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La rivoluzione delle scuole piacentine: in arrivo otto istituti comprensivi

Anche due nuove scuole: l’ex Manifattura Tabacchi sarà operativa da settembre 2026, l’ex Laboratorio Pontieri dal settembre 2027. Come funzionerà lo stradario

Il sistema scolastico cittadino di Piacenza si avvia verso una trasformazione strutturale di grande rilievo, frutto di un percorso lungo e articolato che porterà alla nascita di otto istituti comprensivi in sostituzione delle attuali nove autonomie didattiche, oggi suddivise in sei circoli di scuole dell’infanzia e primarie e tre scuole secondarie di primo grado. Una svolta che allinea finalmente Piacenza al modello già adottato nel resto dell’Emilia-Romagna: insieme a Cesena, il capoluogo piacentino era infatti rimasto tra gli ultimi a non aver ancora completato la riforma della rete scolastica in questa direzione.

La decisione non nasce in modo estemporaneo, ma è il risultato di un lavoro congiunto avviato a partire dall’analisi dei bisogni del mondo della scuola

Comune di Piacenza, Ufficio scolastico territoriale e Conferenza dei dirigenti scolastici hanno esaminato in modo sistematico le criticità dell’attuale assetto, individuando come nodo centrale l’assenza di un effettivo collegamento didattico e organizzativo tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Una frammentazione che, nel tempo, ha reso più complessa la continuità educativa e il dialogo stabile tra famiglie e istituzioni scolastiche.

L’analisi è stata progressivamente condivisa anche con le organizzazioni sindacali e ha trovato una prima sintesi formale nel marzo 2024, quando il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità – con 30 voti favorevoli su 30 presenti – la delibera che definisce il progetto di riorganizzazione. Un passaggio politico significativo, cui è seguito il confronto nei Consigli di circolo delle scuole primarie e nei Consigli d’istituto delle scuole medie: sei autonomie scolastiche su nove hanno espresso voto favorevole. Tra settembre e dicembre di quest’anno, il percorso si è completato con l’approvazione da parte della Conferenza provinciale di coordinamento e della Conferenza regionale per il sistema formativo. Un iter che conferma come la riforma rispecchi, nel suo impianto generale, la volontà espressa dal mondo della scuola piacentina.

In questo quadro si inserisce anche l’attenzione all’orientamento delle famiglie. Il Comune di Piacenza ha messo a disposizione uno strumento digitale pensato per facilitare la comprensione della nuova organizzazione territoriale: collegandosi alla pagina www.comune.piacenza.it/stradarioscolastico e inserendo il proprio indirizzo di residenza, è possibile visualizzare l’istituto comprensivo di riferimento in base al nuovo stradario scolastico, che suddivide il territorio comunale in otto bacini di utenza. Uno strumento che affianca il materiale informativo già disponibile e che si inserisce in una strategia più ampia di accompagnamento al cambiamento.

“Abbiamo voluto offrire questo strumento – spiega l’assessore alle Politiche Educative e Scolastiche Mario Dadati – come un’opportunità ulteriore per spiegare la configurazione e il dimensionamento territoriale degli 8 istituti comprensivi che partiranno nel 2026-2027. Come avviene per tutti i cambiamenti, è normale che si generino dubbi e necessità di chiarimento; a questo proposito, sono già in calendario anche due incontri pubblici, aperti a tutte le persone interessate: mercoledì 17 dicembre alle 21, all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant’Eufemia 12 e venerdì 19 dicembre alle 17.30, alla scuola primaria di Mucinasso in via Forlini 1”.

Il nuovo stradario scolastico rappresenta uno dei cardini della riorganizzazione. La sua impostazione mira a rafforzare il legame tra scuole, quartieri e comunità di riferimento, radicando gli istituti comprensivi nel territorio e favorendo la coerenza tra relazioni scolastiche e relazioni sociali vissute quotidianamente da studenti e famiglie. Sul piano delle iscrizioni, questo principio si traduce nella precedenza riconosciuta agli alunni residenti nello stradario dell’istituto, pur nel rispetto della libertà di scelta educativa. La famiglia, infatti, mantiene la possibilità di iscrivere i figli all’istituto ritenuto più adatto, esprimendo più preferenze nella domanda di iscrizione; lo stradario e la verticalità del percorso riconoscono una priorità, ma non introducono vincoli assoluti, consentendo l’accesso anche a residenti fuori dal comune di Piacenza.

Altro elemento qualificante è il principio della verticalità. Con l’istituto comprensivo, il curricolo si sviluppa in modo unitario dai 3 ai 14 anni, offrendo alle famiglie un interlocutore amministrativo e didattico unico lungo l’intero percorso del primo ciclo di istruzione. Questo assetto consente alla scuola di conoscere più a fondo i bisogni degli alunni e dei nuclei familiari e, al tempo stesso, rafforza la continuità didattica, migliorando l’efficacia dei percorsi di apprendimento. Anche in questo caso, sul piano delle iscrizioni, gli alunni provenienti dalle scuole inserite nello stradario dell’istituto comprensivo godono di una priorità rispetto agli altri.

