Cresce l’export piacentino: +7,2% nei primi nove mesi del 2024

Prosegue il buon andamento delle esportazioni piacentine, che nei primi nove mesi del 2024 hanno fatto segnare un incremento del 7,2%, attestandosi, in valore, a 5.119 milioni di euro esportati. Ad evidenziarlo sono le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati Istat, che indicano una crescita significativa in quasi tutti i continenti.

L’incremento percentuale è inferiore al +10,6% registrato alla fine del primo semestre, ma risulta ampiamente superiore a quello che si sta registrando nelle altre province emiliane.

Positivi i valori raggiunti in Europa (che detiene una quota del 72% sul totale delle esportazioni piacentine), con 3.695 milioni e una crescita del 4,1%, anche se in termini assoluti è stata l’Asia ad imprimere una particolare spinta all’export, con una crescita del 33,9% corrispondente a ben 245 milioni in più, per un totale che ha sfiorato i 967 milioni.

Aumenti, sempre parlando di continenti, anche in Oceania (+36,8% e 47 milioni di export), mentre  una flessione del 16,6% si è registrata in Africa, con il valore sceso a 108 milioni.

La Germania mantiene il primo posto nella graduatoria dei Paesi maggiori importatori di “made in Piacenza” con 784 milioni di esportazioni ed un incremento del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Buon andamento anche per Francia, con 735 milioni ed un +2,2%, Spagna con 390 milioni di euro e +10,4% e Polonia con 157 milioni e +27,4%.

Tra i paesi extra UE, buona performance della Cina con 369 milioni di euro e +40,6%, e Regno Unito con 105 milioni di euro ed un incremento del 7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In calo, invece, le quote export verso gli Stati Uniti che, con un valore pari a 204 milioni di euro, hanno mostrato una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Guardando ai diversi settori produttivi, tra i comparti che hanno maggiormente contribuito all’aumento dell’export nei primi nove mesi del 2024 spicca il tessile abbigliamento che, con un incremento del 13,6%, ha portato il valore delle esportazioni a 1.626 milioni, aggiungendo 194 milioni ai risultati del settembre 2023. Rilevante, percentualmente, l’aumento delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande; la crescita, in questo caso, è stata del 6,6%, vale a dire  30 milioni in più rispetto al settembre 2023, per un totale salito a 493 milioni di euro.

Buoni saldi, poi, anche per il settore delle macchine e apparecchi, che si colloca al secondo posto della graduatoria dei prodotti a più alto valore di esportazioni; l’aumento del 7,7%, infatti, ha portato ad una cifra pari a 998 milioni di euro. Andamento positivo anche per l’industria metallurgica con 425 milioni di euro esportati ed un incremento dell’8,3%, così come gli apparecchi elettrici con 347 milioni di euro esportati ed un incremento in dodici mesi del 4,1%.

In calo, invece, il settore degli articoli in gomma e materie plastiche, con 227 milioni esportati ed un calo del 3,1%, così come i mezzi di trasporto, con  375 milioni esportati ed una diminuzione del 4,7% delle esportazioni in un anno.




Il valore aggiunto del sistema economico piacentino supera i 10 miliardi di euro

Il valore aggiunto totale realizzato nel 2023 dal sistema economico piacentino è stato di 10.312 milioni di euro, 635 in più rispetto al 2022, con una variazione positiva del 6,6%, poco sopra a quella media dell’Emilia-Romagna (+6,1%), ma inferiore a quella nazionale (+8,8%). E’ quanto emerge dai dati recentemente pubblicati (novembre 2024) dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, ente di ricerca di Unioncamere nazionale, che ha elaborato le stime del valore aggiunto prodotto lo scorso anno nelle province italiane. L’ulteriore sviluppo della ricchezza prodotta a Piacenza nel 2023 interviene dopo quello molto più consistente messo a segno nel 2022 (+13,3% a prezzi correnti), che però risulta amplificato dall’elevata inflazione registrata in quell’anno a causa delle tensioni internazionali sui mercati dell’energia e delle materie prime dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino (Nel 2022, in Italia, la variazione dei prezzi alla produzione rispetto all’anno precedente è stata in media di + 34,4% nell’industria, di +17,7% nell’agricoltura, di + 8,2% nelle costruzioni, e di +3,9% nel totale dei servizi – fonte: Istat).

Cosa è il valore aggiunto

Per valore aggiunto si intende l’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie ai fattori produttivi adoperati (capitale e lavoro) a partire da beni e risorse primarie iniziali. Rappresenta l’aggregato che consente di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali. Il valore aggiunto è qui calcolato a prezzi base (cioè al netto delle imposte sui prodotti finali e al lordo dei contributi alla produzione) e correnti (cioè riferiti all’anno indicato).

