Il Consorzio tutela vini Doc Colli Piacentini si trova in un momento decisivo della propria storia. Dopo le dimissioni del consiglio direttivo, causate dalla progressiva riduzione della base associativa e dalle difficoltà nel mantenere la rappresentatività, il comparto cerca ora un rilancio. L’assemblea elettiva convocata per il 10 dicembre presso Piacenza Expo potrà essere l’occasione per restituire forza e prospettive a tutta la filiera. Ne abbiamo parlato, a Bologna, con l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi a cui abbiamo chiesto se i consorzi, compreso quello piacentino siano ancora uno strumento importante per i produttori.
«I consorzi – ci ha detto Mammi – sono assolutamente essenziali sia per il cibo sia per il vino, perché tengono uniti i produttori e possono mettere insieme delle strategie unitarie di valorizzazione delle singole produzioni. Inoltre, come Regione, noi abbiamo risorse europee che possiamo dedicare solo alla vita e all’attività dei consorzi per la promozione dei prodotti. Quindi, se non c’è lo strumento consorzio e noi non riusciamo nemmeno a erogare risorse utili a valorizzare le produzioni di eccellenza, come quelle che vengono fatte nel territorio piacentino, sia quando si parla di salumi sia di vini. Quindi mi auguro che ci sia una ricomposizione, che si lavori in modo unitario, che il consorzio possa avere un futuro, una prospettiva e andare avanti. A maggior ragione in una fase storica, come questa, in cui abbiamo bisogno di promuovere i nostri prodotti, di trovare nuovi mercati. Ci saranno anche milioni di euro a disposizione perché pochi giorni fa abbiamo, in giunta, approvato un bando da 5 milioni di euro rivolto proprio ai consorzi per queste attività di promozione. Quindi è importante che lo strumento ci sia, che i consorzi siano vivi e operativi».
Se hai fatto un’idea del perché il consorzio piacentino è andato in crisi?
«Mi sono arrivate varie informazioni e punti di vista, diciamo, differenti. Mi rendo conto che lavorare insieme non è sempre facilissimo, ma è l’unica strada, quella dell’unità, della collaborazione, anche del confronto molto articolato tra punti di vista diversi. Però bisogna trovare strade comuni all’interno del consorzio. Naturalmente io sono a disposizione anche per un confronto con i produttori di vino piacentini, per provare ad aiutare, per ritrovare un clima di unità, un clima di solidarietà e fare ripartire il consorzio che ha anche un grande valore storico. Non possiamo perderlo».



