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Confagricoltura Piacenza: nuovo caso di predazione da lupo, vitellina sbranata in stalla a Casaliggio

Il presidente Gorra: “Serve un’assunzione di responsabilità politica: il problema è grave e in crescita”

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Confagricoltura Piacenza torna a denunciare un nuovo caso di predazione da lupo direttamente in stalla. L’episodio si è verificato nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 ottobre a Casaliggio, nel comune di Gragnano Trebbiense.

Questa mattina il veterinario dell’Asl ha confermato, dopo il sopralluogo, che la morte di una vitellina di due mesi, del peso di circa 60 chili, è riconducibile alla predazione da lupo. L’animale è stato trovato dilaniato all’interno del recinto dei vitelli, dentro alla stalla principale dell’azienda.

L’animale apparteneva all’azienda zootecnica dei fratelli Luciano e Luigi Opizzi, che conducono l’allevamento insieme insieme al nipote Fabio

“È la terza predazione in due anni – racconta Luciano Opizzi –. Non c’è solo il danno economico, ma la frustrazione e la paura. Ci sentiamo dire che i lupi sono una risorsa, ma chi difende i nostri animali? La vitellina è stata uccisa dentro al recinto, in un’area interna alla stalla. Mio nipote ha visto il branco: erano sei o sette esemplari, quattro adulti e alcuni più piccoli, ma non ha realizzato subito che stavano uscendo proprio dalla stalla. Probabilmente se ne sono andati perché sono stati disturbati”.

L’azienda si trova a ridosso del Parco del Trebbia, con alcuni campi all’interno dell’area protetta e la stalla a circa 100 metri dal confine del parco.

“Abbiamo cinghiali e lupi, la situazione, grave da tempo per i cinghiali, è drasticamente peggiorata negli ultimi anni per quanto riguarda i lupi – aggiunge Opizzi –. La predazione è avvenuta in una zona interna, oltretutto limitata anche da barriere e teli, ma le stalle moderne sono a stabulazione libera, non hanno muri. Occorrerebbe una recinzione perimetrale dell’area alta almeno tre metri. Nel nostro caso avremmo un perimetro di circa un chilometro, sarebbe una prigione, oltre che impossibile da realizzare”.

Il presidente di Confagricoltura Piacenza, Umberto Gorra, sottolinea la gravità del fenomeno: “Il problema esiste, è serio e non più confinato alle aree montane. Riceviamo segnalazioni di predazioni in zone agricole e persino vicino ai centri abitati. È necessario che anche la politica prenda atto della mutata situazione rispetto a pochi anni fa. Occorre un’assunzione di responsabilità: non possiamo continuare a lasciare soli gli allevatori davanti a un problema che ormai riguarda tutto il territorio”.

Confagricoltura Piacenza ribadisce la necessità di interventi concreti di tutela per le aziende zootecniche, ricordando che la convivenza tra attività agricole e fauna selvatica può esistere solo se supportata da strumenti efficaci di prevenzione e indennizzo, proporzionati ai rischi crescenti per gli allevatori.

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