Confronto fra province

Rispetto al 2019 il valore aggiunto provinciale è aumentato del 18,6%, evidenziando una capacità di ripresa del nostro sistema economico territoriale dai minimi della pandemia che è in questo caso in linea con l’andamento nazionale (+19,0%), e sempre leggermente superiore a quello regionale (+17,0%).

Come mostrano i dati della tabella, la crescita della ricchezza prodotta dalla economia piacentina rispetto al pre-Covid è stata tuttavia meno consistente a confronto con quella osservata nelle province confinanti, in particolare – sulla direttrice della Via Emilia – di Lodi (+23,8%) e Parma (+23,7%), ma anche – lungo l’asse del Po – di Cremona (+22,4%) e Pavia (+20,3%).

Il minor dinamismo nella creazione del valore aggiunto totale da parte delle imprese della provincia di Piacenza rispetto a quelle dei contesti territoriali limitrofi trova spiegazione analizzando più nel dettaglio i diversi macrosettori considerati nello studio del Tagliacarne.

Valore aggiunto per macrosettori in provincia di Piacenza

In particolare, sembra imputabile all’evoluzione del valore aggiunto prodotto da manifatturiero, estrattivo e utilities (l’industria in senso stretto), che aumenta del 3,7% nel 2023, del 5,5% nel 2022, e complessivamente del 10,3% tra il 2019 e il 2023 (da 2.121 a 2.340 milioni di euro), con una velocità notevolmente inferiore a quella media provinciale, accusando le difficoltà presenti sui mercati a seguito del peggioramento del quadro geopolitico internazionale. Difficoltà che hanno frenato certamente meno il settore delle costruzioni, il quale, grazie all’orientamento al mercato interno e agli straordinari incentivi statali riservati al comparto (bonus e superbonus 110 per cento) nella fase post-pandemica, evidenzia le migliori performance nella creazione di ricchezza, facendo registrare ancora nel 2023 un incremento di quasi il 10% sull’anno precedente, dopo il +24,2% nel 2022 e il + 22,5% nel 2021, in totale +74,5% rispetto al 2019 (da 318 a 555 milioni). Il comparto dei Servizi e quello dell’Agricoltura si sono contraddistinti invece per andamenti complessivi attorno alla media provinciale. Il primo, che pesa da solo per oltre due terzi sul valore aggiunto provinciale e comprende anche logistica (settore dove siamo fortemente specializzati), commercio, ricettività turistica e ristorazione, segna nel 2023 un aumento di quasi mezzo miliardo di euro rispetto al 2022 (+7,4%) e di 1,1 miliardi rispetto al 2019 (+18,5%). Il secondo arriva alla fine del 2023 a realizzare un valore aggiunto pari a 342 milioni di euro, con un incremento del 5,7% sull’anno precedente e del 20% rispetto al pre-Covid.

Maggiori informazioni si possono ottenere osservando nello specifico il comportamento di ogni settore nel più ampio contesto nazionale, regionale e delle province limitrofe, come riportato nelle tabelle successive.

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Performance dell’industria peggiori rispetto ad altre province

Da questo punto di vista, per quanto riguarda l’industria in senso stretto, risulta subito evidente come le performance del valore aggiunto a Piacenza siano state in generale meno buone rispetto a quelle degli altri contesti territoriali. Ciò non tanto nel 2023 e nel 2021, dove il nostro comparto spunta variazioni sull’anno precedente che risultano tutto sommato in linea con quelle medie nazionali e regionali, quanto nel 2022 (l’anno della crisi internazionale), quando il valore aggiunto industriale è cresciuto da noi solo del 5%, aumentando molto di più altrove, del 12,5% circa in regione e in Italia, del 17-19 per cento a Cremona e Pavia e del 21-23 per cento a Parma e Lodi.  Il recupero rispetto al pre-pandemia, fermatosi così a +10% nel piacentino, arriva invece a mostrare tassi di variazione fino a tre volte superiori nelle province confinanti, compresi tra il 25 e il 33 per cento.

Se questa è la situazione per l’industria, certamente meglio hanno fatto il settore delle costruzioni e il settore agricolo.

Comparto edile

Il comparto edile piacentino, insieme a quelli di Lodi e di Cremona, evidenzia infatti (anche grazie al fatto di non aver subito flessioni nell’anno del Covid) uno dei tassi di sviluppo della ricchezza più elevati nel medio periodo, +74,5% tra il 2019 e il 2023, sopra la media regionale (+55,3%) e nazionale (+61%), oltre che sopra ai risultati messi a segno da Pavia (+42,5%) e Parma (+33,7%).

