Il comune di Piacenza si costituirà contro l’ordinanza del giudice che ha “salvato” gli alberi di piazza Cittadella

Il Comune di Piacenza si schiera formalmente contro l’ordinanza del giudice Antonino Fazio che aveva (almeno per il momento) “salvato” gli alberi di piazza Cittadella dal possibile abbattimento e sosterrà il reclamo di Piacenza Parcheggi, contro l’ordinanza cautelare del Tribunale. Allo scopo ha ingaggiato un avvocato del foro di Bologna (vedi sotto) stanziando poco più di 11.500 euro. Del resto lo stesso sindaco Katia Tarascono ha più volte ribadito che la sua amministrazione sul progetto del parcheggio interrato e sul rifacimento della piazza non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. Questo il comunicato diffuso dall’ufficio stampa.

“Anche l’Amministrazione comunale si costituirà di fronte al Tribunale di Piacenza, a sostegno del reclamo depositato il 9 ottobre dalla società Piacenza Parcheggi contro l’ordinanza emessa il 24 settembre scorso, con cui si sancisce il divieto di procedere al taglio degli alberi in piazza Cittadella nell’ambito del progetto di riqualificazione e realizzazione del parcheggio interrato.
La decisione è stata formalizzata oggi dalla Giunta con una delibera che fa riferimento anche alle motivazioni del provvedimento giudiziario, in cui “sono obiettivamente presenti valutazioni e considerazioni, anche di carattere tecnico-amministrativo, che sembrano esondare nel merito amministrativo riservato alla competenza comunale o di altre amministrazioni al ramo tecnico ambientale competente” e “che appaiono, peraltro, fondate su presupposti errati o tali da mettere in discussione la correttezza delle procedure amministrative poste in essere nel corso del tempo”.
Oltre agli effetti amministrativi, in materia di edilizia e urbanistica, che l’ordinanza del Tribunale potrà avere sulle scelte dell’Ente, la decisione dell’Amministrazione deriva anche dalle valutazioni esposte da Piacenza Parcheggi. Il concessionario dell’opera ha infatti evidenziato nel reclamo l’impossibilità, qualora il provvedimento cautelare del Tribunale venisse confermato, di procedere alla realizzazione del parcheggio – oggetto del contratto di costruzione e cessione – così come previsto dal progetto approvato, a seguito delle procedure ad evidenza pubblica già concluse. Come riportato anche nella delibera odierna della Giunta comunale, Piacenza Parcheggi stima che i costi per portare comunque a compimento la costruzione del silos interrato diventerebbero “eccessivamente onerosi per mantenere l’equilibrio economico-finanziario” dell’opera. Di qui il rischio di possibili conseguenze di grave impatto sul bilancio pluriennale del Comune e di una paralisi dell’azione amministrativa.
Per l’intervento ad adiuvandum, in linea con l’articolo 105 del Codice di Procedura Civile, l’Amministrazione ha affidato mandato al professor Giuseppe Caia, legale del Foro di Bologna e all’avvocato Emilia Bridelli, coordinatrice dell’Avvocatura comunale, per un importo di 11.579,04 euro comprensivi di tutti gli oneri. La complessità della materia dal punto di vista tecnico e giuridico, unitamente ai richiami nell’ordinanza del Tribunale alla normativa costituzionale, internazionale ed europea, così come il profilo interdisciplinare tra i diversi settori giuridici in causa, ha reso infatti necessario l’affiancamento di un legale esterno, di comprovata esperienza e specializzazione nelle tematiche oggetto del contenzioso”.




In undici mila a San Damiano per la Aeronautica Militare Balloon Cup. Esibizione delle Frecce Tricolori

Cielo, colori, famiglie. Si potrebbe riassumere con queste tre parole la seconda giornata della Aeronautica Militare Balloon Cup in corso a San Damiano in provincia di Piacenza. I colori sono stati quelli del Tricolore disegnato dai dieci piloti della Pattuglia  Acrobatica nazionale che hanno dato spettacolo, come sempre, ai comandi dei loro Aermacchi MB.339, spinti al limite della fisica ed impegnati in millimetrici incroci. Nel pomeriggio a dipingere il cielo sono state invece le variopinte mongolfiere che si sono sfidate nella competizione o che hanno permesso a tanti spettatori di provare qualche emozionante minuto di volo vincolato. Apprezzato anche lo spettacolo con musica, trampolieri e mini mongolfiere che si è ripetuto più volte nel corso della giornata, strizzando un occhio soprattutto ai più piccoli. Perché questa tre giorni è stata soprattutto una festa per le famiglie che rappresentavano gran parte delle circa 11 mila persone confluite oggi nell’aeroporto piacentino. Tante le attività pensate per i bambini, con svariati laboratori per costruire mongolfiere in miniatura, con palloncini e bicchieri di carta, o aquiloni bianchi e rossi che si sono poi librati punteggiando il cielo sopra la pista.

