco Katia Tarasconi commenta così l’incontro tenutosi stamani in Municipio con una delegazione di associazioni, in merito al progetto di riqualificazione di piazza Cittadella, sottolineando che “sarebbe riduttivo sintetizzare il tutto nella dicotomia tra chi è a favore e chi è contro la realizzazione del parcheggio interrato. Il tema va visto in una prospettiva ben più ampia: quella della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, della mobilità dolce, della valorizzazione di un contesto storico e monumentale oggi in condizioni di degrado. Questi sono i punti chiave di un percorso di rigenerazione urbana che avrebbe meritato maggior condivisione e continuità anche dal punto di vista comunicativo, in questi 12 anni: ce ne siamo resi conto oggi, approfondendo l’analisi del progetto con una componente della cittadinanza molto consapevole e informata, ma non in possesso di tutti gli elementi progettuali”.

“Per questo – prosegue il sindaco, affiancata stamani dagli assessori Matteo Bongiorni, Adriana Fantini e Serena Groppelli – ci siamo impegnati a fornire alle associazioni la documentazione relativa alle precedenti indagini archeologiche sull’area in questione, ribadendo con convinzione anche la massima disponibilità dell’Amministrazione, qualora la sentenza del prossimo 28 ottobre autorizzi la prosecuzione del cantiere, a riconsiderare insieme il progetto di riqualificazione di superficie di piazza Cittadella, per apportare tutte le migliorie che si possano inserire, anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, su un piano che è ormai ultradecennale e come tale può essere evidentemente oggetto di nuove riflessioni”.

“Ringrazio la delegazione che ha partecipato questa mattina – conclude Tarasconi – portando una prospettiva che abbiamo ascoltato con la massima attenzione, pur restando fermi nelle rispettive posizioni. C’è, per quanto ci riguarda, un tema di responsabilità istituzionale da cui non possiamo prescindere nel valutare l’interesse pubblico del progetto, ed è quello di non esporre le risorse dell’ente, ovvero della comunità piacentina, a un danno economico derivante dal mancato rispetto delle procedure e delle norme contrattuali. Posso comprendere che questo aspetto non risulti così rilevante dall’esterno, ma per il Comune rappresenta un dovere inderogabile di trasparenza e correttezza nella gestione amministrativa, che del resto è stato considerato tale da tutte le Amministrazioni, anche di colore politico diverso, che si sono susseguite in questi anni. Ciò detto, in attesa dell’udienza della settimana prossima, sottolineo l’importanza di un confronto civile e aperto come quello che abbiamo potuto avere questa mattina”.




Il Po supera la soglia dei 5.40 metri: chiusa via Nino Bixio

Via Nino Bixio è chiusa al traffico dalle 8.30 di questa mattina (nel tratto dalla rotonda sotto il ponte ferroviario alle Società Canottieri), a seguito di un sopralluogo di verifica del livello del Po effettuato stamani alle 7.30 da una pattuglia, su disposizione della Protezione Civile. Al raggiungimento della soglia idrometrica di 5.40 metri è stata disposta la chiusura della strada.

Aipo (Agenzia Interegionale iume Po) informa che “Le intense precipitazioni in corso e previste potranno generare apporti degli affluenti all’onda di piena del fiume Po, che ha transitato nelle scorse ore nel tratto più occidentale e il cui colmo è previsto nel corso della notte a Piacenza con valori che supereranno la soglia 2 di criticità (moderata, colore arancione) e a Cremona nella giornata di domani con valori superiori alla soglia 1 (ordinaria, colore giallo). Sulla base delle stime attuali, si prevede che la piena superi la soglia 2 di criticità (colore arancione) nell’arco delle prossime 36 ore nel tratto tra Casalmaggiore a la foce. E’ attivo il monitoraggio del servizio di piena centrale AIPo e degli uffici territoriali dell’Agenzia, in coordinamento con i sistemi regionali e locali di protezione civile. La piena interesserà diverse aree golenali ed è raccomandata prudenza nelle aree vicine al fiume e nelle attività di navigazione. Il personale AIPo degli Uffici territoriali Emiliani è in costante attività sui corsi d’acqua di competenza dell’Agenzia per il monitoraggio sulle opere idrauliche e eventuali interventi di somma urgenza”.