Settore agricolo

Allo stesso modo, anche il settore agricolo provinciale sperimenta – sempre tra il 2019 e il 2023 – una dinamica del valore aggiunto molto positiva (+20,0%) nel confronto interprovinciale, ai vertici per ritmo di crescita, allineato a quello delle province di Parma (+20,6%) e di Cremona (+21,1%) e notevolmente superiore a quello dell’Emilia-Romagna (+6,9%).

Servizi

Per quanto riguarda invece il valore aggiunto realizzato dal settore dei servizi Piacenza mostra nel periodo considerato un andamento sostanzialmente simile a quello degli altri ambiti territoriali. Ciò si può osservare (al di là di qualche scostamento puntuale) sia a livello delle singole variazioni annuali, sia a livello della variazione complessiva di medio periodo (2023-19), con il piacentino (+18,5%) che si colloca al secondo posto per tasso di crescita, dopo Parma (+20,5%), ma comunque non molto distante da Pavia (+17,6%), Cremona (+16,8%) e Lodi (+16,2%), oltre che dalla media nazionale (+16,3) e regionale (+15,3).

Grazie alle elaborazioni dei dati del Centro Studi Tagliacarne è possibile infine osservare l’incidenza settoriale del valore aggiunto nell’anno 2023 , e di confrontarla con quella rilevata nel 2019. Rispetto alla composizione media italiana, la provincia di Piacenza presenta specializzazioni nel comparto agricolo, con una quota del valore aggiunto a livello locale del 3,3% (contro il 2,1% in Italia), e nel settore industriale, dove il valore aggiunto incide per il 22,7% (mentre a livello nazionale arriva al 19,8%). Piacenza risulta invece allineata alla media italiana per quanto riguarda il settore delle Costruzioni (5,4% contro 5,8%), ma è despecializzata con riferimento al comparto dei servizi pubblici e privati (68,6% contro 72,4%). Rispetto al 2019, la composizione settoriale della ricchezza prodotta ha visto nel piacentino un incremento della quota riferita al settore delle costruzioni, a danno di quella del settore industriale (che diminuisce), mentre è risultata stabile l’incidenza del settore dei servizi e di quello agricolo.

Valore aggiunto pro capite

In termini di valore aggiunto pro capite, la provincia di Piacenza con 36.178,7 euro nel 2023 supera dell’11,7% la media Italia (n.i.=100; 32.377,4 euro) e si colloca al 19° posto della graduatoria nazionale, nella parte alta della classifica delle 107 province italiane. Il dato di Piacenza si conferma il più elevato – dopo quello di Parma – tra le province limitrofe , presentando un differenziale positivo molto consistente in particolare nel confronto con il valore aggiunto pro-capite di Pavia e di Lodi. Risulta però inferiore a quello medio emiliano-romagnolo, pari a 38.703 euro.

In un’ottica di medio periodo, il reddito pro-capite piacentino (sempre in rapporto a quello medio italiano) ha registrato una lieve flessione dei numeri indice dopo la caduta nell’anno del Covid, stentando a recuperare il valore del 2019, quando era il 12,9% in più della media nazionale. Più incisiva è stata invece l’evoluzione in tal senso mostrata dalle province confinanti, in particolare Parma, Cremona e Lodi.

 




Il credito a Piacenza: lieve calo degli impieghi, aumentano i risparmi

A fine settembre 2024, sono risultati in calo dell’1,6% i prestiti in essere del sistema di credito piacentino rispetto alla stessa data dello scorso anno; gli impieghi bancari si sono così portati a 6,24 miliardi di euro.

I dati rilasciati dalla Banca d’Italia e analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia evidenziano un calo generalizzato che interessa tutti i settori, cioè le amministrazioni pubbliche, le società finanziarie e le imprese, con l’unica eccezione delle famiglie consumatrici che crescono di un +0,2%.

Ad assorbire la maggior parte degli impieghi bancari è sempre il mondo delle imprese, che si attesta al 55,9%, seguito dalle famiglie consumatrici con un 42,1%.

Guardando al sistema produttivo, il comparto manifatturiero, ad esempio, mostra un lieve aumento dell’ordine dello 0,4% rispetto al settembre 2023; le costruzioni mostrano un calo del 7,0% ed i servizi evidenziano un calo del ricorso al credito bancario pari a -1,5%.

In lieve miglioramento il tasso di deterioramento del credito, che dall’1,2% è passato all’1,1%.

Il tasso di variazione dei depositi si è attestato a +0,6%, per un valore pari a 10,18 miliardi di euro;    in aumento anche il valore dei titoli a custodia, con una crescita del 19,6%, per un valore stock complessivo di 9,41 miliardi di euro registrato a fine settembre 2024.

