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    Il sindaco di Cerignale “le canta” a Fico e a Conte. Per lui standing ovation

    E’ stata la vera rivelazione rivelazione dell’assemblea che si è svolta Camera, alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del presidente della Camera Roberto Fico.

    Massimo Castelli, sindaco di Cerignale (PC) coordinatore nazionale dei Piccoli comuni dell’Anci si è presentato con la fascia tricolore “indossata con orgoglio”, così come lo stemma del suo comune ma con il lutto al braccio «perché – ha detto – voglio testimoniare in quest’aula che, ogni giorno, un piccolo paese della nostra Italia muore a causa dello spopolamento”.

    L’intervento di Castelli (che è a capo di un comune di 123 abitanti) è stato apprezzato dai colleghi sindaci che lo hanno, più volte interrotto con applausi e gli hanno tributato una standing ovation finale. «Beni comuni – ha detto parafrasando il titolo dell’iniziativa – sono le acque, l’ambiente, le risorse naturali, l’Italia rurale dei borghi, degli alpeggi, l’Italia dei pastori sardi, che noi rischiamo di perdere per sempre».

    «Amici sindaci, signori presidenti – ha detto Castelli – il latte versato sulle strade della Sardegna è un atto di protesta di tutti i territori dell’Italia: dalle Alpi alla Sicilia, territori che non ce la fanno più. Io qui oggi dovrei parlare di altre cose ma se perdiamo queste cose, perdiamo l’identità della nostra nazione».

    Rivolgendosi al Presidente del Consiglio e della Camera il sindaco di Cerignale ha affermato: «A voi dovrei dire “lasciateci lavorare”. Invece una burocrazia assurda ce lo impedisce, al pari della mancanza di risorse e di norme scritte da persone che non sanno come funziona una piccola comunità. Vi faccio una domanda: a cosa servono un sindaco e un comune se non ci sono più gli abitanti? Cosa serve ricostruire una scuola in un comune terremotato, se poi non facciamo in modo di tenere lì i bambini e le loro famiglie?».

    «Presidente Conte – ha proseguito Castelli – la prima grande opera che andrebbe fatta dovrebbe essere quella di mettere in collegamento l’Italia del Frecciarossa con l’Italia delle aree interne, Italia delle difficoltà e della marginalità. Nel 2017 abbiamo esultato per la legge sui piccoli comuni. Due anni dopo è ancora ferma e inattuata e non sappiamo dove si sia persa. Con l’Anci abbiamo costruito un’agenda che parla di banda larga, di impresa, di artigianato e di tutto quel che serve per ridare speranza ai borghi. Ma vogliamo che il tema dell’equilibrio demografico diventi strategico nell’agenda del governo del Paese. Carlo Azeglio Ciampi diceva: “l’Italia è un Paese fatto di paesi”. Aiutateci, noi sindaci ci siamo», ha concluso Castelli.

    Dalla Conferenza Unificata 40 milioni di euro sull’associazionismo comunale. Dalla UE 1,5 miliardi di risorse per le aree interne

    Mauro Bigi, Sindaco di Vezzano sul Crostolo (RE) e coordinatore Piccoli Comuni ANCI Emilia-Romagna, commenta la decisione della Conferenza Unificata di dedicare 40 milioni di euro all’associazionismo comunale per il 2019, e lo stanziamento UE di 1.5 miliardi di risorse sul settennato 2021-2027 per le aree interne in difficoltà.

    “Questa scelta dell’Europa di non abbandonare al loro destino le aree interne dei nostri paesi, ma di valorizzarne le peculiarità, ha un valore strategico. Non tanto e solo per le ingenti risorse allocate, che porteranno linfa vitale a questi territori, ma proprio come segnale di attenzione verso le comunità che qui vivono. Sul nostro territorio sono 4 le aree interne pilota scelte all’interno del piano nazionale, ma confidiamo che tali risorse possano abbracciare l’intero territorio regionale”.

    “Valutiamo molto positivamente in tal senso gli stanziamenti nazionali per l’associazionismo, per rendere i comuni, per lo più piccoli in queste aree, attraverso le Unioni, soggetti efficienti ed efficaci di tale valorizzazione e promozione”.

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