I criteri di iscrizione, individuati congiuntamente dai dirigenti scolastici del primo ciclo e attualmente in fase di approvazione nei Consigli di circolo e d’istituto, saranno uniformi per tutti gli otto istituti comprensivi. Per la scuola dell’infanzia, dal 2026-2027 non cambierà sostanzialmente nulla: le iscrizioni continueranno a seguire il regolamento comunale vigente, mentre ogni scuola dell’infanzia confluirà in un nuovo istituto comprensivo per gli aspetti amministrativi. Per la scuola primaria, le famiglie continueranno a utilizzare la piattaforma online del Ministero dell’Istruzione, trovando gli stessi plessi; la novità riguarda l’applicazione dei nuovi criteri di priorità legati allo stradario, alla presenza di fratelli o sorelle, alla continuità con la scuola dell’infanzia dell’istituto e, a seguire, alla residenza e alla vicinanza. Per gli alunni già frequentanti, non sono previsti cambiamenti, e nella maggior parte dei casi resteranno gli stessi docenti.

Anche per la scuola secondaria di primo grado i criteri sono stati definiti in modo omogeneo, dando priorità alla provenienza dalla scuola primaria dello stesso istituto comprensivo, alla residenza nello stradario e alla presenza di fratelli o sorelle già frequentanti. Le tre attuali scuole medie verranno frazionate e redistribuite nei nuovi istituti comprensivi, secondo un disegno che tiene conto sia della logistica sia dell’equilibrio della popolazione scolastica.

La Dante entrerà in un nuovo istituto comprensivo, cedendo due sezioni che confluiranno in un altro istituto con sede nell’ex Laboratorio Pontieri a partire dal 2027; la Carducci confluirà in un diverso comprensivo. La Calvino di via Boscarelli entrerà in un istituto, mentre tre sezioni passeranno a un altro con sede nella ex Manifattura Tabacchi già dal 2026; il plesso Genocchi di via Stradella confluirà in un ulteriore istituto. Analogamente, la Frank-Nicolini e i plessi collegati verranno redistribuiti tra più comprensivi.

L’anno prossimo sarà dunque un periodo di transizione in attesa che le nuove scuole siano ultimate.

La riorganizzazione incide anche sul trasporto scolastico, con un’analisi in corso da parte dei Servizi educativi comunali per eventuali aggiustamenti necessari. L’obiettivo prioritario è favorire l’autonomia negli spostamenti degli studenti, riducendo il ricorso al mezzo privato e valorizzando soluzioni sostenibili, in collaborazione con Tempi Agenzia. Particolare attenzione è rivolta alla gestione degli spostamenti di sezione, che avverranno in due fasi tra il 2026 e il 2027: la scelta delle classi interessate sarà affidata ai dirigenti scolastici, con l’obiettivo di ridurre al minimo i disagi e garantire la continuità didattica, tenendo conto di lingua straniera, attività formative, composizione delle classi e personale educativo.

La continuità educativa resta infatti un obiettivo centrale della riforma. I docenti a tempo indeterminato, in caso di frazionamento del proprio istituto, potranno scegliere in quale comprensivo confluire sulla base della graduatoria interna, e l’Ufficio scolastico, insieme ai dirigenti, lavorerà per favorire soluzioni che garantiscano stabilità, in particolare per il sostegno. Anche il personale ATA potrà esprimere preferenze analoghe. Restano inoltre confermate le convenzioni e gli indirizzi già attivi: la scuola Faustini-Frank-Nicolini manterrà la convenzione con il Conservatorio e la Calvino di via Boscarelli conserverà l’indirizzo musicale.

Un ulteriore effetto atteso riguarda la composizione della popolazione scolastica. La riorganizzazione in istituti comprensivi consente di attenuare la concentrazione di alunni di origine straniera, soprattutto nella scuola secondaria di primo grado, attraverso l’abbinamento di plessi con caratteristiche diverse. Un equilibrio che, come dimostrano alcune esperienze già in atto nella scuola primaria, può trasformarsi in un’opportunità di innovazione didattica e di qualificazione dell’offerta formativa.

A sostenere il nuovo assetto contribuiscono infine i cantieri in corso: le sedi dell’ex Manifattura Tabacchi e dell’ex Laboratorio Pontieri saranno spazi nuovi, funzionali e attrezzati, ciascuno in grado di ospitare nove classi, con un’offerta formativa equivalente. La prima sarà pronta dal settembre 2026, la seconda dal settembre 2027. “La riorganizzazione in istituti comprensivi, a partire da settembre 2026 – chiosa l’assessore – permette di dare un assetto stabile e unitario alla rete scolastica cittadina, evitando frammentazioni e sovrapposizioni tra vecchi e nuovi ordinamenti. L’obiettivo è consentire alle famiglie di iscrivere i figli già secondo la nuova organizzazione, con criteri chiari e uniformi”.

L’avvio dell’anno scolastico 2026-2027 segnerà dunque l’inizio concreto della nuova rete scolastica piacentina, accompagnata da incontri pubblici e open day, il cui calendario è disponibile sul sito comunale, per continuare a informare e coinvolgere famiglie e cittadini in un cambiamento destinato a incidere in modo duraturo sull’organizzazione e sulla qualità del sistema educativo cittadino.

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