Anche ieri Venturi ha inaugurato la sua diretta con un pensiero, come fa sempre alle vittime e ai loro cari. Perchè come spesso ama ripetere, dietro i numeri si celano storie e persone. Sono “i dati che si fa fatica a comunicare”, così definiti. Parliamo da qualche giorni di curve di infetti che si stabilizzano, ma anche ieri abbiamo riscontrato un tributo di 18 vittime.
L’area più colpita, ormai l’abbiamo imparato, è l’area dove viviamo, per la vicinanza con il focolaio di Codogno e dintorni, probabilmente, 20 km circa da Piacenza. Le buone notizie riguardano la “pressione” sugli Ospedali di Piacenza e Castel San Giovanni, come ha sottolineato anche il commissario ad acta diminuiscono gli accessi al Pronto Soccorso, ieri solo 23 segnalati. Tuttavia i tempi dimissione dei degenti non è breve perciò prima di parlare di un vero calo bisognerà aspettare ancora, nell’ordine di settimane.
20 pazienti sono stati trasferiti in Aziende della Regione. La vera domanda ora è: quando arriveremo al contagio zero? Quando potremo tornare alla normalità, o qualcosa di simile?
Venturi ha brevemente risposto alla prima domanda, dando un tempo di 20 giorni. Conte e il Ministro della Salute Speranza hanno esteso la serrata forzata delle attività (tranne quelle indispensabili) fino al 13 aprile. Conte ha sottolineato che “non garantiva che il 14 aprile potremo uscire di casa”. Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha dato ulteriori indicazioni, sostenendo che anche il Primo Maggio, festa dei lavoratori, sarà in casa. Lui stesso si è corretto, ma molti indizi fanno riflettere (es. tribunali chiusi fino al 3 maggio)
Vedremo se è valida la teoria del tasso di contagiosità del virus, il cosidetto “R con zero”, secondo il quale la normalità si raggiungerebbe con un dato vicino allo 0,5. Tuttavia è ancora difficile per dire quando questo accadrà.
Perchè se è vero in alcune parti la tensione si allenta come in Emilia Romagna e in Lombardia (Gallera ha parlato di calo dei contagi, con più positivi “perchè sono stati fatti più tamponi”), l’Italia è composta da 20 Regioni che vanno tutelate tutte.