 

 




Piacenza, aumenta il numero delle imprese guidate da stranieri (3.980)

E’ risultato in aumento, alla fine del terzo trimestre 2024, il numero delle imprese guidate da stranieri presenti in provincia di Piacenza, che si pone al secondo posto regionale, con un 15,5%, per l’incidenza di queste imprese sul totale delle attività imprenditoriali.

Secondo le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Infocamere, infatti, si registrano 3.980 unità, un dato in aumento del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2023.

La classifica relativa alla presenza settoriale pone al primo posto l’edilizia, con un numero di imprese guidate da stranieri pari a 1.722 unità (il 43,3% sul totale) e un aumento del 5,6%.

Non dissimile è il trend delle attività afferenti al commercio (768 imprese guidate da stranieri, pari al 19,3% sul totale), che hanno chiuso il primo semestre con 34 imprese in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e una crescita del 4,6%.

Aumenti, poi, anche le attività di alloggio e ristorazione (367 imprese a guida straniera, con un +4,6%), nei servizi rivolti alle imprese (488 unità, +6,6%), nei servizi alle persone (262 imprese e + 6,1%) , in agricoltura (98 unità, con un + 10,1%) e, infine, nella manifattura, con un + 8,8%, che segna il passaggio da 250 a 272 unità.

L’analisi relativa alla natura giuridica delle imprese oggetto di analisi evidenzia che la maggior parte sono imprese individuali, con 3.230 unità che incidono per l’81,2% sul totale delle imprese guidate da stranieri in provincia di Piacenza. Seguono le società di capitale con 548 unità, le società di persone con 177 unità,  le cooperative con 21  unità e,  infine, altre forme per un totale di  4 unità.

Tra i Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 3.230 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è l’Albania, con 564 imprese individuali e una quota del 17,5% sul totale delle imprese a guida straniera della provincia piacentina.

Seguono poi diversi Paesi Extra-UE che contano un numero rilevante di imprese individuali: Marocco con 380, Macedonia con 261, Cina con 206, Ucraina con 134 e Tunisia con 123.

Il primo Paese comunitario presente in graduatoria è la Romania con 310 imprese individuali guidate da cittadini provenienti dal Paese dei Carpazi.




Il gruppo Giglio disegna il suo futuro con investimenti per 150 milioni di euro fra Piacenza e Reggio Emilia

Il Gruppo Giglio rilancia le proprie iniziative imprenditoriali con tre operazioni dal valore complessivo di 150 milioni di euro. Il Gruppo Giglio ha riacquisito la maggioranza di Deenova, implementato un piano di investimento in Santa Teresa Energy ed è entrato nell’azionariato della reggiana Comer Industries. Lo hanno annunciato i vertici della holding durante la conferenza stampa indetta oggi 27 novembre a Confindustria Piacenza.

“La storia imprenditoriale del Gruppo Giglio, che attualmente vanta un portafoglio di 500 milioni circa, ha come riferimento centrale l’attenzione all’innovazione e, soprattutto, alle persone. Ogni scelta imprenditoriale del Gruppo ha avuto, ed ha, come presupposto il coinvolgimento nel progetto di chi ha il giusto mix di esperienza, capacità e volontà e un forte radicamento territoriale. Sulla base di questi presupposti, a tre anni dalla cessione al fondo EQT di Antas Spa (oggi Getec, società tutt’ora profondamente radicata sul territorio piacentino ove ha mantenuto la sua sede e che occupa oltre 1.100 dipendenti) il Gruppo Giglio rilancia le proprie iniziative imprenditoriali in tre direzioni che vedono, tutte, persone e innovazioni al loro centro”.

Riacquisita la maggioranza di Deenova

Il Gruppo ha raggiunto un accordo per riacquisire dal Fondo HIG la maggioranza di Deenova srl, azienda che occupa 250 dipendenti e che ha sede e stabilimento a Gragnanino.

Presente anche in Francia con unità produttive e in altri 7 Paesi europei con i propri prodotti, Deenova è una azienda specializzata nella gestione informatizzata del farmaco in confezioni monodose e nella razionalizzazione delle spese nei dispositivi medici. Attualmente i suoi impianti e servizi sono presenti in 100 ospedali europei. Gli altri azionisti che accompagnano il Gruppo nel reinvestimento in Deenova srl sono il Fondo Equiter Infrastructure II (fondo finalizzato allo sviluppo di progetti infrastrutturali in Italia con significativi profili di innovazione e impatto gestito da Ersel Asset Management SGR con Equiter S.p.A. e con la partnership strategica di Cassa Depositi e Prestiti) e il Fondo APEI (Gruppo Amundi controllato da Crédit Agricole).

