Applausi e vivace curiosità nella seconda serata del Bobbio Film Festival con “Nonostante” di Valerio Mastrandrea, una pellicola che ha saputo – quasi indirettamente – porre delle domande al pubblico e lasciarle sospese le potenziali risposte su cosa possa significare l’amore quando tutto il resto appare immobile ed incerto.
Mastrandrea – senza nome nel corso del film, come gli altri personaggi – vive un’altra esistenza separando la coscienza dal suo corpo di paziente in coma nelle corsie di un ospedale: le stanze dell’ospedale diventano così spazio di confronto tra chi è ricoverato e si ritrova nelle stesse condizioni con le giornate che trascorrono nell’impossibilità di un contatto con chi è ancora “dall’altra parte”. Il registra, nonché protagonista, dialoga con chi ormai vede nella fine l’unica via d’uscita (Laura Morante), con un curioso compagno di stanza (Lino Musella) e con un giovanissimo paziente (Justin Korovkin) in un incedere che sembra immutabile prima di incontrare Lei (Dolores Fonzi).
Nelle due vite parallele che si concretizzano tra le stanze dell’ospedale e in “gite” tra i due origina un sentimento di amore autentico, irrazionale nella sua razionalità ma comunque capace di trasportare Mastrandrea nell’insensato desiderio di restare nella sua condizione insieme alla giovane paziente che, tuttavia, riesce a riprendersi. Emerge quindi tutta l’umanità di un sentimento con il timore che il risveglio possa cancellare del tutto l’esperienza extra-corporea: Mastrandrea si ritrova così ulteriormente sospeso in una condizione altrettanto incerta dove un colpo di vento deciso può decretare il salto verso il termine dell’esistenza terrena. Nonostante. Quello che viene “dopo” talvolta non dipende nemmeno da noi.