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    Minniti: “Mai come oggi il concetto di democrazia nel mondo è in discussione”

    Un giorno importante per gli studenti della Cattolica quello di oggi, infatti ha fatto visita nell’Ateneo Marco Minniti, ex Ministro dell’Interno a presentare il proprio libro “Sicurezza è libertà”, un titolo provocatorio che porta inevitabilmente a molte riflessioni.

    Minniti ha voluto introdurre se stesso con un excursus della propria gioventù, spiegando dettagliatamente cosa l’ha portato a fare politica. “Un giorno andai nella piana di Polissena, Gioia Tauro, dove c’era e c’è una forte presenza criminale. La ‘ndrangheta ammazzò un mio carissimo amico, Giuseppe Valarioti, e fui demandato per comunicare il decesso ai genitori. Li capii che ero portato per la gestione di situazioni complesse, così come fu la gestione del Governo con Cossiga e Cossutta, è stata una scuola politica e di vita senza precedenti”. Ai ragazzi ha raccontato la propria esperienza con Abdullah Öcalan, capo politico del PKK, organizzazione terroristica.

    Così anche all’inizio del 21° secolo si palesa nuovamente questo terrorismo, con il fatidico 11 settembre 2001. “Cambia il senso della minaccia alla sicurezza del pianeta, tutto questo viene aggravato quando si palesa l’Islamic State, il terrorismo che vuole farsi Stato. […] Così sicurezza economica stracciata e sicurezza di vita messa in discussione costituisce una età di grande incertezza. Cresce la rabbia, cresce l’incertezza e talvolta è difficile dare risposte, come spesso fanno le democrazie, con le statistiche. […] Cresce la paura, la violazione dei diritti fondamentali. Quando una democrazia entra nell’ordine di poter vantare uno scambio tra sicurezza e libertà è una democrazia che sta perdendo se stessa. Mai come oggi il concetto di democrazia nel mondo è messo in discussione, mai come oggi l’idea di un popolo che decide è messa in discussione. Si pensa che sia meglio demandare a una persona che decide da sola, che sia meglio mettersi nelle mani di uno che sa, si chiama in filosofia falsa coscienza, ovvero la convinzione di avere uno stato di coscienza sufficiente per capire le cose, e invece ci si incammina verso un percorso che porterà all’opposto”.

    Il senatore è stato introdotto da Francesco Centonze, professore di diritto penale e avvocato. “L’idea di questo incontro era quella di andare oltre la formazione assicurata dalla nostra Università, -ha sottolineato questi -, per formare studenti e giuristi che sappiano vivere nella nostra società. […] Il titolo del libro era molto promettente, sicurezza e libertà sono temi cruciali nei nostri corsi e temi cruciali nelle democrazie contemporanee. Fondamentale è la ricerca di un giusto equilibrio tra le due. Mi attirava inoltre il fatto che a scrivere questo libro fosse una persona che si fosse immersa nella concretezza dei problemi attraverso politiche di sinistra. Mi è piaciuto l’approccio metodologico, che si basa su tre pilastri: 1)Una democrazia deve rispondere alle sfide della società del rischio con le armi della democrazia, rimanendo nel recinto costituzionale, 2) Per risolvere i problemi bisogna conoscerli a fondo, l’improvvisazione porta ala fallimento 3)L’obiettivo della sicurezza deve essere raggiunto attraverso un metodo multidisciplinare”. 

     

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