Questa storia potremmo intitolarla, “una cosa tira l’altra”. “Volevo andare in Africa semplicemente, per fare un’esperienza come insegnante volontaria in una scuola, non immaginavo che le cose avrebbero preso una piega inaspettata”. Con queste parole Teresa Amodeo, diplomata in pianoforte al Conservatorio Nicolini e maestra elementare a Gropparello, inizia a raccontare la sua esperienza che l’ha condotta ad Accra, capitale del Ghana. E’ andata su internet e “all’arrembaggio” come lei stessa dice, è finita sul sito www.volunteerworld.com, cercando qualche opportunità a lei congeniale. “Volevo andare libera e da sola – racconta – In questo sito specifichi che tipo di aiuto vuoi portare: nelle costruzioni, oppure a livello ambientale o pedagogico per esempio… e il sito a sua volta rimanda una serie di possibilità”.
Come mai la scelta è ricaduta sul Ghana? “E’ tutto sommato un paese pacifico, non ci sono guerre in corso. Era la prima volta che mi recavo in Africa, e per giunta sola, per cui ho scelto un contesto tranquillo. Il sito mi ha indirizzato verso un’associazione locale (VolunteerMatch Ghana) che gestisce volontari da tutto il mondo, e questa sarebbe stata la mia base d’appoggio”.
Li comincia ad insegnare italiano e la lettura della musica nella Presaca Precious Saviour Academy. I bambini cui insegnava erano interessatissimi a quello che proponeva loro, e ogni tanto faceva qualche video da mandare agli amici. Uno di questi, vedendo l’entusiasmo presente in aula, le ha suggerito di comprare degli strumenti musicali per permettere a quei bambini, così desiderosi di imparare, di sviluppare più competenze possibili. “Ho pensato subito agli xilofoni, mi sembravano adatti allo stile percussivo africano, e ho pensato di farli costruire sul posto, in modo da far girare l’economia locale. La somma richiesta per 25 xilofoni era abbastanza alta, così ho iniziato una colletta tra i miei contatti stretti”.
E qui la sorpresa, perché non solo viene raggiunta la soglia necessaria per comprare gli strumenti ai bambini, ma arriva molto più denaro, perché la voce si sparge a macchia d’olio e le risposte sono molto entusiaste. “Con i soldi in più abbiamo deciso di stuccare le pareti della scuola rimaste incomplete, poi di dipingere le aule interne del primo e poi del secondo piano, fino a pitturare tutta la scuola esternamente. Abbiamo poi messo le ringhiere nelle rampe delle scale, per la sicurezza degli alunni. Alla fine del mese sono arrivati abbastanza soldi per rifare completamente i bagni!”.
Teresa faceva lezione a tre classi, di età molto miste tra loro in quanto il livello di istruzione è molto vario. E’ normale trovare nella stessa classe alunni dai 7 ai 10 anni, in alcune classi si arrivava anche a 13 anni. Ora c’è tanto altro da fare per questo progetto nato dal basso, se non bassissimo.
“Pensavo di andare in altre scuole, fuori dalla capitale, dove c’è una povertà maggiore. In particolare ne ho già individuata una, nella regione del Volta: questa scuola è all’aperto e ha una struttura molto fragile e quando piove i bambini non fanno lezione. A Natale parto di nuovo, vorrei provare a vedere se riesco a fare qualcosa anche li”. Una cosa tira l’altra, in attesa della prossima puntata, magari dando uno sguardo anche alla sua pagina Facebook, In Ghana con Teresa.