Sono state necessarie due sale di Palazzo Galli (la Panini e la Verdi, videocollegata) per accogliere il numeroso pubblico intervenuto per scoprire tutti i segreti di Enigma, la macchina cifrante più famosa al mondo, utilizzata da militari e servizi segreti tedeschi durante la II Guerra mondiale per inviare messaggi in codice. L’appuntamento della Primavera culturale organizzata dalla Banca di Piacenza è stato introdotto dal direttore generale dell’Istituto di credito Mario Crosta che, presentando i relatori Alberto Campanini e Bruno Grassi, ha ricordato come la loro associazione culturale Rover Joe abbia un museo con esposti ben 1800 apparecchi di telecomunicazione (12 dei quali esposti nella Panini, mai visti da alcuno assieme).
Campanini e Grassi hanno quindi dato vita ad una dinamica illustrazione – passandosi di continuo la parola – sia di Enigma, sia di rari esemplari di altre macchine cifranti utilizzate nel secondo conflitto mondiale (tra queste, anche un modello italiano voluto da Mussolini, che non si fidava dei tedeschi).
Sono stati i polacchi, sfruttando i difetti della macchina, a riuscire nell’impresa. Nel 1939 la Germania invade la Polonia e la tecnologia di decodifica è ceduta agli inglesi. A Bletchley Park vengono riuniti matematici, esperti di enigmistica, maestri di scacchi, elettrotecnici, meccanici di precisione allo scopo di studiare un sistema sempre più affinato per la decodifica dei messaggi di Enigma. Ed è in quel contesto che Alan Turing (è stato richiamato il celebre film The imitation game che racconta la vita del matematico inglese, considerato il padre dell’informatica) teorizza una grande macchina decodificatrice ispirandosi al principio che sarà poi alla base dei moderni computer. Turing – hanno spiegato Campanini e Grassi – muore nel 1954 (non si sa bene se suicida o “suicidato”) addentando una mela avvelenata: «Quasi tutti noi portiamo un po’ di Turing nelle nostre tasche», perché molto probabilmente è a quella tragica morte che s’ispirò la nota ditta di Cupertino nella scelta del simbolo che campeggia oggi sui nostri smartphone.