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    Sanità privata. Contratto fermo da 12 anni: lunedì sciopero

    Un giro d’affari che sul territorio regionale vale 730 milioni di euro e impiega 7.500 persone di cui 300 nella sola provincia di Piacenza. Stiamo parlando del comparto della sanità privata i cui lavoratori sono esasperati per un contratto fermo al 2007 e si preparano allo sciopero regionale del comparto previsto lunedì 28 gennaio.

    “Il contratto è fermo da 12 anni, un record. Il mancato rinnovo della parte economica, e soprattutto della parte normativa rendono le regole obsolete rispetto ai bisogni di una sanità privata che, attraverso l’accreditamento, vale oggi il 25% della sanità pubblica” hanno spiegato Melissa Toscani e Giovanni Baiardi (Fp Cgil), Claudia Civetta (Cisl Fp) e Gianmaria Pighi (Uil Fpl) presentando la protesta prevista per lunedì in piazza San Francesco. A Piacenza, come nel resto della Regione, verranno garantiti i livelli essenziali di assistenza per il giorno dello sciopero.

    Qualche disagio potrebbe registrarsi. I lavoratori in sciopero a Piacenza saranno in piazza San Francesco dalle 10 alle 12 per distribuire volantini rivolti alla cittadinanza con domande che mettono a fuoco i disagi del comparto.

    “La trattativa per il rinnovo, partita nel luglio 2017, prosegue a rilento e questi scioperi regionali servono sia per suonare la “sveglia” alla parte datoriale, sia per sensibilizzare la popolazione sulle ricadute in termini di qualità di welfare dal mancato rinnovo di questo contratto che, a Piacenza, riguarda due cliniche private della città (Sant’Antonino e Clinica Piacenza) e una in provincia (Clinica San Giacomo di Pontedellolio)”.

    “Non stiamo parlando di un comparto in crisi, ciononostante la parte datoriale subordina il rinnovo ad un aumento di fondi attraverso l’accreditamento del pubblico: così non va bene – sbottano i sindacati piacentini – anche la Corte Costituzionale ha parlato di un blocco illegittimo delle trattative e del contratto, tanto che anche a Piacenza sta prendendo piede una raccolta firme da consegnare all’associazione dell’ospedalità privata e al presidente della Regione. Il tempo è scaduto: il contratto va rinnovato. Gli effetti del dumping contrattuale della sanità privata danneggiano tutto il sistema di welfare. In gioco c’è la qualità della sanità, non solo quella privata”.

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