Non c’è che dire. A Parma sanno decisamente come valorizzare, anzi sarebbe meglio dire capitalizzare, i prodotti del territorio. Basti pensare alla coppa che viene spacciata per parmigiana, così come recentemente è successo con i pisarei che di parmigiano proprio nulla hanno.
Ma al di là degli scippi compiuti in danno dei cugini di Piacenza (così come sul fronte dei formaggi con i reggiani) la bravura dell’altra metà del Ducato sta nel sposare iniziative di grande successo e trarne ulteriore notorietà. E’ stato così, in passato – con un evento fieristico come Cibus e lo è oggi con il Gola Gola festival una tre giorni che porta a Parma migliaia di persone attratte da una combinazione di show cooking, assaggi, bancarelle con prodotti tipici, street food, spettacoli, birra, laboratori per grandi e piccoli.
Quando offri cibo da assaggiare e comprare con in più una spruzzata di gadget offerti da Barilla e company il successo è assicurato e si traduce in 100 mila visitatori in tre giorni, quanto il Guercino in tre mesi.
Per carità la cultura non si vende un tanto all’etto, … ma la prima edizione di Gola Gola, lo scorso anno, ha portato Parma su giornali e tv incrementando (in maniera stabile) i flussi turistici e rafforzando l’immagine di capitale italiana della gastronomia.
Eppure girando fra gli stand della Ghiaia sapete quale era la provincia meglio rappresentata dopo Parma? Piacenza, con aziende vinicole e birrifici artificiali.
Considerando tutti i salumifici, i produttori di vino, le eccellenze del nostro territorio organizzare un evento simile, magari anche migliore, condito per esempio, con musica di strada sarebbe assolutamente alla portata della nostra città. A volte basta crederci e volerlo.