Biffi Arte ospita mercoledì 14 novembre alle 18, Paolo Giordano che presenterà il suo ultimo libro “Divorare il cielo” (Einaudi)
“Divorare il cielo” è il romanzo della maturità di Paolo Giordano? Di certo è una storia ambiziosa, un testo complesso e, allo stesso tempo, capace di tenere viva l’attenzione durante tutta la lettura. L’autore racconta l’amore, il dolore, la necessità ultima dell’uomo di trovare uno scopo all’esistenza.
Le estati a Speziale, per Teresa non passano mai. Giornate infinite a guardare la nonna che legge gialli e suo padre, lontano dall’ufficio e dalla moglie, che torna a essere misterioso e vitale come la Puglia in cui è nato. Poi un giorno li vede. Sono «quelli della masseria», molte leggende li accompagnano, vivono in una specie di comune, non vanno a scuola ma sanno moltissime cose. Credono in Dio, nella terra, nella reincarnazione. Tre fratelli ma non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, inestricabilmente legati l’uno all’altro, carichi di bramosia per quello che non hanno mai avuto. A poco a poco, per Teresa, quell’angolo di campagna diventa l’unico posto al mondo. Il posto in cui c’è Bern. Il loro è un amore estivo, eppure totale. Il desiderio li guida e li stravolge, il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. Perché Bern ha un’inquietudine che Teresa non conosce, un modo tutto suo di appropriarsi delle cose: deve inghiottirle intere. La campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent’anni e quattro vite. I giorni passati insieme a coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto dell’universo.
Paolo Giordano (Torino 1982), è laureato in fisica teorica; oltre a “Divorare il cielo” ha scritto “La solitudine dei numeri primi”, autentico best seller uscito nel 2008, il romanzo si è aggiudicato tra gli altri, il Premio Strega e nel 2010, Saverio Costanzo ha tratto il film omonimo. Lo scrittore torinese, che da alcuni anni vive a Roma e collabora con il “Corriere della Sera”, ha pubblicato con Einaudi “Il corpo umano” e “Il nero e l’argento”.