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    Quando Salvatore Borsellino venne a Piacenza parlando del fratello: “I suoi ideali hanno ancora forza”

    Ci sono date che nella storia di una nazione lasciano un segno indelebile, ne cambiano la storia definitivamente. 27 anni fa, il 19 luglio, Paolo Borsellino, giudice antimafia perse la vita nella strage di Via d’Amelio. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, porta avanti la battaglia contro le mafie.

    Pochi mesi prima, il 23 maggio 1992 sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre membri della scorta.

    L’11 ottobre del 2013, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano venne il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, che portava e porta avanti la battaglia del fratello grazie anche a un Movimento da lui creato, quello delle Agende Rosse. “Testimoni in movimento. La resistenza dell’antimafia sociale” si chiamava l’iniziativa, promossa dall’associazione 100×100 in Movimento, dal Teatro Trieste 34 e dallo stesso Movimento Agende Rosse

    “Feci una scelta egoistica – disse Salvatore – scappai dalla mia terra per paura di ripercussioni, ma fuggire non servì a nulla. Ho creato il movimento delle Agende Rosse perché sono sicuro che quando io non potrò più lottare ci saranno i giovani che lotteranno per me, proseguendo la battaglia di Paolo”. “ Per 5 anni ho percorso l’Italia per parlare a tanta gente, – riprese  – mosso dalla convinzione che, nonostante Paolo fosse morto, i suoi ideali avessero ancora forza. Non hanno portato via Paolo al fratello, ma anche a tutta l’Italia”. 

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