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    Arrestato il sindaco di Zibello. Interdetto il segretario comunale che lavora in alcuni comuni piacentini

    E’ stato arrestato dai carabinieri Andrea Censi, il sindaco di Polesine Zibello, comune confinante con la provincia di Piacenza, eletto nel 2016 con una lista civica appoggiata dal PD.

    Secondo quanto ha raccontato in conferenza stampa, stamane, il Procuratore Capo di Parma Alfonso d’Avino è stato “disvelato un pervicace sistema di gestione della cosa pubblica” con «l’utilizzo a fini privatistici di una struttura comunali. Si passa dall’uso indebito delle auto di servizio comunali alla formazione di atti falsi per giustificare ulteriori illeciti, alla corruzione per favorire soggetti privati in cambio di una serie di utilità, fino ad arrivare a varie triangolazioni per pagare debiti privati o debiti assunti, in maniera irregolare, dalla pubblica amministrazione. Sono stati messi da parte dipendenti che non avevano accettato di assecondare richieste dei vertici dell’amministrazione».

    Oltre a Censi, sono dieci gli indagati, tra cui il segretario generale del comune Giovanni De Feo, il vicesegretario generale G. S. M. A. e la responsabile della Ragioneria E. C. Tutti e tre sono stati interdetti per un anno dai pubblici uffici.

    Una misura quest’ultima che avrà immediati effetti anche sul territorio piacentino. Giovanni De Feo infatti come riporta un suo curriculum attraverso una “Convenzione di Segreteria  Comunale  di  Classe  III” risulta segretario presso i comuni di Castell’Arquato,  Gazzola,  Piozzano,  San  Secondo  Parmense e Ziano Piacentino.

    Le accuse a carico di Censi sono decisamente pesanti. Secondo l’indagine, sarebbero state falsificate decine di delibere della Giunta municipale, in violazione dei principi di trasparenza e collegialità della Pubblica Amministrazione e sarebbe stato anche truccato il concorso pubblico per l’assunzione di uno dei dirigenti dello stesso Comune.

    Sono state anche sequestrate decine di migliaia di euro, presso istituti di credito delle province di Parma e Piacenza, denaro che gli inquirenti ritengono di provenienza illecita.

    Andrea Censi è il politico della provincia di Parma con alle spalle la carriera amministrativa più lunga. Eletto per la prima volta sindaco di Polesine Parmense con il 75,4% nel 2004 con una lista del Pd, venne riconfermato con una lista civica, nel 2009 con il 57,7%. Nel 2014 si candidò alla guida del vicino comune di Zibello e vinse con il 59,5%.

    Nel 2015 sostenne e vinse con il 51% il referendum confermativo per l’unificazione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello. Poco dopo, nel giugno 2016, venne eletto primo cittadino del neonato Comune di Polesine Zibello con il 53,7% delle preferenze.

    Oltre alla brillante carriera  politica nel suo passato c’era anche qualche ombra.

    Nel 2016 dall’operazione “Grande fiume”  emerse come Censi si facesse consegnare droga all’interno degli uffici del Comune e venne segnalato come assuntore. Nel 2009 fu invece indagato per spaccio, con l’accusa di aver organizzato feste in casa propria con presenza di cocaina. Venne però assolto nel dicembre 2013. Il giudice ritenne infatti che l’uso di gruppo di droga non implica nessun reato.

    Vicende che non scalfirono comunque più di tanto la sua credibilità come amministratore pubblico.

    Proprio ieri aveva partecipato ad una riunione dei sindaci in vista del rinnovo delle cariche della Provincia di Parma e non si escludeva per lui una poltrona come vice-presidente.

    In un comunicato Nicola Cesari, Segretario Provinciale del PD Parma dice «Come Segreteria Provinciale abbiamo appreso dai mezzi di informazione dell’arresto del sindaco di Polesine-Zibello Andrea Censi. La magistratura farà il suo corso, consapevole che il primo cittadino avrà il diritto e la possibilità di difendersi dalle accuse che gli vengono rivolte. A seguito dell’indagine, la candidatura di Andrea Censi alle prossime elezioni provinciali non verrà sostenuta per evidenti ragioni di etica politica».

    Dure le parole di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle «Il quadro accusatorio che sta alla base all’arresto del sindaco di Polesine-Zibello è davvero inquietante. Se le accuse dovessero essere confermate ci troveremmo davanti a una situazione di illegalità diffusa all’interno di un Comune che, nei fatti, veniva gestito come se fosse un’attività privata. Possibile che il PD, che ha appoggiato il sindaco nelle ultime elezioni, oggi non abbia nulla da dire a questo riguardo?».

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