Un recentissimo episodio di cronaca ha visto protagonisti due ragazzini, calciatori in erba. Durante la partita i due si sono ripetutamente “beccati” per poi proseguire la poco amichevole disfida nel parcheggio del campo. Il tutto si sarebbe concluso con una testata e con il successivo intervento dei Carabinieri … alla faccia dello sport e con buona pace di “Pierre de Coubertin”.
Atteggiamenti a cui vuole porre un freno il progetto “Per un calcio amico”, presentato oggi in Cattolica alla presenza di un ex d’eccezione del Piacenza Calcio, nonché allenatore della Roma Eusebio Di Francesco. Con lui anche il presidente dell’associazione La Ricerca Gian Luigi Rubini ed uno dei promotori dell’iniziativa Gianluca Bariola, arbitro.
Molto sentito l’intervento dell’allenatore della Roma, che ha coinvolto la platea composta da giovani calciatori delle squadre aderenti al progetto, ma anche genitori e adulti appassionati di questo meraviglioso sport che talvolta viene rovinato da atteggiamenti sbagliati.
«E’ importante essere competitivi – ha affermato Di Francesco – ma senza escamotage o scorciatoie. Bisogna dare il meglio di sè. Ai genitori dico di essere coerenti, spesso li vedo sui campi di calcio di fianco ai figli mentre insultano l’arbitro, cosa ci si può aspettare dal futuro calciatore? Inutile dire tanto è così, nel calcio come in altri ambiti della vita. Spero che questo progetto possa cambiare in parte la mentalità».
Soprattutto il tecnico giallorosso ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra. «Quando facciamo qualcosa, facciamola assieme, senza puntare il dito verso qualcuno se va male. Le persone fanno sempre la differenza, vedo che il bene dei ragazzi comincia a essere messo al primo posto, in questo anche la scuola è una grande educatrice».
Ma nel caso di Di Francesco chi è stato il suo più grande insegnante?
«Mio padre.
Ma voi siete un esempio per i ragazzi?
«Vengo da un mondo dorato sotto tanti punti di vista – ha detto l’ex del Piacenza – a volte i ragazzi ci guardano come se non fossimo fatti di ossa e carne, in realtà è il contrario: siamo persone, ci sono intorno a me ragazzi con fragilità uniche o che vengono da realtà differenti. Penso che portare avanti progetti come quello che presentiamo oggi porti anche i più grandi a crescere insieme ai giovani».
Il progetto “Per un calcio amico”
Nel progetto saranno in campo psicologi, psicopedagogisti, che completeranno il lavoro delle società sportive, e di tutti coloro che sono parte dell’organigramma societario. Per questo è stata predisposta un’alleanza educativa con Coni, Associazione Italiana Allenatori di Piacenza, Associazione italiana arbitri, Associazione italiana calciatori, Lega Nazionale dilettanti di Piacenza. Il tutto grazie anche al sostegno della cooperativa consortile Concopar.
In un primo momento saranno promosse da allenatori e dirigenti occasioni di ascolto, riflessione e condivisione delle idee e delle esperienze rispetto a come “stare accanto” ai ragazzi nel calcio. In particolare le aspettative che (chi più chi meno), i genitori riversano sul pargolo e che se non soddisfatte, possono portare a problematiche. In un successivo momento il progetto sarà focalizzato sulla prevenzione di situazioni di violenza e discriminazione all’interno delle squadre.
«Vogliamo dare una risposta – ha assicurato Bariola – alla disgregazione giovanile della nostra realtà. Tutte le operazioni che promuoveremo da adesso in avanti saranno pensate per loro, Sappiano che sono nei cuori e nelle menti di chi ha pensato questo progetto».