«Formare uomini e donne di valore per risolvere i problemi del nostro pianeta. In questa storica dichiarazione di Padre Gemelli si riflette ancora la missione della sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore». Così ha esordito il rettore Elena Beccalli durante il suo intervento inaugurale al Dies Academicus della sede di Piacenza-Cremona. Ha poi sottolineato che, rispetto al passato, i problemi che ci troviamo ad affrontare oggi sono cambiati significativamente: «Le rapide trasformazioni nel settore agricolo sono strettamente legate alle innovazioni tecnologiche. Per gestire e orientare questi cambiamenti, è essenziale adottare un approccio inter e trans-disciplinare, che in questa sede si manifesta in modo chiaro ed efficace».
La sede di Piacenza-Cremona, ha evidenziato il rettore, rappresenta un microcosmo internazionale. «Sono ben 386 gli studenti internazionali, di cui il 13% proviene da Paesi africani. Inoltre, 323 studenti hanno scelto di arricchire il loro percorso di studi con esperienze all’estero». Questa vocazione internazionale è iniziata vent’anni fa, con l’introduzione del primo double degree in International Management, che ha consolidato Piacenza e Cremona come poli universitari globali, con un legame crescente con l’Africa.
Proprio l’Africa è al centro di un’emergenza: «Circa il 20% della popolazione africana soffre di insicurezza alimentare, una percentuale molto superiore a quella di Asia (8%) e America Latina (6%). Nel 2023, ben 298 milioni di africani hanno vissuto questa condizione», ha affermato Beccalli. Ha aggiunto che queste povertà alimentari evidenziano «i limiti del modello economico dominante», confermati anche dal cambiamento climatico, che l’economista Nicholas Stern, laureato honoris causa dell’Ateneo, ha definito «il più grande fallimento di mercato mai visto al mondo». Da qui l’urgenza di promuovere «un modello basato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale».
L’impegno dell’Università Cattolica per la sostenibilità, ha spiegato il rettore, è concreto. Dal 2020, la sede di Piacenza-Cremona offre una laurea in Management per la Sostenibilità. Nel 2021 è stato inaugurato un parco agrivoltaico e con la Fondazione EDUCatt è stata costituita la prima comunità energetica rinnovabile in ambito universitario.
Il sindaco di Piacenza, Katia Tarasconi, ha sottolineato l’importanza del parco agrivoltaico, che «ha restituito vitalità a terreni in disuso», e ha parlato di altri progetti scientifici legati alla sostenibilità ambientale. Per lei, «la sinergia tra l’ateneo e la città si fonda su obiettivi condivisi, con un’attenzione particolare allo sviluppo sostenibile. Piacenza, come “città delle università”, ha la responsabilità di contribuire a un futuro migliore».
La salvaguardia ambientale è strettamente collegata ai problemi di fame e denutrizione, e richiede «azioni congiunte per costruire un sistema agricolo più inclusivo, sostenuto da ricerca e innovazione tecnologica». Questo, secondo Beccalli, si inserisce nella visione di ecologia integrale della Laudato si’. Ha aggiunto che tale paradigma può essere applicato sia alla Food Valley italiana, sia ai Paesi africani, con cui l’Università Cattolica collabora attraverso il Piano Africa, un’iniziativa che Beccalli definisce «un’opera di giustizia più che di carità».
Monica Patelli, presidente della Provincia e amministratore unico di Epis, ha richiamato i valori fondanti che hanno ispirato la nascita della prima Facoltà dell’Ateneo a Piacenza oltre 70 anni fa, sottolineando come tali principi siano ancora oggi alla base delle attività dell’Università.
Attualmente, l’Università Cattolica ha in corso 123 progetti con 40 Paesi africani, 10 dei quali presso la sede di Piacenza-Cremona. «Negli anni Quaranta e Cinquanta, l’agricoltura era un settore chiave per l’Italia. Oggi, lo stesso vale per l’Africa», ha osservato Beccalli, evidenziando il ruolo cruciale che le questioni agro-alimentari avranno nel Piano Africa.
Un esempio concreto di cooperazione è il progetto in Mali, che ha visto la partecipazione del dottorando Gabriele Bellotti. «Il nostro obiettivo era rigenerare i suoli agricoli di quattro villaggi, creando ricchezza, opportunità e riducendo le migrazioni irregolari», ha raccontato Bellotti. Questo progetto, ha detto, dimostra come la cooperazione possa portare a cambiamenti reali nella vita delle persone coinvolte.
L’education power, termine spesso utilizzato da Beccalli, evidenzia il ruolo cruciale dell’educazione per lo sviluppo sostenibile. Secondo il rettore, «l’education power è fondamentale anche nell’ambito della ricerca agro-alimentare», e ha citato la FAO come partner essenziale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
La prolusione di Nosipho Nausca-Jean Jezile, presidente del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale presso la FAO, ha posto l’accento sul ruolo delle organizzazioni internazionali nella trasformazione dell’Africa. Jezile ha sottolineato l’importanza di una collaborazione tra governi, istituzioni e settore privato per promuovere la sostenibilità dei sistemi alimentari in Africa, affrontando le sfide della malnutrizione, del cambiamento climatico e della bassa produttività agricola.
La trasformazione dei sistemi alimentari africani, secondo Jezile, richiede «innovazione, riforme politiche e pratiche sostenibili».