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Manifattura piacentina: segni di tenuta nel 2025, fiducia per il secondo semestre

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Nel primo semestre del 2025 l’industria manifatturiera piacentina ha mostrato una crescita moderata, confermando la propria capacità di adattamento in uno scenario economico complesso e instabile. È quanto emerge dall’ultima indagine congiunturale realizzata dall’Ufficio Studi di Confindustria Piacenza, che ha coinvolto un campione di aziende rappresentative di circa 4 miliardi di euro di fatturato e 8.000 addetti.

Un settore che tiene, ma con luci e ombre

Il fatturato complessivo delle imprese manifatturiere ha registrato un incremento dell’1,27% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il motore principale è stato il mercato interno (+1,35%), mentre le esportazioni, storicamente trainanti per il territorio, hanno segnato un modesto +0,56%.

Analizzando i singoli comparti, spicca la buona performance dell’alimentare (+2,91%) e delle industrie varie (+4,53%), con quest’ultima sostenuta da un forte recupero dell’export (+8,51%). Segnali negativi invece dal settore meccanico, che rappresenta una parte consistente dell’economia locale e che ha subito un calo del fatturato dello 0,77%, penalizzato soprattutto dalla flessione delle vendite estere (-1,77%). Nonostante questo, le aziende meccaniche inserite in filiere legate alla difesa, all’aerospazio e alle infrastrutture energetiche sembrano godere di buone prospettive grazie alla domanda crescente in questi ambiti.

Occupazione stabile, ma con segnali misti

L’occupazione nel settore manifatturiero è risultata sostanzialmente stabile (-0,05%), dopo otto semestri consecutivi di crescita. I comparti più penalizzati sono stati le industrie varie (-2,60%) e l’alimentare (-1,80%), mentre crescono lievemente il meccanico (+0,71%) e i materiali edili (+1,67%).

Uno sguardo ottimista verso il secondo semestre

Le previsioni per il secondo semestre 2025 appaiono più fiduciose rispetto al recente passato. Il 37% delle imprese prevede un aumento del fatturato (contro il 15% che teme un calo), e il saldo positivo risulta in miglioramento rispetto alla precedente indagine. Stesso trend per gli ordini totali: il 38% prevede una crescita, il 15% una diminuzione. Anche sul fronte occupazionale, il 24% degli imprenditori si aspetta un aumento degli addetti, mentre solo il 4% ipotizza una riduzione.

Un contesto globale in chiaroscuro

Lo scenario macroeconomico europeo contribuisce al cauto ottimismo. La Germania, grazie a nuovi investimenti pubblici, e la Spagna, in crescita anche nel settore automotive, offrono opportunità concrete per l’export piacentino. Inoltre, la riduzione dei tassi da parte della BCE dovrebbe agevolare il credito e sostenere gli investimenti.

Tuttavia, permangono alcune criticità: la svalutazione del dollaro e i nuovi dazi USA penalizzano la competitività delle imprese italiane, mentre il costo dell’energia resta elevato. Il lento esaurimento degli effetti del PNRR potrebbe rappresentare un’occasione mancata per la produttività del sistema Paese.

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