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Foti: “Per me nessun incarico in caso di vittoria. Facciamo entrare aria nuova a Palazzo Mercanti”

Una presenza fissa ma al contempo discreta quella dell’onorevole Tommaso Foti nella prima parte della campagna elettorale di Patrizia Barbieri, quasi a voler evidenziare il proprio appoggio incondizionato al candidato sindaco senza però essere una presenza troppo incombente, senza correre il rischio di rubare la scena alla vera protagonista di questa – fin qui vittoriosa – cavalcata politica.

Lui che fu vice-sindaco con Guidotti ora si è ritagliato il ruolo di stratega, restando in seconda linea.

Onorevole Foti molti esponenti della vecchia guardia dei partiti, come lei e Polledri a destra, hanno raccolto parecchie preferenze. Vuol dire che gli apparati di partito funzionano ancora?

Più che altro funzionano le persone. Per quello che mi riguarda a dire il vero … ho fatto talmente poco che forse è un premio alla volontà quello che mi è stato dato. Avendo fatto una lista altamente competitiva e avendo lasciato spazio ai candidati per massimizzare il loro sforzo è evidente poi che non potevo impegnarmi in senso opposto e andare a chiudere loro degli spazi. 

Non si è impegnato insomma più di tanto per cercare i voti, ma alla fine li ha ottenuti comunque.

Si direi proprio che è andata così.

A posteriori, vedendo i risultati che siete riusciti ad ottenere, è stato un errore quello di non candidare Trespidi ma scegliere la Barbieri o ne siete ancora convinti oggi e contenti?

Siamo non solo convinti, ma certi di aver fatto la scelta giusta. D’altra parte da che mondo è mondo si sceglie chi arriva primo, non chi arriva terzo.

Per questa volata finale dove pensate di prendere i voti necessari alla vittoria? Pescherete dal bacino di Trespidi, da quello dell’astensionismo o dove?

Io penso che oggi innanzitutto sia un confronto fra i due candidati che devono convincere i cittadini della bontà delle loro tesi. Ovviamente tesi che in gran parte sono contrapposte. Sotto questo profilo ritengo che, in generale, tutti i movimenti politici abbiano ben poco da dire. Il confronto è fra le persone e segnatamente fra i due candidati rimasti in campo: la Barbieri da una parte e il suo antagonista dall’altra. Detto questo è vero che c’è un 78% dei piacentini che, al primo turno, ha bocciato quella coalizione che sostiene Rizzi. Sette assessori dell’attuale giunta bocciata figurano nelle liste a supporto di Rizzi. Non so quale discontinuità il candidato avversario della Barbieri possa oggi invocare. La realtà dei fatti è che fin dalla composizione delle liste che lo sostengono c’è la continuità con una giunta che ha fallito e con una amministrazione che al 78% viene bocciata dai cittadini. Secondo me il bacino a cui rivolgersi da parte di Patrizia Barbieri è costituito in primo luogo dai cittadini tutti ma in particolare quel 78% che ha già detto no alla prosecuzione di una esperienza fallimentare.

Da parte della sinistra c’è chi, forse per portare acqua al proprio mulino, sventola lo spettro, per Piacenza, di un futuro, nero, di destra in cui a governare saranno Lega e Fratelli d’Italia e in cui si cavalcheranno più i temi di destra e meno quelli di centro destra. E’ davvero questa la vostra visione per la città?

Che una sinistra di disperati … alla disperazione non trovi nient’altro di meglio che prendere come proprio nuovo punto di riferimento e come ideologo dei miei stivali un ex sessantottino in cerca di protagonismo come Gianni D’Amo, la dice già lunga su come la sinistra sia finita.

Quanto al governo della città, vorrei ricordare che dal 1998 al 2002 chi vi parla è stato vicesindaco e non mi pare che vi siano mai stati episodi che potessero preoccupare l’ordine pubblico, la sicurezza della città o anche solamente le scelte politico amministrative dovute. Quando ahimè si è alla frutta come la sinistra oggi non si può altro che proporre delle macedonie … scadute.

Molti dicono che lei sia il “maitre à penser” dietro questa coalizione, dietro la Barbieri, nonché il vero artefice di questa vittoria.  Corrisponde al vero ed in caso quale ruolo prevede per sé in caso di vittoria?

Parto subito da questa ultima parte della domanda così chiariamo bene le questioni. Io non ho necessità, bisogno, voglia né di alcun incarico né di alcuna poltrona. Ho detto dal primo giorno a Patrizia Barbieri che mi candidavo solo per fare il consigliere comunale se poteva essere utile e fintanto che poteva essere utile. Essendo una persona seria e di parola rimango su questa posizione. Tommaso Foti non avrà nessun incarico in caso di vittoria di Patrizia Barbieri, né nell’esecutivo e cioè nella Giunta né rispetto a presidenze di commissioni, presidenza o vicepresidenza del consiglio comunale e amenità varie.

Quanto poi al fatto che sia l’ispiratore della candidatura di Patrizia Barbieri direi a chi – come Gianni D’Amo che oggi dice “arrivano i fotiani” – beh …. gli porta male perché se fosse veramente questo …  vorrebbe dire che sono un genio visto che sono arrivato primo e lui invece continua ad arrivare ultimo come è sempre arrivato nella sua vita.

Fiducioso sul fatto di vincere questo ballottaggio?

Non sono una persona che tradizionalmente si esalta nei successi e si deprime nelle sconfitte. E’ un ballottaggio difficile. E’ un ballottaggio che deve vedere i piacentini tornare al voto il 25 giugno. Molta gente non sa neanche che c’è il ballottaggio. Mi auguro che gli organi di informazione facciano informazione e non deformazione, come spesso accade.

Sono certo che, indipendentemente dal risultato che mi auguro favorevole alla Barbieri, la prima cosa che mi sento di chiedere ai cittadini è di andare a votare. Solo andando a votare è possibile realizzare il cambiamento. I cittadini di Piacenza, al primo turno, hanno detto che vogliono cambiare. E allora tutti assieme andiamo a votare per cambiare questa amministrazione per fare finalmente entrare dell’aria nuova a Palazzo dei Mercanti.

Carlandrea Triscornia

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