L’associazione Altvelox “non molla” la sua battaglia contro i box arancioni del progetto “Attenta-Mente” di Piacenza. Al momento le contestate scatole anti velocità sono state tolte dalle strade cittadine dove erano state installate, ma l’associazione prosegue la sua azione attraverso denunce, querele e richieste di accesso agli atti.
Secondo quanto rende noto Altvelox il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto ai quesiti dell’associazione con due note del 27 novembre firmate dal direttore generale del Dipartimento Sicurezza Stradale Valentino Iurato, chiarendo alcuni aspetti tecnici e normativi. Il MIT ha precisato di non aver mai esaminato né approvato specificamente il progetto comunale piacentino.
Secondo quanto comunicato dal Ministero, i cosiddetti “VeloBox” non sono autovelox né dispositivi di misurazione della velocità. Non rientrano tra gli strumenti previsti dal Codice della strada e non sono oggetto di omologazione ministeriale. La loro unica funzione prevista è quella di contenitori all’interno dei quali può essere installato, a rotazione, un dispositivo di controllo della velocità regolarmente approvato o omologato secondo l’articolo 142 del Codice della strada, senza alterarne le caratteristiche tecniche e funzionali.
Il MIT ha ribadito, in linea con recenti sentenze della Corte di Cassazione, che non esiste una nuova categoria di autovelox mascherati da colonnine. La legittimità delle sanzioni dipende esclusivamente dall’uso di strumenti approvati o omologati, installati rispettando le condizioni fissate dalla normativa vigente.
Altvelox ha annunciato che trasmetterà la documentazione ricevuta alle autorità competenti.



