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“L’Ospedale di Bobbio: una risorsa indispensabile per la sopravvivenza della Valtrebbia”

Una lettera di due nostri lettori per esprimere il forte attaccamento verso il nosocomio

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da due nostri lettori, Patrizia Sartori e Paolo Olivieri, relativa all’ospedale di Bobbio, una missiva in cui viene espresso il forte attaccamento verso il nosocomio della Val Trebbia.

«Con spirito costruttivo scriviamo per associarci alle considerazioni critiche fatte lo scorso 15 gennaio dal Coordinamento Provinciale sulla Sanità in merito alle troppe incertezze sul destino dell’Ospedale di Bobbio dopo anni di promesse disattese sul suo rilancio e potenziamento.
Durante la sua attività più che centenaria l’Ospedale è stato il punto di riferimento socio-sanitario per migliaia di persone ed ha permesso all’intera vallata di avere pieno supporto alle sue principali esigenze: nel reparto di ostetricia sono nate tutte le generazioni almeno fino a fine anni ’70, nelle sue sale operatorie si sono avvicendati molti chirurghi per intervenire e risolvere numerose problematiche (appendiciti, ossa rotte e suture, ma anche infarti e problemi altrettanto seri), il reparto di medicina era una confortante sicurezza per la competenza di dottori ed infermieri, il Pronto Soccorso era l’ angelo custode di tutti, la presenza della radiologia e del laboratorio di analisi consentivano alla struttura di essere pienamente autonoma.
La sicurezza che l’Ospedale infondeva in Valtrebbia era una spinta per rimanere a vivere in zone penalizzate sia da collegamenti complicati non solo nella parte collinare e montuosa ma anche verso la città, sia da aree agricole e rese produttive ben distanti da quelle della pianura, sia dalla difficoltà di impiantare e trattenere stabili attività manifatturiere.
Nel tempo è però cambiato tutto e le esigenze sanitarie sono state sempre più sacrificate a favore di una visione puramente finanziaria: la sanità non ha più guardato alle Persone ma solo ai soldi, e lasciamo che ogni lettore giudichi da sé quale delle due cose sia più importante.
Man mano che i tagli venivano portati avanti, la vallata si spopolava: non vogliamo dire che il primo fenomeno abbia scatenato il secondo, ma è evidente che l’assenza di servizi rappresenta un ulteriore disagio che si somma a quelli già citati e mai risolti, accentuati da una popolazione via via sempre più anziana e bisognosa di cure ed assistenza.
Da qui è iniziata una spirale senza fine: il calo demografico rendeva più “costoso” il mantenimento della struttura, su cui si interveniva con nuovi tagli che disincentivavano a restare, e così via.
Siamo tutti consapevoli che il rapporto tra le spese per mantenere efficiente l’Ospedale di Bobbio e la popolazione residente è (forse?) superiore a quello di altre strutture dove l’utenza è più numerosa, ma non dobbiamo mai dimenticare che questa presenza è a servizio di BAMBINI, ADULTI ed ANZIANI, DONNE e UOMINI che tengono viva (ma ancora per quanto?) una parte fondamentale, se non indispensabile, del territorio Piacentino.
Nonostante tutti i tagli economici e funzionali, apportati a nostro avviso con il probabile intento di arrivare a chiudere definitivamente la struttura, l’Ospedale è ancora ben vivo e vegeto e mantiene il suo ruolo di “perla” della Valtrebbia seppur fortemente rimaneggiato nelle sue mansioni e nelle sue attività.
Sicuramente il fatto che sia ancora aperto è merito di decisioni “politiche” della dirigenza ASL, ma siamo convinti che queste decisioni siano state fortemente condizionate dalla presenza di medici e di personale che si sono spesi fortemente e costantemente per mantenere la struttura vivace ed efficiente, facendosi apprezzare dalla gente del posto non solo per competenza e professionalità ma anche per l’ascolto dei bisogni e l’attenzione per il paziente non visto come un numero o un budget di spesa ma come amico da aiutare e guarire più in fretta possibile: come sempre, sono le Persone a fare grande una realtà.
Più volte abbiamo pubblicamente espresso i nostri apprezzamenti a tutte le persone che operano nella struttura retta dal Dottor Manucra, instancabile primario testardamente attaccato a Bobbio, ma sentiamo il bisogno di rivolgere nuovamente il nostro elogio a tutti i dipendenti ed i medici che stabilmente si occupano dei reparti di Medicina e Lungodegenza, Dialisi e CAU e che periodicamente presidiano gli ambulatori di Cardiologia, Pneumologia, Oculistica, Terapia del Dolore, Oncologia, Diabetologia, Osteoporosi, Fisiatria, Otorino: il loro lavoro è silenzioso e spesso poco apparente ma paziente, costante ed essenziale.
Ci sembra utile mettere in evidenza anche una funzione poco citata ma insostituibile come il Day Service, che prende in carico i pazienti bisognosi di assistenza continuativa e li accompagna con passione e dedizione nei vari percorsi terapeutici, programmando le visite ed i trattamenti di cui ogni paziente ha bisogno grazie ad un’organizzazione perfetta ed un efficiente coordinamento di tutti gli ambulatori che assicurano tempi di attesa ridotti al minimo.
La certezza di poter contare su un affidabile punto di riferimento a cui rivolgersi per ricevere cure immediate è una tranquillità di cui tutti hanno bisogno, specialmente chi abita in Valtrebbia: la distanza dall’Ospedale della città, peggiorata dalla presenza di lavori sulla Statale 45, spaventa chiunque ed in particolare le persone anziane sempre più numerose e bisognose».

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