«Se per caso fra 100 anni qualcuno di voi si trovasse in Purgatorio state sereni, perché la Confraternita della Beata Vergine del Suffragio continuerà le proprie orazioni affinché le vostre anime possano accedere al Paradiso». La rassicurazione arriva dal priore della Confraternita stessa Stefano Antonio Marchesi, che ha voluto concludere con un sorriso la presentazione del volume “L’Oratorio di San Giorgio in Sopramuro a Piacenza” (Edizioni Tip.Le.Co.) di Anna Cocciòli Mastroviti e Susanna Pighi, che si è tenuta per iniziativa della Banca di Piacenza al PalabancaEventi (Sala Panini) davanti a un pubblico numeroso.
I saluti introduttivi sono stati portati dal presidente dell’Istituto di credito Giuseppe Nenna («Abbiamo volentieri sostenuto questa pregevole iniziativa che mette in luce uno dei tesori artistici della nostra città, non solo per l’attenzione che da sempre la Banca ha per tutto quello che valorizza il territorio, ma anche per una ragione che tocca i nostri sentimenti: questa chiesa era molto cara al presidente Sforza Fogliani») e dal sindaco di Piacenza Katia Tarasconi («Grazie alla Banca di Piacenza per la costante azione in campo culturale; è un piacere vedere una sala così gremita per la presentazione dell’opera dedicata a un edificio religioso così bello: la nostra città è ricca di luoghi che all’esterno sembrano discreti, poi dentro si rivelano dei gioielli»). A seguire è intervenuto l’avv. Marchesi per ricordare come l’idea del libro fosse partita dal compianto Carlo Emanuele Manfredi, priore per 60 anni e poi priore emerito, titolo con il quale ha firmato l’introduzione al volume e per sottolineare «l’unicità dell’Oratorio, dove si celebra la messa tridentina e dove si canta in gregoriano; un luogo nel quale arte e fede si compenetrano nello scorrere del tempo». Il priore ha definito la pubblicazione «una guida preziosa e approfondita grazie al grande impegno delle autrici».
Il libro è stato illustrato da Antonio Iommelli. «Un lavoro – ha esordito il direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese – che aggiunge tanto alla storia dell’arte e a Piacenza, bellissima città che merita di essere riscoperta attraverso la ricerca». Il relatore ha ringraziato la Banca e lodato Anna Còccioli Mastroviti e Susanna Pighi «per aver ricollocato San Giorgio in Sopramuro nel giusto contesto come parte integrante della comunità». Unica chiesa piacentina che non ha subìto modifiche strutturali a seguito dell’ultimo Concilio e che dunque è conservata integra, sorge dove nel V secolo già esisteva un tempio dedicato ai santi Nazario e Celso e fu ceduta nel 1576 all’Arciconfraternita dei Disciplinati di San Giorgio (santo al quale venne dedicata), che nel 1624 si unì a quella della Beata Vergine del Suffragio, la quale nel 1645 decise di riedificare la chiesa tenendo conto di tutti quegli aspetti legati alla Controriforma. «In quegli anni – ha spiegato il dott. Iommelli – la Chiesa doveva mettersi al riparo dalle accuse del mondo protestante. Nacque perciò una vasta letteratura per dettare regole comportamentali a tecnici e artisti che si occupavano di costruire e arredare gli edifici religiosi. Due i testi fondamentali, oltre al testo sacro, che gli stessi artisti consultavano prima di mettersi all’opera: le Instructiones di Carlo Borromeo e il Discorso intorno alle immagini sacre e profane di G. Paleotti». Con il rifacimento l’Oratorio venne redistribuito secondo il principio che «la fede è al servizio dell’arte e viceversa», con il Sacramento che deve collocarsi frontalmente e quindi con l’altare al centro. Il direttore dei Musei Civici ha quindi preso in esame le opere e gli artisti che impreziosiscono San Giorgino, a cominciare da Roberto De Longe («un pittore da riscoprire che ha lasciato a Piacenza capolavori incredibili») con la Madonna del Suffragio (1686) che domina la copertina del volume. «Anche De Longe – ha osservato il dott. Iommelli – era attento alle Instructiones di un secolo prima. Il dipinto raffigura l’intercessione presso Dio per la salvezza delle anime del Purgatorio, uno dei casus belli della Riforma protestate. L’artista fiammingo, infatti, dipinge la Vergine in posizione superiore rispetto alle anime del Purgatorio».
CONTRIBUTI. Nella preziosa opera letteraria troviamo contributi di: Stefano Antonio Marchesi, Maria Luisa Laddago, Anna Còccioli Mastroviti, Susanna Pighi, don Grégoire de Guillebon (cappellano della Confraternita), Stefano Quagliaroli, Cristian Prati, Luca Panciera, Enrico Viccardi, Valentina Inzani.