«Politicamente l’Europa non conta nulla». È senza appello il giudizio di Gianluigi Paragone sul ruolo di Bruxelles nello scacchiere internazionale alle prese con la ricerca di possibili soluzioni per risolvere i conflitti medio-orientale e russo-ucraino. Il giornalista e opinionista Tv (senatore nella XVIII legislatura) è intervenuto alla tradizionale cena dei Liberali Piacentini, sempre molto partecipata, che si è tenuta al ristorante Olympia di Niviano. Conviviale che è stata anche l’occasione per presentare l’ultimo libro di Paragone “Maledetta Europa” (Sign Books).
«Fa piacere – ha detto il presidente dell’Associazione Antonino Coppolino nel suo intervento di saluto – riuscire ad avere tanti amici vicino ai Liberali Piacentini».
L’ospite d’onore ha osservato come «oggi non contino più i fatti, ma la narrazione che di questi si fa, nella quale abbiamo perso la densità semantica e politica» e ha portato l’esempio della nota di Massimo Franco pubblicata dal Corriere della Sera di giovedì 27 febbraio, dove il giornalista parla della Gran Bretagna come fosse ancora all’interno dell’Ue: «Com’è possibile trattare della difesa europea con un Paese che ha scelto di stare fuori dall’Europa?», si è chiesto Paragone, che venerdì 28 febbraio, su Libero, ha aspramente criticato il bilaterale Macron-Starmer sul modello di difesa europeo da collocare in Ucraina. «Vogliono fare l’esercito europeo, che vuol dire?», ha affermato il giornalista lombardo rivolgendosi ai commensali e dando questa risposta: «L’Europa non è uno Stato e non ha confini e per questo non ha bisogno di un esercito. L’Unione europea ha sostituito la politica con la finanza (nascendo con la moneta), i governi con i mercati, i popoli con il capitale. Una Costituzione europea non fu mai scritta e il Trattato di Lisbona è stato imposto dall’alto (trattato bocciato, guarda caso, negli unici due Paesi che lo avevano sottoposto al giudizio del popolo) e la maledizione dell’Europa è questa: che è stata costruita dall’alto».
Gianluigi Paragone ha quindi accennato all’illusione dei costituenti, che pensavano che con la Ue non ci sarebbero state più guerre. «Ora le guerre sono tornate, e con esse il problema dei confini. Per questo ci si trova davanti all’esigenza di avere un esercito. Ma si fa sempre tutto senza chiedere il consenso popolare».
L’opinionista ha speso due parole anche su Putin. «Ma voi davvero pensare che sia diventato “cattivo” all’improvviso? Nel 2008 aveva già fatto la guerra alla Georgia e poi è stata l’Europa che ha armato Putin attraverso le liberalizzazioni dell’energia. Nessun Paese più della Germania ha stretto rapporti negoziali e infrastrutturali con la Russia su gas e petrolio; nessuna nazione più della Germania ha beneficiato degli accordi con Putin. Prova ne è il ruolo assunto dall’ex cancelliere Schroeder, pochi mesi dopo la staffetta con Angela Merkel, prima a capo del consorzio Nord Stream su indicazione di Gazprom per la costruzione sia del primo che del secondo gasdotto, poi come presidente del colosso petrolifero Rosneft. La Von Der Leyen era in quei governi tedeschi che firmarono tutti questi accordi: non si è accorta di nulla?».
Gianluigi Paragone ospite del Liberali Piacentini
«Politicamente l’Europa non conta nulla»