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Il sindaco Barbieri ricorda la sua maturità: “il mio spauracchio era matematica”

La maturità è un appuntamento fisso nella vita di ogni studente ed al contempo un classico argomento da affrontare per le redazioni dei giornali. Noi di PiacenzaOnline (in vista della prima prova che si terrà domani) torniamo ad occuparcene, come già abbiamo fatto negli anni scorsi, rivivendola assieme ad alcuni protagonisti della nostra città che hanno accolto il nostro invito e ci raccontano come fu il loro esame.

Perché la maturità può cambiare nelle modalità operative ma alla fine resta sempre e comunque uno dei tasselli che costruiscono la vita adulta di una persona, insieme alla patente ed all’inizio della propria carriera lavorativa o universitaria. Tanto importante che nessuno se la scorda mai.

Non fa eccezione neppure il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri che inaugura questo giro di interviste.

L’abbiamo incontrata in Municipio ed anche lei, come leggerete, ci ha confessato che la “matura” torna spesso nei suoi sogni.

Sindaco si ricorda la sua Maturità?

Certo, anzi mi ricordo anche esattamente come ero vestita. Non mi ricordo la data esatta ma mi ricordo perfettamente il momento. Anzi ogni tanto ritorna nei sogni.

Perché la maturità fa sempre capolino nei sogni …

Torna sempre …

Io tra l’altro l’ho sostenuta a Parma perché frequentavo il liceo classico alle Orsoline e quindi l’esame l’ho fattta al Liceo Romagnosi. Mi ricordo l’impatto con la commissione.

E’ come se la memoria cristallizzasse alcuni frammenti, momenti in cui la tensione è massima: dei flash che ogni tanto riaffiorano. Mi ricordo quel momento davanti ai commissari, come ero vestita … così come ricordo quando ero andata a vedere la materia che mi avevano assegnato. Era fisica.

Che per un Liceo Classico …

Si, però tutto sommato non mi dispiaceva ed ero stata abbastanza contenta.

La maturità è un momento di stress emotivo per l’esame in sé ma anche per il significato che ha. E’ un po’ un chiudere una porta e aprirne un’altra; un passaggio verso una scelta impegnativa, che è quella dell’Università, dove non puoi sbagliare perché sarà quella che ti condizionerà nel lavoro e nella vita futura. 

Diceva che si ricordava addirittura come era vestita, come mai, era un abbigliamento particolare?

In realtà no. Avevo un paio di calzoni blu ed una classica camicetta bianca a mezza manica perché c’era veramente molto, molto caldo.

Ero una delle prime della mattinata, credo la seconda quindi mi era andata anche bene. Finito l’esame aspettai le amiche, quasi non riuscissi a staccarmi da li.

Avendo fatto il liceo classico all’interno del collegio delle Orsoline noi ragazze avevamo una condivisione forte di tutti i nostri momenti di vita.

Viveva all’interno di un collegio a Parma?

I primi due anni di ginnasio li avevo fatti a Cremona,  al Liceo Manin, e poi avevo scelto di andare in collegio. Io, con altre cinque, ero interna. Venivamo da città lontane o poco collegate. Frequentavamo la scuola che era invece aperta a tutti.

La maturità quindi per noi segnava anche la fine di un percorso fatto insieme, di una vita comunitaria che terminava. Eravamo quasi una famiglia, avevamo la stanza assieme … passavamo in compagnia ogni momento.

Era brava al liceo?

Ero brava ma senza eccellere. Non ero un campione. Mentre all’Università, (forse perché la scelta era stata quella che piaceva a me) ho sempre avuto voti altissimi al liceo ero una studentessa come tanti altri. C’erano materie, come la matematica, che non erano la mia passione e che cercavo di “scantonare”. Un’altra materia che mi piaceva ma che alla fine, dopo tanti anni, mi aveva stancato era il greco. Il latino, invece, mi piaceva tantissimo. Sono contentissima comunque di aver fatto il classico, una scuola che secondo me forma molto.

Si ricorda la versione che le capitò o il titolo del tema?

Francamente no. Mi ricordo che uscì latino ma non che brano fosse. Mi ricordo meglio l’orale.

Come andò?

Molto bene. Non solo italiano materia in cui ero forte; anche fisica la superai senza problemi. Non ci fu – fortunatamente – lo spauracchio della matematica!

Accennava prima al ritorno della maturità nei suoi sogni. Nella veste di incubo?

L’ho sognata più volte. Forse non come incubo, ma l’ho sognata come qualcosa che dovevo ancora affrontare. Quando ti svegli dici “meno male che l’ho già fatta!”. La verità è che si tratta di un momento di grande stress anche se uno lo affronta bene, senza grossi problemi né tragedie. Ha tanti significati, tutti assieme che ti portano a viverlo come un momento importante, emozionante. Per questo capita di riviverlo nei sogni.

Cosa si sente di dire ai tanti ragazzi piacentini che si apprestano ad affrontare la maturità 2019?

Di considerarla come una scadenza che molti hanno affrontato e che segna il passaggio all’età adulta, intesa come assunzione di responsabilità.

Un ragazzo che si avvicina all’esame vede concludersi un percorso importante. I licei, le scuole superiori sono diventate davvero molto impegnative forse più di quanto fossero ai nostri tempi.