Investimenti in Santa Teresa Energy

Il Gruppo ritorna ad investire anche nel settore dell’efficientamento energetico con la startup Santa Teresa Energy srl che occupa 100 dipendenti e che eredita l’esperienza storica del Gruppo Giglio nel settore della gestione calore e della pubblica illuminazione. L’ambizioso obiettivo del Gruppo Giglio prevede investimenti per circa 60 milioni di euro da realizzarsi nell’ambito del settore dell’efficienza energetica, e più in generale nella transizione ecologica (Partenariato Pubblico Privato).

Gruppo Giglio nell’azionariato della reggiana Comer Industries

Il Gruppo è entrato nell’azionariato di Comer Industries (in pieno accordo con la Famiglia Storchi, fondatrice e guida della società che ne condivide l’attenzione per l’innovazione e le persone). Realtà reggiana leader mondiale della trasmissione di potenza, Comer società quotata al segmento Euronext della Borsa Valori di Milano, è presente nel mercato globale con 11 stabilimenti nel mondo e 4.000 dipendenti.  La nomina di Sergio Giglio nel CdA di Comer consolida l’alleanza tra le società per un investimento con una visione di lungo periodo.

L’investimento complessivo previsto per le tre iniziative è di circa 150 milioni di euro e sarà sostenuto dalla Holding del Gruppo e dal Gruppo Crédit Agricole.




Il CdA di Piacenza Expo scrive a De Pascale e ai neo consiglieri regionali

A conclusione delle operazioni di scrutinio relative alla tornata elettorale del 17 e 18 novembre, per l’elezione del Presidente e dei componenti del nuovo Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, il Consiglio di Amministrazione di Piacenza Expo – il Presidente Giuseppe Cavalli, la Vicepresidente Elisabetta Montesissa e il Consigliere Davide Villa – desidera rivolgere un augurio di buon lavoro al nuovo Presidente dell’Assemblea legislativa, Michele De Pascale, e ai consiglieri piacentini Ludovico Albasi, Luca Quintavalla e Giancarlo Tagliaferri.

“L’augurio di un proficuo e costruttivo lavoro a beneficio di tutto il territorio emiliano-romagnolo, e in particolare di quello piacentino, ma anche un accorato invito a partecipare alle fiere e agli eventi organizzati da Piacenza Expo, in un’ottica collaborativa che possa contribuire all’ulteriore crescita della società fieristica piacentina. Sei anni fa la Regione Emilia Romagna pareva intenzionata a dismettere le proprie quote per uscire definitivamente dalla compagine sociale di Piacenza Expo. I risultati raggiunti e i piani strategici approvati negli anni successivi dal’Assemblea dei Soci, hanno invece convinto la Regione non solo a mantenere le proprie quote, ma a investire ulteriormente nella nostra società fieristica passando da una quota di capitale dell’1% all’attuale 5,615%. Piacenza Expo – così come le altre fiere medio-piccole che hanno saputo conservare e consolidare la propria autonomia, evitando incorporazioni e fusioni – svolge un ruolo strategico fondamentale non solo per la valorizzazione e la crescita del tessuto economico-produttivo piacentino, ma anche per la promozione del territorio provinciale, delle sue bellezze paesaggistiche, dei suoi tesori storici, artistici e architettonici, dell’enogastronomia e di tutte le sue eccellenze. Ogni anno Piacenza Expo porta sul nostro territorio – tra visitatori, allestitori, tecnici ed espositori – circa 180.000 persone, creando un indotto a favore del territorio stesso di circa 8 milioni di euro. In attesa di poter ospitare – auspichiamo già dal prossimo evento fieristico, Dairy Expo Tech, in programma dal 5 al 6 dicembre – i neo consiglieri regionali piacentini, ma anche il Presidente De Pascale, li esortiamo a tenere in considerazione nel loro operato l’importanza del sistema fieristico locale, salvaguardandone e incentivandone le attività che, come già evidenziato, si configurano come importante valore aggiunto dei territori”.




Confedilizia e Fiaip Piacenza a confronto sul decreto “Salva Casa”

 Nell’ottica della collaborazione storica tra Confedilizia e Fiaip, presso la sede di Confedilizia Piacenza di Piazza della Prefettura si è tenuto nei giorni scorsi un incontro sul decreto “Salva Casa” (decreto-legge n. 69 del 29/5/2024), organizzato al fine di informare gli iscritti alla Federazione degli agenti immobiliari sulla normativa di recente introduzione.

I lavori sono stati introdotti dal Direttore di Confedilizia dott. Maurizio Mazzoni e da Marco Gazzola, Presidente Fiaip Piacenza, il quale ha appunto sottolineato la sinergia esistente tra Fiaip e Confedilizia, sia a livello locale che nazionale, e l’importanza della formazione degli operatori del mondo immobiliare.

