Metti una sera di mezza estate, in una deserta piazza Cavalli. Una telecamera sistemata davanti a Palazzo Mercanti ad inquadrare il solitario ex sindaco di Piacenza Paolo Dosi collegato in diretta con la trasmissione di Rete4 “Dalla Vostra Parte”.
Argomento naturalmente i 50 furbetti del cartellino che hanno portato la nostra città alla triste ribalta mediatica. Ospiti in collegamenti esterni, oltre a Dosi, il giornalista e politico Roberto Poletti e l’avvocato Pio Torcicollo, noto per aver difeso altri pubblici dipendenti accusati di assenteismo.
Dosi incalzato dalle domande del conduttore e dalla furbesca aggressività verbale di Poletti è subito apparso in difficoltà ed ha faticato, nei pochi secondi concessigli, ad esprimere le sue idee e difendere il suo operato e quello della sua giunta.
“Noi ci siamo accorti di quello che è accaduto a 20 persone (quelle sanzionate dal Comune per assenteismo ndr) – ha detto Paolo Dosi – di questi altri, evidentemente no perché altrimenti saremmo intervenuti prima. E’ intervenuta la polizia municipale in collaborazione con la guardia di finanza. Per cui questi sono gli atti che sono accaduti … questo è quello che è accaduto. Ne prendiamo atto. Evidentemente sappiamo di avere avuto una carenza di controllo. Però dobbiamo tenere conto che su 14 sedi comunali con 620 dipendenti con tutte le difficoltà” .
Il conduttore e Poletti a questo punto hanno contraddetto Dosi ricordanogli che Piacenza non è una metropoli con migliaia di dipendenti e che non dovrebbe essere troppo difficile controllare quelli che ci sono.
… venga in Comune a Piacenza – ha ribattuto Dosi – a verificare come stanno le cose …. come si può gestire una organizzazione di questo tipo”.
A questo punto l’ex sindaco è stato definitivamente interrotto e non ha potuto concludere il suo pensiero, sovrastato dall’avvocato Pio Torcicollo secondo cui “nelle pubbliche amministrazioni non ci sarebbe organizzazione del lavoro. Il capo – ha detto l’avvocato – colui che dirige non dirige nulla, non assegna compiti. Spesso il lassismo dei dipendenti è conseguenza del lassismo e dell’inerzia di chi dirige e dovrebbe controllare e che a sua volta non è controllato. L’avvocato ha poi definito gli assenteisti delle “pecore smarrite”.
Durante il programma è stato anche mandato in onda un breve video in cui uno degli indagati ha spiegato cosa faceva anziché lavorare: dal cambio olio dello scoter a una puntatina al bar per una breve giocata alle slot.