Un processo virtuoso e cooperativo per ridurre le eccedenze e contrastare gli sprechi, facendo solidarietà.
È il progetto “Buon fine” di Coop Alleanza 3.0, presente in 277 negozi, che nel 2018 ha destinato oltre 2.700 tonnellate di cibo a 397 associazioni di volontariato locale di 9 regioni (quelle in cui opera la Cooperativa), garantendo circa 15.000 pasti al giorno a persone e animali in difficoltà, per un valore di più di 12 milioni di euro.
Coop Alleanza 3.0 realizza da 15 anni iniziative per ridurre gli sprechi alimentari, incentivando comportamenti per impedire che gli invenduti finiscano nella spazzatura.
L’ultima evoluzione di queste esperienze è appunto il progetto “Buon fine” cui collaborano lavoratori, soci, clienti e volontari della Cooperativa in un vero processo “cooperativo” suddiviso in tre fasi.
Si comincia dalla gestione degli ordini dei prodotti sugli scaffali, realizzati dai lavoratori: il sistema è costantemente affinato per generare meno rimanenze possibili, seguendo gli andamenti delle vendite. Si prosegue con gli sconti sui prodotti prossimi alla scadenza che soci e consumatori possono acquistare con riduzioni di prezzo dal 30 al 50%, risparmiando e, al tempo stesso, abbattendo gli sprechi.
Infine, gli articoli rimasti ancora invenduti – o con piccole imperfezioni estetiche, ma buonissimi e perfettamente conservati – sono destinati in solidarietà alle associazioni del territorio che assistono persone che vivono in condizioni di disagio o animali abbandonati, individuati grazie alla collaborazione con istituzioni e volontari della Cooperativa.
Tutte queste azioni, inoltre, risultano ancora più virtuose se inquadrate in un contesto internazionale: anche l’Onu ha voluto inserire tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, quello di garantire “modelli sostenibili di produzione e di consumo” allo scopo di “dimezzare lo spreco pro-capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto”.