Relatori sono stati l’avv. Antonino Coppolino, Presidente di Confedilizia Piacenza e Vice Presidente nazionale di Confedilizia, e il geom. Gian Mario Scaravella.

L’avv. Coppolino ha illustrato il decreto in linea generale ed ha spiegato che la nuova normativa ha introdotto diverse semplificazioni in materia di edilizia e di urbanistica, elencando le più importanti per la proprietà immobiliare e per il settore in generale ed auspicando che il decreto raggiunga presto gli sperati effetti di stimolo al mercato delle compravendite, ma anche di ausilio agli interventi di riqualificazione degli edifici.

Il geom. Scaravella ha intrattenuto il folto pubblico presente illustrando in modo specifico ed analitico le novità introdotte dal decreto e l’interazione delle nuove norme con la legge regionale vigente.

Ha parlato in particolare di ampliamento delle attività di edilizia libera, semplificazione nel riconoscimento dello stato legittimo degli immobili, agevolazioni nei cambi di destinazione d’uso, deroghe ad altezza minima e superficie minima dei locali, tolleranze costruttive, accertamento di conformità, incentivazione del recupero dei sottotetti, opere eseguite in difformità dal titolo, somme dovute a titolo di oblazione, ecc…

Al termine dell’incontro i relatori hanno risposto ai quesiti dei numerosi presenti.

Per informazioni sulle nuove norme gli interessati possono rivolgersi presso la sede dell’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza, ove è attivo un apposito sportello “Salva Casa” (Via Del Tempio n. 27-29 – Piazza della Prefettura -, tel. 0523.327273 – fax 0523.309214. Uffici aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00, lunedì, mercoledì e venerdì anche dalle 16.00 alle 18.00; e-mail: info@confediliziapiacenza.it; sito Internet: www.confediliziapiacenza.it).




Mercato del lavoro in calo a Piacenza: trimestre in flessione per i nuovi contratti

Calo per il mercato del lavoro in provincia di Piacenza. Sono 2.490, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 6.590 quelli per il trimestre novembre-gennaio; sia su base mensile che trimestrale, i valori appaiono in flessione rispetto  a quelli dello scorso anno (rispettivamente -6,0% e -7,4%).

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia, evidenziano che le attivazioni previste per novembre 2023 si concentreranno per il 75,1% nel settore dei servizi, con 1.870 nuovi contratti e un -7,9% rispetto al novembre 2023 e, per il 55 %, saranno in capo ad aziende con 50  o più dipendenti.

Nell’ambito del comparto, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per il commercio con  870 nuovi contratti (dato quasi triplicato  rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), i servizi alle imprese con 550 nuovi contratti (-56,0% sul novembre 2023), i servizi di alloggio e ristorazione con 250 nuovi contratti  (+8,7%) ed i servizi alle persone con 200 nuovi contratti (-13,0%).

Stabile, invece, il numero di nuovi contratti previsti nell’industria, con 620  attivazioni che risultano il frutto di una crescita dell’industria in senso stretto (490 nuovi contratti, +2,1%) e di un calo delle costruzioni (130 nuovi contratti in meno, con un -7,1% ).

Nel 20% dei casi – rileva la Camera di Commercio – i nuovi contratti previsti saranno stabili, cioè a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’80% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altre forme con durata predefinita).

I nuovi contratti interesseranno per una quota del 38% giovani con meno di trent’anni; nel 55% dei nuovi contratti  è comunque richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche a novembre le aziende incontreranno difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 50 casi su 100.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di più difficile reperimento vi sono gli specialisti in discipline artistico-espressive ( nell’86,1% dei casi), i tecnici della salute (nell’84,6% dei casi) ed i tecnici dei rapporti con i mercati ( nel 64,2% dei casi, di difficile reperimento).

Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 92,3% dei casi), gli operatori della cura estetica (nel 57,1% dei casi) e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (52,0% dei casi).

Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di  fonditori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (89,0% dei casi), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (85,0% dei casi) e di operai per macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (83,3%).




Piacenza, Cassa Integrazione in aumento del 10,6% nei primi nove mesi del 2024

Seppure in misura largamente inferiore a quanto accaduto in altre province emiliane, anche a Piacenza è risultato in aumento l’andamento della Cassa integrazione nei primi nove mesi del 2024.

Le analisi dell’ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Inps evidenziano, infatti, un numero complessivo di ore autorizzate, da gennaio a fine settembre, pari a 811.167, mentre nello stesso periodo del 2023 erano 733.582; l’incremento, dunque, è pari al 10,6%.

Il dato complessivo è il risultato di un incremento sia della cassa integrazione ordinaria, passata dalle 588.520 ore autorizzate fino a settembre 2023 alle 616.072 ore di quest’anno, che di quella straordinaria (che ha segnato particolarmente i mesi di maggio e luglio), con il numero di ore autorizzate passato da 145.062 a  195.095.

