La notte dello scorso 3 novembre 2020 avevano svaligiato cinque negozi nel centro storico della città di Fiorenzuola d’Arda (una macelleria d un’ortofrutta in via XX settembre, una pescheria in piazza Fratelli Molinari, una pasticceria in via Trieste ed un secondo ortofrutta in via San Fiorenzo.
I malfattori, poi risultati essere due cittadini marocchini, avevano agito con non comune disinvoltura e freddezza criminale, mettendo a segno un colpo dopo l’altro. Svariati i danni all’interno dei locali “devastati” per portare a termine gli atti predatori.
Troppo sicuri di sè i due avevano però lasciato alcune tracce ed in particolare impronte digitali.
L’indagine è stata condotta, da novembre 2020 a gennaio 2021, dal nucleo radiomobile della compagnia dei carabinieri di Fiorenzuola d’Arda, con il supporto tecnico del R.I.S. di Parma ed è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Piacenza.
I militari avevano anche visionato le immagini delle telecamere comunali e di alcuni privati ed alla fine hanno individuato i due stranieri che, a distanza di qualche giorno dalle razzie in Fiorenzuola d’Arda, erano stati arrestati dai colleghi della compagnia carabinieri di Fidenza quali autori di analoghi furti commessi nella vicina città.
Gli esami comparativi sulle impronte dattiloscopiche rinvenute durante i sopraluoghi del R.I.S. di Parma hanno permesso di identificarli con certezza quali autori del raid ai danni dei negozi fiorenzuolani.
Venerdì 29 gennaio i carabinieri di Fiorenzuola, insieme ai colleghi di Parma e Reggio Emilia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure di “custodia cautelare in carcere”, emessa dal GIP del Tribunale di Piacenza – su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei due marocchini ritenuti responsabili, in concorso tra loro e in esecuzione del medesimo disegno criminoso di aver perpetrato 5 furti in altrettanti esercizi commerciali (artt. 624,625 e 648 C.P.).
Uno degli arrestati è stato rintracciato a Reggio Emilia, dove stava espiando la misura degli arresti domiciliari ed è stato portato in carcere. Al secondo, già recluso presso la casa circondariale di Parma, è stato notificato un ulteriore provvedimento di custodia cautelare in carcere.