Quello del polo logistico piacentino e di un suo futuro, possibile, ampliamento rimane uno dei temi più caldi di questo inizio anno. Nei giorni scorsi vi era stata la manifestazione di Legambiente in piazzetta San Francesco, in seguito alla petizione lanciata insieme al Coordinamento Basta Logistica. Il giorno successivo l’assesore Erika Opizzi aveva convocato una conferenza stampa replicando alle affermazioni di Legambiente.
Oggi arriva una durissima presa di posizione a firma di dei capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di Piacenza, Gian Carlo Migli, Fratelli d’Italia, Sergio Pecorara, Forza Italia e Carlo Segalini, Lega. I tre fanno riferimento alla nota di ieri di Legambiente e del comitato Basta Logistica riguardo al consiglio comunale di lunedì 25 febbraio.
Ecco il testo integrale:
«Se prima della replica, a suon di dati inoppugnabili, dell’assessore Opizzi si poteva pensare ad una grossolana svista da parte di Legambiente, la replica di quest’ultima conferma chiaramente la volontà della stessa di manipolare i dati a suo uso e consumo, ai fini unici di creare ingiustificato allarmismo nella opinione pubblica. Peccato che partendo per suonare finisce suonata
Legambiente sa infatti benissimo, per averne citato anche il numero di pagina, che nello studio Piacenza Territorio Snodo, la superficie coperta del Polo logistico, cioè quella occupata dai capannoni, è li quantificata in 950.000 metri quadrati, un terzo dei 2.700.000 metri quadrati falsamente indicati della organizzazione ambientalista nella petizione fatta sottoscrivere ai cittadini. E infatti l’assessore Opizzi ha correttamente oggi parlato di 1.170.000 metri quadrati di superficie massima coperta da capannoni, già includendo il possibile massimo sviluppo della aree AP3 e AP6. Un truffaldino giochetto, quello messo in piedi da Legambiente, volto a scambiare la superficie territoriale di un’area con la superficie utile, addirittura finendo per comprendere in questa ultima anche il verde di compensazione.
Non solo. Ma proprio restando in tema di logistica, lo sparuto gruppo di protestatari di Piazzetta San Francesco dovrebbe dire come mai non fece tanto rumore – forse che non volesse creare fastidi alla Giunta Dosi? – quando il 27 Febbraio 2017 venne approvato in Consiglio Comunale con il voto contrario del centrodestra il documento di indirizzo per la redazione del Piano Operativo Comunale. Nell’ allegato C di quella deliberazione, meritoriamente lasciata poi morire come atto di discontinuità politica dall’assessore Opizzi, si prevedeva che il Polo di sviluppo Roncaglia-Borghetto venisse specificatamente destinato ad ospitare funzioni logistiche e produttive ad elevato contenuto tecnologico e innovativo. Forse che allora vi fosse una supina complicità con quelle scelte della sinistra?
Ma tant’è: non sapendo come arrampicarsi sugli specchi Legambiente arriva ad evocare una manifestazione d’interesse del 2016, quando sia ben chiaro governava la sinistra, che sarebbe addirittura scomparsa (ma perché non ha mai denunciato il fatto?) con ciò confermando che le prime richieste degli operatori per l’area Roncaglia-Borghetto vennero presentate con la giunta di sinistra. Non bastasse Legambiente nella petizione sottoposta ai cittadini paventa l’approvazione imminente di un ulteriore insediamento logistico di 1.300.000 metri quadrati quando la realtà dei fatti dimostra che se è legittimo per un operatore formulare richieste è legittimo oltre che lecito per il centrodestra respingerle, posto oltretutto che non vi sarebbero comunque le condizioni giuridiche per diversamente decidere. Una bufala dunque gettata in pasto all’opinione pubblica per farsi bella, quella di Legambiente sul polo logistico. Ma dove gli ambientalisti nostrani si superano è a proposito dell’area dei Dossi di Roncaglia posto che nella petizione popolare asseriscono che con una delibera della Giunta Comunale 190.000 metri quadrati di terreno agricolo sarebbero stati trasformati in una nuova area logistica. Menestrelli delle bugie si guardano ben dal dire però che quella area era classificata produttiva fin dal 1967, che se la Mandelli non avesse avuto le traversie che ha avuto da 40 anni l’area sarebbe stata occupata da capannoni industriali, che già nel 2013 in quell’area era stato richiesto di realizzare due capannoni di 60.000 metri quadrati da utilizzare ai fini logistici perfettamente compatibili con la destinazione dell’area.
In conclusione: Legambiente ha perso diverse occasioni per tacere ma se vuol parlare a vanvera glielo lasceremo fare senza più replicare. Nel soliloquio si trova perfettamente a suo agio. Perché turbarla?».