La maggior parte delle ore di cassa integrazione ha interessato il settore manifatturiero, che ha assorbito 446.824 ore della Cig ordinaria e 194.798 della straordinaria.

“L’andamento della Cig – sottolinea il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – riflette, nella sostanza, il periodo complesso che sta vivendo l’industria piacentina, per la quale, a fine 2024, è previsto un calo del Pil dello 0,8%, mentre il dato complessivo dell’economia locale è previsto in aumento dello 0,9%”.

“I dati – prosegue Cella – indicano che si sono messi in atto più consistenti processi di riconversione e ristrutturazione, ma il ricorso temporaneo alla Cig straordinaria non deve  generare situazione di allarme, anche perché, per completezza di analisi, le ore di Cassa integrazione autorizzate a Piacenza nel mese di settembre 2024 segnano un calo rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente di maggio/luglio 2024, registrando, addirittura, un dato inferiore e in controtendenza rispetto alle 137.982 ore di Cassa integrazione autorizzate nel mese di settembre 2022 e all’incirca replicate a settembre 2023”.

“La propensione agli investimenti da parte del tessuto imprenditoriale, e segnatamente dal settore dell’industria – osserva Cella – non è dunque stata intaccata, e la conferma viene anche dal volume delle domande che sono giunte sui bandi della Camera di Commercio destinati a sostenere lo sviluppo imprenditoriale, con richieste che complessivamente hanno superato i 9 milioni di euro, con i valori più alti per i processi di innovazione digitale e l’internazionalizzazione”.

“Proprio per questo – conclude il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia –  nel luglio scorso abbiamo raddoppiato le risorse messe a disposizione delle imprese, anche per Bandi a sostegno delle PMI e delle Certificazioni di sistema ESG, con un intervento straordinario che accompagni il tessuto imprenditoriale in una fase di incertezza che, pur coinvolgendo tutti i settori, caratterizza soprattutto l’industria ma con prospettive di ripresa che, per il 2025, la danno in crescita dell’1,1%, in linea con l’andamento atteso per l’intero sistema economico territoriale”.




Imprese stabili a Piacenza

Si è chiuso all’insegna della stabilità il terzo trimestre 2024 per le imprese piacentine. Il dato di 25.692 imprese attive, infatti, è allineato a quello di fine settembre 2023, come emerge dalle analisi dell’Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, in base alle quali si evidenzia una crescita per le costruzioni, la manifattura e i servizi alle imprese e alla persona. Per gli altri settori, invece, si registrano cali, seppur contenuti.

In dettaglio, il settore del commercio, con 5.501 imprese che rappresentano il 21,4% del totale, è risultato in calo dell’1,5% (-84 unità); flessioni si sono poi registrate per l’agricoltura che, con 4.374 imprese che rappresentano il 17% del totale delle imprese piacentine, ha segnato un calo dell’1,4% (-61 unità). Di fatto invariate le attività di alloggio e ristorazione (1.871 imprese, -0,1%), mentre per le costruzioni si è registrato un aumento dell’1,1%, con le imprese salite a 4.648 (+49 unità) e che rappresentano il 18,1% del totale.

Lieve crescita anche per la manifattura (+0,1%) che, con le sue 2.404 aziende, rappresenta il 9,4% del totale.

Il comparto dei servizi alle imprese si è attestato a quota 4.885 aziende attive (il 19% del totale piacentino), in crescita dell’1,2% e con tutti i segmenti in aumento, ad esclusione di trasporti e magazzinaggio (-4,1%) e noleggio e agenzie viaggio (-0,8%). Informazione e comunicazione crescono dell’1,6%, le attività finanziarie del 3,5%, servizi immobiliari dell’1,8% e i servizi professionali e tecnici del 5,4%.

In crescita dell’1,7% anche i servizi alla persona, con un saldo di 1.877 imprese (+32 unità) che rappresentano il 7,3% del totale, con le attività artistiche, sportive e di intrattenimento che crescono del 5,2%, le sanitarie e sociali a +1,9% e le altre attività +1,2%, mentre calano del 2,8% i servizi di istruzione.

L’indagine in base alla natura giuridica delle imprese evidenzia che le società di capitale attive a Piacenza, che rappresentano il 22,8% del totale, sono risultate 5.861 con un dato in crescita del 2,1% (+119 unità) rispetto allo stesso periodo del 2023. Le società di persone, che rappresentano il 15,6% del totale delle imprese piacentine, sono scese a 4.007 unità, evidenziando un calo del 2,7% (-110 unità). Infine, le imprese individuali, che rappresentano il 59,8% del totale, sono risultate 15.366, in crescita dello 0,2% (+26 unità).

