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    Giorgetti (Lega) a Piacenza: “Dobbiamo andare in Europa da grande Paese per farci sentire”

    «Siamo a un bivio della storia. Oggi siamo a un punto in cui Salvini propone qualcosa e tutti gli si schierano contro. Dobbiamo cambiare questa Europa che prende decisioni sul nostro Paese e noi non conosciamo i volti di chi decide». Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha parlato in Sant’Ilario dove ha incontrato i cittadini e i militanti della Lega per le elezioni Europee del 26 maggio.

    Con Giorgetti, presenti i parlamentari piacentini Elena Murelli e Pietro Pisani, il candidato della Lega Manuel Ghilardelli, il commissario provinciale Corrado Pozzi e altri amministratori e consiglieri del Carroccio.

    La rivoluzione del buonsenso, ha scandito Giorgetti, significa essere populisti e sovranisti, cioè ascoltare i cittadini e attuare ciò che dice la Costituzione: la sovranità appartiene al popolo.

    I poteri costituiti si oppongono al cambiamento «e si difendono in tutti i modi in cui è possibile farlo». La sfida all’Europa «la porta uno dei Paesi più grandi, l’Italia, che ha capacità economiche, ha capacità nel fare, nel trasformare i prodotti, nel trovare soluzioni. Dobbiamo togliere la burocrazia e i tanti controlli che frenano le imprese». Qualcuno, però, non crede che la Lega sia sola in questa battaglia e «ci accusa di essere pagati da Putin per far saltare la Ue!». E ancora, il sottosegretario ha evidenziato come «non bisogna andare in Europa in ginocchio, ma dobbiamo farci sentire sull’industria, sull’agricoltura, sul commercio. Negli anni passati c’erano brave persone a Bruxelles, ma non facevano gli interessi dell’Italia. Guardate i tedeschi con le banche. Oggi il risparmio italiano è gestito da stranieri che decidono o meno se acquistare i nostri titoli di Stato».

    Dopo le elezioni, ha affermato Giorgetti rispondendo alla stampa, «il Governo governerà. Se avremo tanti consensi porteremo avanti le nostre battaglie e la flat tax e l’autonomia avranno più forza. Non capisco perché i 5 stelle si mettano di traverso. C’è un contratto di governo». Infine, sulla revisione dell’abuso d’ufficio, lanciato da Salvini, Giorgetti si è detto «d’accordo con Cantone (presidente Anac, ndr): è un istituto da rivedere, perché così com’è non funziona».

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