Molto apprezzato l’accampamento storico con infermeria da campo, tende e riproduzioni di aerei della prima guerra mondiale, fra cui un biplano, costruito seguendo i progetti dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca, arrivato in volo. Gettonatissimi anche i simulatori di volo come ambita la possibilità di salire a bordo di elicotteri e velivoli presenti in esposizione per testare l’ebrezza dei  piloti.

Chissà che questa balloon cup non possa diventare un appuntamento fisso per Piacenza negli anni a venire. In ogni caso è stata una prova generale per il futuro Flying Museum che qui dovrebbe sorgere a breve e che nelle intenzioni dovrebbe proprio essere creato con l’idea di diventare un polo di attrazione per le famiglie interessate ad una inusuale gita fuori porta.

Non è mancato qualche rilevante problema di viabilità, nei momenti antecedenti l’esibizione delle Frecce, ma del resto era prevedibile che le strade di campagna che portano alla ex base aeronautica avrebbero subito qualche contraccolpo. Non sarebbe stata una brutta idea spegnere il semaforo a Mucinasso, ad esempio, che creava inutili e lunghe code fino alla Farnesiana.Così come un maggior presidio delle polizie locali avrebbe probabilmente potuito fluidificare il traffico. Alla fine molti hanno comunque potuto assistere al sorvolo degli aerei blu, ammirandone le evoluzioni.




Nasce a Piacenza il comitato Giuseppe Verdi – Il suo tempo, la sua terra

Dieci imprenditori e amici piacentini hanno costituito il comitato “Giuseppe Verdi – Il suo tempo, la sua terra” con sede a Piacenza, uno dei territori di elezione, di vita e di passioni, di residenza stabile per oltre 50 anni del grande Maestro, dal 1848 al 1901.  La presentazione è avvenuta presso la ex chiesa di San Giuliano.

Come ha illustrato Manrico Bissi presidente Archistorica e uno dei fondatori del Comitato, è uno dei luoghi più antichi di Piacenza: chiesa e refettori fondati alla fine dell’ VIII°  secolo, posto lungo la via Francigena che attraversa il centro di Piacenza. Fu trasformata urbanisticamente diventando il primo asilo pubblico, detto Giardino d’Infanzia nel 1867,  grazie al sostegno economico di Giuseppe Verdi e all’opera pedagogica di don Carlo Uttini, cugino della mamma di Verdi.  Come ha sostenuto Giampietro Comolli, presidente del comitato, uno dei tanti esempi del mecenatismo del maestro Verdi soprattutto in provincia di Piacenza e sconosciuti ai piacentini. Il maestro Verdi ha tenuto per molti decenni rapporti stretti con luoghi e persone fra Piacenza, Milano, Cremona diventando benefattore e mecenate per opere importanti. La scelta del luogo di presentazione non è stato quindi casuale ma fermamente voluto a testimonianza del legame affettivo, famigliare, intimo e di benefattore che Verdi ha sempre avuto per la famiglia di origine.

L’asilo d’infanzia, insieme all’ appartamento e al tavolo della cena presso l’ex hotel san Marco, la saletta d’attesa  riservata a piano terra alla stazione ferroviaria di Piacenza, l’impegno per la prima strada provinciale che univa Villanova con Cremona nella bassa piacentina, la casa della madre a Saliceto di Cadeo e al castello Barattieri di san Pietro in Cerro, i salotti e gli uffici di diversi professionisti piacentini che curavano le pratiche del Maestro, il banco del consiglio provinciale, il mercato in piazza Cavalli sotto l’orologio della camera di commercio e l’atrio dell’hotel come sede di contrattazione dei prodotti agricoli sono alcuni degli ambienti cittadini frequentati dal Maestro e ancora oggi testimoni di quando si spostava dalla residenza di Villa Verdi a sant’Agata.  Oggi la chiesa di san Giuliano non esiste più: qualche stucco ai muri, i gessi di qualche cornice di quadri, la navata unica a sesto pieno, il busto di padre Uttini e una targa posta da piacentini illustri restano a testimoniare il valore sociale civile umano dell’opera benefica sostenuta da Giuseppe Verdi e dalla famiglia della madre.  Uno dei tanti luoghi che a Piacenza città e provincia ricordano e segnano il passaggio e  la vita di Giuseppe Verdi.