O forse lo sono in maniera diversa …

Ecco, forse in maniera diversa. Anche noi studiavamo tantissimo ed eravamo impegnati. Oggi hanno   molte più attività, più cose da svolgere assieme. E’ cambiata l’impostazione che viene data all’anno scolastico e richiede di essere su tanti fronti, sottoposti a tante sollecitazioni.       

Penso che però che la maturità sia anche un gran bel momento, perché è quando devi fare la tua scelta. Se la scuola superiore è stata magari “indotta” dai genitori, dalla famiglia “l’ho scelta perché la faceva mio fratello”, la decisione dopo la maturità diventa più consapevole. Al liceo uno può anche dire “ho fatto il classico e avrei fatto meglio a fare lo scientifico” ma alla fine non cambia molto. Quando invece ci si approccia all’università, o al mondo del lavoro, le cose cambiano. La maturità può essere anche un momento di entusiasmo pensando al futuro, ai percorsi che si vogliono intraprendere e che saranno per tutta una vita. Per questo lo trovo anche un momento vagamente inebriante. Stressante ma anche bello grazie al quale puoi aprire una nuova, fondamentale parentesi, proseguendo gli studi oppure iniziando un’attività.

Forse noi tutti, e non parlo solo di famiglia, dovremmo essere vicini ai ragazzi per fare in modo che abbiano più informazioni possibili riguardo alle lore scelte. Mi rendo conto che invece questo è un aspetto su cui siamo tutti un po’ carenti.

Carenti in che senso?

Mi permetta di aprire una parentesi. Anche a Piacenza vediamo che le imprese hanno necessità di persone qualificate, specializzate in determinati settori e che faticano a trovare le risorse di cui necessitano.

Come istituzioni, come categorie economiche, tutti assieme dovremmo fornire ai nostri ragazzi quel bagaglio di informazioni che li aiuti a scegliere al meglio, ad essere più sereni nell’individuare il percorso più affine alle loro inclinazioni ed allo stesso tempo a far sì che domanda ed offerta si incrocino, cosa che ora non sempre avviene.

Per i ragazzi è molto difficile scegliere. Non sempre hanno le informazioni giuste. Non ci si può affidare solo ad Internet, alla rete o ad una brochure.

Bisognerebbe essere più propositivi nei loro confronti o trovare dei modi più efficaci per comunicare con loro e fare in modo che abbiano più elementi possibili per fare le loro scelte. E’ brutto vedere che molti fra i ragazzi invece scelgono andando per esclusione

Di occasioni occupazionali ce ne possono essere tante, ma bisogna saperle cogliere. Abbiamo aziende piacentine costrette ad assumere gente che viene da fuori perché non ci sono specifiche formazioni su determinati settori. Prenda la logistica. La logistica non è quella della bassa manovalanza. Magari se parliamo di spedizionieri troviamo lavori più semplici ma se andiamo a vedere gli hub della logistica ci rendiamo conto che chi lavora all’interno deve avere un’alta specializzazione, molti sono ingegneri.

Abbiamo gli insediamenti della logistica …. prendiamo anche tutto quello che può venire in più …

Magari come una bella facoltà di logistica?

Si, ad esempio. Oppure un corso di alta formazione. Abbiamo iniziato a fare i primi passi: è partito il corso all’Isi Marconi di perito logistico e ci sono dei corsi di formazione dell’ITS ma credo che occorra andare oltre e creare ulteriori percorsi specialistici.

Ecco perché – e qui chiudo la parentesi – all’epoca per me la maturità aveva rappresentato per me un bel momento, perché mi consentiva di dedicarmi a ciò che davvero mi piaceva. Sapevo che alla fine sarebbe accaduto ciò che è effettivamente successo che avrei fatto l’avvocato. Questo nonostante mi fossero arrivate proposte da banche e gruppi assicurativi che andavano a vedere chi si laureava. Oggi certo ci sono meno opportunità ed il mondo del lavoro è più difficile. Per questo occorrono scelte ancor più ponderate.

I ragazzi che domani si siederanno sui banchi per lo scritto di italiano si troveranno ad affrontare una maturità tutta nuova in cui anche i temi, le tracce, non sono più esattamente le stesse. Se lei dovesse scegliere un titolo per il “vecchio” tema di attualità, quale potrebbe essere?

Mi ci faccia pensare un attimo, è una domanda difficile. Forse mi occuperei delle nuove forme di comunicazione che talvolta diventano di non comunicazione. Qualcosa tipo “I social network: da strumento di comunicazione a barriera alle relazioni umane. Ne possiamo fare a meno?”. Non sarà un titolo originalissimo ma potrebbe offrire molti spunti ai maturandi.

Che consiglio si sente di dare ai ragazzi?

Io affronterei l’esame in maniera molto serena. Lo so che è un ostacolo, uno scoglio. L’abbiamo affrontata tutti e tutti con una dose di preoccupazione. La maturità è sicuramente un momento importante ma non è quello che determina il futuro. Devono sapere che il voto con cui escono non è tutto. E’ importante aver fatto un ciclo di studi serio che sarà la base di ciò che riusciranno a costruire lungo il loro successivo percorso. E’ una tappa che deve essere vista per come è. Capisco la paura di affrontare questa maturità nuova, con tutte queste incognite però bisogna prenderla per quello che è.

Anche se il voto finale non corrisponde appieno alle proprie aspettative, magari perché non si è stati particolarmente brillanti un una prova, non bisogna restarci male più di tanto. E’ la fine di un percorso importante che, soprattutto, apre le porte del futuro.

 

 

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