 




Economia. A Piacenza cresce il PIL ma l’industria è in calo

Sarà positivo, seppure con previsioni di lieve rallentamento, il bilancio dell’economia piacentina a fine 2024.

Le ultime analisi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati degli Scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, prevedono, a fine 2024, un Pil in crescita dello 0,9%, in lieve calo rispetto al +1,2% previsto a luglio scorso. Per il 2025, poi, è previsto un ulteriore incremento dello 0,5%.

Lo sviluppo più significativo dell’economia piacentina per il 2024 è previsto nell’ambito delle costruzioni, con previsioni che parlano di una crescita del 6,5% e ipotesi, però, di un calo del 7,7% nel 2025.

In crescita del 4,4% anche l’agricoltura, che è data comunque anch’essa in contrazione (-3,4%) nel 2025.

Note più positive, anche in prospettiva, riguardano il comparto dei servizi, dato in crescita dello 0,7% quest’anno e con un’ulteriore spinta dell’1,3% nel 2025.

A segnare il dato di lieve rallentamento della crescita è invece l’industria, per la quale è previsto un calo dello 0,8% quest’anno; la crescita, dunque, è rimandata al 2025, quando si ipotizza un + 1,1%.

Le esportazioni – la cui dinamica è comunque influenzata dal peso della logistica – sono previste in crescita brillante dell’11,0%, con stima di un ulteriore aumento del 4,4% per il 2025. Le importazioni, al contrario, sono date in ribasso del 5,3% nel 2024, con un ritorno lievemente positivo (+0,2%) nel 2025.

Il reddito disponibile per le famiglie è previsto in aumento del 3,4% nel 2024 e del 2,0% nel 2025.

Sul mercato del lavoro, infine, le previsioni parlano per gli occupati di un aumento dello 0,9% nel 2024 e di una sostanziale stabilità nel 2025, con un tasso di disoccupazione previsto al 4,7% quest’anno e al 5,0% nel 2025.




Giovani “ingegneri” del Politecnico si sono sfidati nella prima Design Challenge Motridal

Sabato 12 Ottobre si è tenuta la prima edizione della “Design Challenge” presso Motridal, azienda piacentina leader nella progettazione e costruzione di sistemi per il trasporto di materiali sfusi e spirali metalliche. L’iniziativa ha coinvolto gruppi di studenti di Ingegneria meccanica del Politecnico di Milano e della sede di Piacenza dell’ateneo.

Gli studenti si sono cimentati nella realizzazione di un macchinario in miniatura per trasportare riso tra un punto di carico e un punto di scarico. Nel punteggio finale venivano considerati tre fattori: la quantità di riso trasportato, la distanza e l’elevazione raggiunta.

Svelata la sfida, ai ragazzi è stato mostrato il materiale con cui mettere in pratica le loro idee: legno, cartone e viti. Parte della sfida è stata l’economicità del macchinario. Infatti i partecipanti hanno potuto acquistare ulteriore materiale tramite una valuta virtuale, ma al costo di sacrificare punti preziosi nella valutazione finale.

Un compito non da poco: per dar vita ai macchinari in un tempo così breve, i giovani hanno dovuto far leva su intuito, creatività e applicare le conoscenze maturate nel percorso di studi.

La competizione, inizialmente timida, si è subito accesa e i ragazzi hanno lavorato a un ritmo via via più serrato per arrivare al risultato. In quello che sembrava un attimo si è arrivati al momento della valutazione finale.

Durante la prova finale, i prototipi sono stati provati per trasportare realmente del riso sotto l’attenta valutazione della giuria, composta da tecnici Motridal, che ha stilato infine la classifica.  Alle squadre migliori sono stati assegnati premi utili al proseguimento della loro carriera universitaria e professionale.

Nonostante la natura competitiva dell’evento, i ragazzi sono stati aperti e cooperativi anche tra i diversi gruppi, scambiandosi materiale, consigli e incoraggiamenti, in un’atmosfera sportiva ma conviviale.

«Motridal Design Challenge nasce dalla volontà di coinvolgere gli studenti universitari offrendo loro un’esperienza formativa di una giornata in cui possono mettere in pratica le loro conoscenze e la loro creatività», spiega l’AD di Motridal. «L’evento di sabato è stato l’occasione per gli studenti di uscire dalla routine universitaria e conoscere il settore metalmeccanico piacentino, di cui Motridal fa parte».

Motridal è stata piacevolmente sorpresa dal grande numero di adesioni all’evento, un segno che iniziative pratiche legate al settore sono ancora in grado di catturare l’entusiasmo dei giovani. Dato il successo dell’edizione pilota, Motridal punta ad organizzare una seconda edizione della “Design Challenge” il prossimo anno.