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Il “fallografo” colpisce ancora in centro città

C’è chi lo chiama vandalo. Chi, come Alberto Esse, ritiene che questi graffiti che hanno iniziato ad imbrattare il centro di Piacenza siano “l’autoritratto di una testa di ca**o”.

Il graffiante commento di Alberto esse contro l’imbrattatore

Comunque sia, dopo il fallo comparso sul monumento a Romagnosi, nella vicina via XX Settembre, all’angolo con via Felice Frasi, l’ignoto “fallografo” ha colpito ancora, prendendosela questa volta con il totem che segnala i negozi presenti nelle strade limitrofe. Colore, dimensioni, orientamento e disegno sono in realtà molto differenti rispetto a quello comparso sul basamento della statua e c’è chi teme che si tratti di un emulatore.

Tanto per restare in tema … se i disegni sono artisticamente penosi, il rischio che corre il fallografo è invece tutto penale: secondo l’art. 639 del Codice Penale, infatti, “chiunque deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 103 euro”. La pena aumenta e il reato diventa procedibile d’ufficio se “il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico ovunque siano ubicate o su immobili compresi nel perimetro dei centri storici”. In questo caso la pena è la reclusione fino a un anno e la multa da mille a 3 mila euro, oltre al risarcimento del danno.

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