Questa mattina, nell’ambito della Giornata della Memoria, gli alunni di sette classi di scuole primarie piacentine (Vittorino da Feltre, Pezzani e Giordani), insieme a una delegazione di ragazzi della scuola secondaria di primo grado Anna Frank, hanno presentato una serie di iniziative legate alla ricorrenza del 27 gennaio, e l’hanno fatto di fronte al prefetto Paolo Ponta, al sindaco Katia Tarasconi, al presidente della Provincia Monica Patelli e all’assessore comunale alle Politiche scolastiche Mario Dadati. L’incontro, o meglio, l’esibizione si è svolta nel salone di XNL, in via Santa Franca, concesso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
“Le studentesse e gli studenti – ha spiegato Giorgia Babini dell’Ufficio scolastico provinciale nel presentare le iniziative – sono stati accompagnati dagli insegnanti in un percorso di cittadinanza attiva durante il quale hanno riflettuto con attività diverse sulla realtà di cui oggi celebriamo la memoria”. “Spiegare l’olocausto ai bambini e ai ragazzi – ha aggiunto – è tra i compiti più ardui per un insegnante: va utilizzata ogni premura per l’età e il dovere della verità”.
Di seguito le parole che il sindaco Tarasconi ha rivolto ai presenti.
“Ai ragazzi di oggi vorrei dare questo consiglio: non tacete, quando vedete un’ingiustizia. E poi cercatevi degli amici che pure non vogliano tacere”. Oggi vorrei salutarvi così, con le parole di un signore tedesco, Franz Josef Muller, che è scomparso nel 2015 all’età di 90 anni e da giovane fece parte di un movimento molto importante nella storia della Resistenza al nazismo in Germania. L’associazione si chiamava la “Rosa Bianca” e riuniva un gruppo di studenti dell’Università di Monaco di Baviera, che in pochi mesi, tra il 1942 e il 1943, diffuse clandestinamente alcuni volantini per spingere i propri connazionali alla rivolta contro la dittatura.
Cinque di loro, tra cui i fratelli Hans e Sophie Scholl, pagarono con la condanna a morte le proprie idee e il coraggio con cui, senza altre armi che l’intelligenza, la libertà di pensiero, lo spirito critico e la coerenza ai propri valori, osarono sfidare il regime nazista, che fondava invece il suo potere sulla totale sottomissione del popolo all’ideologia di Hitler e alla violenza delle SS, sino alle estreme, disumane conseguenze dei ghetti costruiti come prigioni nelle città, dei rastrellamenti e delle deportazioni nei campi di sterminio.
Ecco, credo che il significato più importante di questa mattinata stia proprio nella conoscenza e nelle riflessioni che condividerete, perché la Storia – per quanto possa essere triste e doloroso ripercorrerla nei suoi capitoli più bui – ci aiuta sempre a comprendere il presente, a far sì che non si debbano più ripetere le sofferenze e le brutalità del passato. Probabilmente penserete che la lezione non sia stata imparata molto bene dagli adulti che oggi governano un mondo segnato da tante guerre e situazioni difficili, di cui bambini e ragazzi come voi sono le prime vittime; ecco perché è fondamentale non arrendersi e continuare a far sentire la voce di Hans, di Sophie, di tutti i giovani che hanno dato la vita nel nome della libertà, della democrazia e della pace.
Con la guida preziosa dei vostri insegnanti, che desidero ringraziare, potete onorare il Giorno della Memoria studiando e approfondendo le testimonianze di chi ha vissuto l’orrore dei lager, ma anche applicando nella vostra vita, ogni giorno, la tolleranza e l’ascolto, l’apertura all’altro e il dialogo con chi la pensa diversamente da voi, il rispetto per chi ha radici lontane dalle vostre, nella consapevolezza che incontrandosi ci si arricchisce sempre. E che si è colpevoli non solo quando si discrimina o si offende chi non appare omologato alla massa, ma anche quando si lascia che questo accada. Vi auguro che la scuola e la cultura possano sempre essere, per voi, l’antidoto più efficace contro l’indifferenza, aiutandovi a non dimenticare mai l’universalità e il valore dei diritti umani”.