Il comitato, appunto, come hanno sottolineato tutti i presenti fondatori e anche già nuovi aderenti, nasce da stimoli forti che sono arrivati ultimamente da tanti piacentini e non piacentini (anche milanesi, genovesi, cremonesi) per rappresentare e stigmatizzare l’epoca pubblica della storia italiana coincidente con la prolifica vita professionale e vita privata domestica e amicale in terra piacentina (dal 1848 fino alla morte avvenuta nel 1901 a Milano) di Giuseppe Verdi, cioè quel periodo in cui Piacenza diventa La Primogenita fino all’alba del XX° secolo. Un tempo storico in cui anche la musica e certi personaggi politici (anche piacentini) hanno contribuito al Risorgimento italiano.

Significativo l’intervento dell’assessore a cultura e turismo del comune di Piacenza, Christian Fiazza, che ha portato «il totale sostegno di tutta la amministrazione» ricordando che sul tema Verdi, Piacenza ha perso molti treni «bisogna – ha detto – saper recuperare, fare sistema su progetto concreto, con i tempi necessari, con l’aiuto positivo di tutti. Il Comitato può e deve essere il soggetto unitario di confronto e di proposta per tutte le iniziative “pro Verdi” da fare, ad iniziare dal docufilm di Leopardi e Avati in fase di realizzazione sul territorio piacentino. Intanto per Natale ci sarà un piccolo evento con protagonista Verdi e i giovani musicisti piacentini. Questo va nel segno della massima collaborazione».  

Il comitato vuole essere un “tavolo di confronto” e di proposizione, volontario e indipendente, autonomo e rispettoso del lavoro già avviato da altri in merito all’opera verdiana, un comitato culturale e storico, senza finalità commerciali, senza pubblicità, senza operazioni di carattere promozionale di eventi musicali. Vuole soprattutto fare “sistema” e non squadretta, mai contro qualcuno, mai fomentatore di “querelle anagrafiche”. Il comitato vuole essere una presenza concreta di sostegno delle opere materiali, reali, vitali che il Maestro ha voluto, ha acquistato, ha promosso per il territorio piacentino (ma non solo),  per i rapporti con amici e la ospitalità a tavola nella sua Villa di sant’Agata e, soprattutto, come agricoltore, allevatore, innovatore in campagna e nei rapporti locali fra contadini e proprietari terrieri.

Solo cultura, arte, passione, interesse, valore dell’Uomo Verdi,  un sodalizio o circolo che possa anche sostenere le altre associazioni che organizzano iniziative e attività specifiche. Ci sono alcuni libri importanti che descrivono “vita, stile, pensiero, epoca, arte” di Giuseppe Verdi, come quello di Pièrre Milza edito nel 2001. Il principale obiettivo di recuperare, condividere e risaltare quella parte di vita “attiva sociale civile” piacentina di Verdi, il legame per oltre 50 anni di vita ad una terra produttiva e ai sentimenti e modi di vivere di un territorio padano senza dimenticare anche i contatti con altre città limitrofe come Milano, Genova, Cremona per le opere di filantropia e mecenatismo del Maestro. Un tema importante e centrale sarà il mondo agricolo, conviviale, alimentare, umano, amicale che Verdi ha intrattenuto nelle terre originarie della famiglia del padre e della madre.

Il  Comitato ha già individuato alcuni temi di lavoro, emersi per voce di associazioni piacentine di territorio presenti all’incontro  (come strada dei sapori, consorzi, enti pubblici, scuole, imprese, associazioni solidali e di ciclisti, agricoltori). Fra le tante proposte emerse, la priorità sarà data al futuro di Villa Verdi che deve diventare pubblica, alla eliminazione del degrado ambientale in cui versano la Villa ed altri luoghi, alla cartellonistica di un itinerario verdiano, al recupero ed esposizione al pubblico di tutti i carteggi presenti nei bauli del Maestro  e attualmente archiviati, al rilettura delle lettere private, ai momenti storici risorgimentali e vissuti dal Maestro come cittadino ma anche come rappresentate pubblico del territorio piacentino, alle eventuali tesi di laurea universitarie che saranno seguite e curate con i diversi conservatori e teatri.  Il Comitato ha un sogno, quello di rivedere attivo e frequentato l’appartamento di Verdi in città, l’ex hotel san Marco utilizzato dal conservatorio Nicolini, conoscendo perfettamente le enormi barriere amministrative e di gestione, ma l’obiettivo non viene accantonato.

Il Comitato si fa anche strumento degli enti istituzionali pubblici e degli enti musicali piacentini (soprattutto centri didattici e accademici e scuole) attraverso la ricerca di rapporti nuovi anche con altre strutture collettivi anche fuori Piacenza. Ogni obiettivo, scopo deve avere come motore sempre il sostegno la figura “uomo del suo tempo e della sua terra” del maestro Verdi in ogni forma.