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«L’Italia dovra’ fare i conti nei prossimi anni con l’uomo piu’ potente del mondo»

«Nel suo libro “Governare la Cina”, tradotto in italiano, Xi Jinping sostiene che la democrazia non è un valore, a differenza della confuciana armonia. Alla domanda di un giornalista messicano, l’unico che sia mai riuscito a intervistarlo di persona, su cosa intendesse per armonia, il leader cinese ha risposto che “ognuno deve stare al suo posto”. Al conseguente quesito su chi decidesse il ruolo di ognuno, la risposta è stata: “Lo decido io”».

Così il direttore del Tg2 Rai Gennaro Sangiuliano ha fotografato la figura di quello che ha definito, nel suo ultimo libro a lui dedicato, “il nuovo Mao” nel corso del partecipato incontro (gremita Sala Panini, con Sala Verdi video collegata) che si è svolto a Palazzo Galli come anteprima della quarta edizione del Festival della cultura della libertà (tema, “Tassare, regolamentare, espropriare. Cosa resta del diritto di proprietà?”), che inizia sabato 25 gennaio (per proseguire domenica 26) con i saluti, alle ore 10, di Corrado Sforza Fogliani, Claudio Cerasa (direttore de Il Foglio) e Alessandro Sallusti (direttore de il Giornale). L’ufficio stampa del Festival, nel frattempo, ha comunicato che i vari dibattiti saranno moderati da Antonino Coppolino, Emanuele Galba, Robert Gionelli, Mauro Molinaroli, Gianmarco Maiavacca, Carlandrea Triscornia.

Il direttore del Tg2 – presentato dal giornalista Robert Gionelli – ha spiegato il perché oggi Xi Jinping possa considerarsi l’uomo più potente al mondo, ancor più di Trump e Putin e persino di Mao, che era sì a capo di una nazione con oltre un miliardo di abitanti, che allora era però estremamente povera mentre oggi la Cina è una grande potenza economica («e fra 10 anni sarà la maggior potenza tecnologica al mondo») con cui l’Occidente («in decadenza») dovrà fare i conti nei prossimi lustri. Xi Jinping è presidente della Repubblica popolare cinese, segretario generale del Partito comunista, capo della Commissione militare centrale, il vero scettro del potere. «Nessun’altro capo di Stato – ha evidenziato Sangiuliano – accentra a sé le tre più importanti cariche alla guida di un Paese. Lui poi ne assomma una quarta particolarmente strategica: è anche presidente della commissione nazionale che controlla la rete Internet».

Nel volume edito da Mondadori (“Il nuovo Mao”), il giornalista ripercorre le tappe più significative della biografia del “Principe rosso”: dall’iscrizione al Partito comunista cinese nel 1974, agli incarichi governativi nelle province di Shaanxi, Hebei, Fujian e Zhejiang; dalla guida della municipalità di Shanghai, all’ingresso nel Comitato centrale, che lo trasforma nell’esponente di spicco della “quinta generazione” dei massimi dirigenti della Repubblica. Dalla fine degli anni Novanta in poi, la sua ascesa all’Olimpo della nomenklatura cinese si rivelerà inarrestabile. «Eppure la sua adolescenza non è stata facile», ha raccontato il direttore del Tg2. Figlio di un piccolo proprietario terriero dirigente del Partito comunista, caduto in disgrazia con la Rivoluzione culturale cinese («una delle tragedie del ‘900 che ha provocato 150 milioni di morti»), Xi viene internato in un campo di lavoro e messo a dar da mangiare ai maiali. Nonostante tutto, non perde la fede comunista e chiede ripetutamente l’iscrizione al partito, che finalmente arriva dopo tanti rifiuti, anche perché nel frattempo il padre e la sua famiglia vengono riabilitate.

L’illustre ospite ha quindi spiegato che cosa è la Cina di oggi («un Paese nazional-socialista dove qualcuno si era illuso che dopo la libertà economica sarebbe arrivata quella politica, ma non è stato così»), sottolineando che avendo un leader che concentra tutti i poteri, acquista un’efficienza decisionale che mette in difficoltà un Occidente in piena crisi. Riferendosi al titolo del film di Marco Bellocchio, Sangiuliano ha affermato che «davvero oggi la Cina è vicina»: in questo momento con le sue aziende di Stato («dove siedono i membri del partito e dove si deve relazionare ai servizi segreti») è proprietaria del 2% di Eni, del 2% di Enel, del 2% di Monte Paschi e controlla la Pirelli, solo per fare qualche esempio. «Il problema – ha rimarcato il direttore del Tg2 – è che loro vengono in Italia e comprano le nostre aziende, senza che ci sia un rapporto di reciprocità. Trump, tanto criticato, ha usato la leva dei dazi solo per costringere i cinesi a sedersi al tavolo delle trattative commerciali: operazione riuscita con l’accordo firmato poche settimane fa, dove il presidente americano ha ottenuto risultati di non poco conto».

Gennaro Sangiuliano – a cui la Banca di Piacenza ha consegnato in dono la “Targa del benvegnu” – al termine della conferenza ha raggiunto il ristorante Olimpya di Niviano dove ha partecipato, come ospite d’onore, all’annuale cena dei Liberali Piacentini.

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